Re: “Un’offerta che non puoi rifiutare”… come aumentare i guadagni dell’hotel in modo creativo
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Carissimo, molti punti da te evidenziati nell’ultimo post hanno già ricevuto risposte e punti di vista concordi o discordanti.
Quello che segnalo qui di seguito invece mi sembra essere un punto interessante da approfondire.
“Se passa la mentalità che l’hotel DEVE essere sempre al 100% allora è ovvio che gli hotel dovranno abbassare le tariffe.”
Quello che affermi con questa frase non è Revenue Management, è obsoleta gestione alberghiera. Fare ogni notte il 100% non è il target di un’azienda alberghiera che utilizza le metodologie di Revenue Management.
Tale Azienda persegue un giusto bilanciamento tra occupazione, tariffa media e RevPAR.
L’occupaizone in se come dato di riferimento non vuol dire nulla in quanto per assurdo io potrei trovarmi in queste condizioni:
Hotel da 10 camere:
a) 1 camera occupata a 1.000 Euro a notte
b) 10 camere occupate a 100 Euro a notte
Tralasciando per un attimo i costi (non perchè non hanno il loro peso) il tuo revenue della giornata è uguale, sempre 1.000 Euro, l’occupazione invece è nel primo caso 10% nel secondo 100%.
Nell’esempio sopra riportato anche il semplice valore della tariffa media (se preso a se stante) non ha questa valenza così forte:
nel caso a) la tua tariffa media è di 1.000 Euro mentre nel caso b) è di 100 Euro, ma sempre 1.000 Euro di revenue hai fatto.
Ecco dove il dato del RevPAR assume un valenza maggiore e può essere utilizzato come discriminante sulla gestione di una struttura.
Allo stesso modo, dovendo sempre misurarsi con il mercato, se ci misuriamo sempre e solo con noi stessi non sapremmo mai realmente se le nostre performances sono migliorate o peggiorate rispetto al periodo precedente.
Per ciò che riguarda gli alberghi low cost, non vedo cosa ci sia di così catastrofico se il mercato li richiede.
Se prendiamo ad esempio il gruppo Accor in Europa gestisce un marchio che si chiama Formule1 che è un marchio low cost, con, per esempio, il check-in effettuato con una macchina tipo self service del benzinaio.
Attenzione, so esattamente che la famosissima “ospitalità” va a farsi assolutamente benedire, ma non è questo il concetto.
Immagina di trovarti su un’autostrada, stai andando nella tua località di villeggiatura preferita dove hai prenotato un albergo a 5 stelle, per un contrattempo al lavoro viaggi di notte e sei stanco morto, mancano ancora 300 Km alla tua destinazione e incontri un albergo del genere, senza fronzoli, dove magari una notte ti costa 15 Euro, ma dormi in lenzuola pulite, e ti fai una bella doccia calda. Stupendo!
Qui stiamo parlando di risposte alle necessità. Se il mercato richiede questo tipo di prodotto/servizio, perchè non darglielo?
Pensa è come se la Telecom circa 20 anni fa si fosse opposta all’espansione della telefonia mobile, il mercato chiedeva i telefonini ed invecem siccome il famosissimo telefono grigione (ve lo ricordate?) era un pezzo di culto, i telefonini dovevano rimanere nel cassetto.
Questa si chiama evoluzione del mercato e libera concorrenza, fossi in te non mi preoccuperei dell’avvento di tali strutture low cost, in quanto mi darebbero la forza di dimostrare al mercato che la mia ospitalità è molto più forte e creativa di un albergo meccanico e quindi coccolo ancora di più i miei clienti.
Senza ombra di dubbio, e dimostrabile anche in altri settori, la concorrenza genera riscontri positivi immediati al mercato. L’avvento delle compagnie aeree low cost ha generato, oltre all’ampliamento della forchetta dei fruitori del servizio aereo, anche un risparmio a chi prima era abituato a pagare di più un servizio.
Se vogliamo poi parlare del fallimento delle Compagnie aeree, ripeto e sottolineo che non è stato il Revenue Management l’assassino!
E’ stata colpa di gestioni manageriali errate e perpetrate nel corso degli anni. Per esempio parlando di Alitalia, tu sapevi che prima che fosse costituita la Alitalia Team (ovvero l’azienda che gestiva il personale di bordo, alla quale chissà come mai i piloti non hanno mai aderito) il personale di bordo dopo 6 mesi diconsi SEI mesi di servizio a bordo degli aerei potevano richiedere il passaggio a terra? Ecco che Alitalia si trovava di fronte alla necessità di nuove assunzioni garantendo al personale con anzianità superiore ai 6 mesi un posto a terra, nulla a che vedere con il Revenue Management fin qui mi pare…Per poi non parlare dei piloti la vera “casta”, molti di loro (parlo della vecchia guardia) sono stati addestrati presso l’aviaizone militare che ha investito decine di milioni di vecchie lire in addestramento dando loro delle macchine dal valore di miliardi su cui apprendere le tecniche del volo. Loro cosa hanno fatto? Beh, dopo la ferma di 3 anni diconsi trentasei mesi, si congedavano ed andavano a bussare all’Alitalia che si trovava belli belli piloti pronti da mettere in pista e da pagare profumatamente. Alitalia quindi non ha avuto per decenni la necessità della formazione dei propri piloti, ecco che il Ministero della Difesa si accorge del giochino ed aumenta la ferma degli aspiranti piloti a 10 anni. Alitalia sitrova a dover addestrare i propri piloti e quindi ad impiantare un meccanismo che è costato miliardi (ti ricordo sempre che Alitalia era ed in parte è ancora un’azienda pubblica), non mi sembra che neanche qui ci sia il Revenue Management di mezzo.
Ma potrei sbagliarmi.
Buon lavoro e buon revenue management a tutti!
Riccardo Cocco