La Selfie-Mania impazza in hotel: 5 modi per guadagnare fama e visibilità
16 Aprile 2015Tutti, ma proprio tutti, non perdiamo occasione per farci selfie, specialmente in viaggio o in location che valga la pena condividere.
Molti albergatori se ne sono accorti e stanno sfruttando questo trend finché è caldo per far parlare del proprio hotel, aumentare la visibilità e guadagnare tonnellate di contenuti user-generated totalmente gratis.
Gli scienziati mettono in guardia dalla selfie-mania, diffondendo studi dai retroscena inquietanti (e inevitabilmente umoristici): alcuni dicono che possono nascondere identità psicopatiche, che sono un segno di poca autostima o di narcisismo e pigrizia. Altri sostengono che rovinano le relazioni interpersonali e che rendono difficile trovare un lavoro. Altri ancora che portano alla depressione e a pericolose dipendenze o che contribuiscono all’aumento degli interventi di chirurgia plastica.
Ma che si amino o si odino, i selfie continuano a costituire una grossa fetta dei contenuti diffusi giornalmente da mezzo mondo.
Un’analisi condotta da Selfiecity sulle foto condivise sui social in 5 città internazionali rivela che “solo” il 4% degli scatti sarebbero dei selfie. Una percentuale enorme se pensiamo alla quantità di oggetti, persone e luoghi ritratti solitamente sui social.
I selfie in hotel: quando gli ospiti diventano ambasciatori volontari
Sarà anche una moda passeggera, ma sembra che i selfie siano una di quelle destinata a durare a lungo, quindi non ci vedo niente di male nel voler spingere i clienti a scattarsi foto in hotel da condividere poi sui social. In fondo sono solo una evoluzione del diffuso incentivo a scattare e condividere foto su Instagram, solo che in questo caso gli ambasciatori del nostro hotel (gli ospiti) sono presenti nello scatto e rendono il nostro messaggio ancora più efficace.
Il selfie è da sempre un’azione spontanea, perciò non serve neanche dare un premio o un riconoscimento all’ospite che se ne faccia uno. Il selfie si fa per il puro gusto di farlo, per soddisfare la vanità di dimostrare che siamo in un luogo ben preciso e per gridare al mondo che quel luogo ci piace.
Di fatto sono uno dei soggetti più apprezzati su Facebook e portano con sé già un consiglio di viaggio intrinseco a chiare lettere: “Guarda dove sono stato, vieni anche tu!”
Ricordo che la prima volta che ho sentito parlare dell’utilizzo dei selfie in hotel è stato all’interno di un webinar di ReviewPro dedicato ai Social Media e al visual adverting. Incoraggiare i clienti a fare un selfie in un luogo iconico dell’hotel significa far entrare a pieno titolo l’hotel nello storytelling del viaggiatore, non solo come sfondo, ma anche come protagonista.
Ovvio che – come abbiamo sempre detto – ci sono hotel che si prestano più o meno a questo tipo di attività di social media marketing ma anche se non siete in posizione panoramica, potete sempre lanciarvi nel mondo dei selfie.
Per aiutarvi a trovare il modo migliore per farlo, abbiamo raccolto per voi i migliori case study in materia:
1 – Il concorso
Si tratta forse di una scelta un po’ banale, perché oggi fare concorsi a tema fotografico è piuttosto inflazionato nel mondo alberghiero (se volete un ottimo esempio di concorsi Instagram potete visitare le pagine dell’Hotel Hermitage, dell’Hotel Biodola e dell’Hotel del Golfo all’Isola d’Elba). I selfie comunque continuano ad attirare l’attenzione e sono un modo perfetto per creare engagement durante il soggiorno in hotel. Così i Selected Hotels hanno lanciato un contest fotografico a base di selfie con lo staff dell’hotel. Stessa cosa vale per l’Hotel Pulitzer di Roma, che invita gli ospiti a scattare una foto con il padrone di casa, il cane Joe Coker e in premio offre semplicemente la possibilità di vedere la propria faccia sulla homepage del sito.
2 – Il selfie spot, sul pavimento e non solo
Altro metodo infallibile per incentivare gli ospiti allo scatto sono i cosiddetti “selfie spot”, delle location, fuori o dentro l’hotel, dove si invitano i viaggiatori a scattare. Uno dei primi a farlo è stato l’Hotel Grand Bretagne di Atene, il cui selfie spot ha l’Acropoli di sfondo. Allo Stay Central di Edimburgo invece, hanno lanciato il “lift selfie” ovvero un selfie spot piazzato nientemeno che in ascensore. A quanto pare i suoi giovani avventori hanno molto apprezzato.
3 – La cornice
C’è chi, piuttosto che un punto – ha offerto al viaggiatore una vera e propria cornice. Certo, nel caso della cornice non si può proprio parlare di “selfie” poiché non si tratta di un autoscatto, ma l’effetto tutto sommato è lo stesso! Il primo a farlo è stato il 1888 Hotel di Sidney (l’Instagram-hotel per eccellenza), che quando aprì i battenti nel 2013 aveva già uno spazio interamente dedicato ai selfie con tanto di cornice barocca per auto immortalarsi. Di recente anche il Plaza Lucchesi di Firenze ha omaggiato i suoi ospiti con una cornice reale per fare selfie sul Rooftop bar insieme allo skyline di Firenze.
4 – L’Offerta Speciale
La Concha Resort di Puerto Rico si è inventato un “Take a Selfie Adventure”, un’offerta speciale a base di rum e tour nella foresta. In realtà non c’è un vero nesso tra l’offerta e i selfie, se non l’incentivo a immortalarsi durante l’avventura e condividere la foto. Comunque sia con questa trovata l’hotel è riuscito non solo ad attrarre l’attenzione dei viaggiatori ma anche dei media!
5 – Selfie come strumento di marketing
Ci sono casi in cui il Selfie diventa prima di tutto un prodigioso strumento pubblicitario. È il caso della Virgin Atlantic, che da pochi giorni ha lanciato l’operazione “Un selfie da 35.000 piedi di altezza”: in pratica la compagnia, accanto alle nuove luci cromoterapiche e ad altri innovativi benefit permetterà ad ogni cliente in volo di avere di un accesso a Facebook a testa per postare un selfie durante il viaggio.
Sareste disposti a mettere un selfie spot nel vostro hotel, oppure i vostri clienti non ne hanno bisogno?
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