Re: “Un’offerta che non puoi rifiutare”… come aumentare i guadagni dell’hotel in modo creativo
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X Anto,
Rifelssione su “Competitive Hotel Pricing in Uncertain Times”, Cornell Hospitality Report vol.9 n. 10, Giugno 2009.
Lo studio condotto dalla Cornell university in merito alla bontà di tagliare i prezzi al di sotto dei propri competitor:
1- 67,008 hotel dai quali raccogliere dati
2- periodo di studio dal 2001 al 2007, di cui la prima fascia 2001-2003 di tempi cattivi e la seconda 2004-2007 buoni,
3- segmenti di mercato dall’economico al lussuoso.
La domanda è inelastica nel mercato, punto, non è possibile stimolarla, ma è possibile solamente togliere fette di clientela agli altri(e qui Anto c’avevi ragione;)), è così facendo il proprio REVPAR diminuisce.
Puoi guidare in scia ma devi comunque stare più davanti che in coda, altrimenti non arrivi primo.
Tra l’economico e il lusso, avere dei prezzi più bassi dei competitor da un incremento maggiore di occupazione nei segmenti economici, dove il cliente è ad alta senbilità al prezzo, e minore nel lussusoso, e comunque stare sempre sotto ai competitor da dei REVPAR inferiori.
Non è sbagliato fare revenue, è sbagliato stare sempre SOTTO agli altri nel lungo periodo, ci sono momenti in cui bisogna stare qualche euro più giu e momenti qualche euro più su, pianificando con attenzione la propria strategia.
E’ corretta la bottom rate in alcuni mercati dove c’è neccessità di prendere quel tipo di cliente in quel momento, in mercati “famosi” come le città d’arte può essere forse controproducente andare a vendere oggi a tariffa bottom una camera che comunque domani venderò a tariffa maggiore, e per domani intendo nello specifico la finestra di prenotazione,che su Roma è ad esempio di 90 giorni da oggi.
S.