AAA cercasi esperto in Social Media… Nothing
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- Questo topic ha 15 risposte, 8 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 10 mesi fa da Andrea Corda.
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13 Dicembre 2013 alle 10:03 #16815Duccio InnocentiBloccato
Sempre più spesso riceviamo richieste di albergatori da ogni parte d’Italia per gestire la presenza sui Social Network per il loro Hotel. Ovviamente dopo aver già valutato i vari “esperti” che via via si propongono spacciando competenze, servizi e risultati alquanto discutibili.
Nella maggior parte dei casi però si tratta di figure molto giovani e piene di entusiasmo, oppure addirittura di aziende strutturate. Le stesse aziende – poche ormai – che una volta vendevano keyword e posizionamenti “un tanto al chilo” e che oggi vendono fan e follower nella stessa identica maniera.
16 Dicembre 2013 alle 06:30 #21257Fernando BellizziPartecipanteInfatti l’investimento migliore è insegnare all’albergatore ad usare gli strumenti social ed individuare tra i collaboratori quello più social ed usare la sua abilità al servizio della struttura per cui lavora. Si tratta di riconoscergli quell’abilità che già ha, dandogli quelle informazioni tecniche necessarie per ottimizzare il suo talento naturale.
16 Dicembre 2013 alle 08:14 #21258margheAmministratore del forumSì Fernando, sicuramente investire in una risorsa interna può essere la strategia migliore. Niente è paragonabile ad avere un punto di vista da “dietro le quinte”!
16 Dicembre 2013 alle 08:40 #21259Fernando BellizziPartecipante…anche perchè diaciamocelo, o sei un genio iperdotato cerebralmente che riesce ad inventarsi 20 campagne diverse per 20 clienti, o altrimenti rischi di clonare le campagne tra le strutture, promuovendo il tuo punto di vista e non quello della struttura, questo per quanto riguarda i freelance…
16 Dicembre 2013 alle 11:50 #21260simona.ciccalePartecipanteScusate per le ripetizioni nel testo precedente! Telefonata nel mezzo…
16 Dicembre 2013 alle 14:42 #21261simona.ciccalePartecipanteHo gestito i profili social di una struttura per circa 2 anni, non avevamo tanti fan, ma tutti naturali, senza dubbio che qualitativamente sono migliori, e danno migliori risultati. Senza dubbio la spontaneità e il mood della struttura devo essere tangibili attraverso i post. Noi ci abbiamo messo la “faccia” molto spesso, e anche in termini di Roi, abbiamo ottenuto i nostri piccoli successi. Questa è la fan page, pochi fan ma buoni e reali!
https://www.facebook.com/pages/Eurotel-Grottammare/245694685496104
16 Dicembre 2013 alle 14:43 #21262margheAmministratore del forumCiao Simona, complimenti! Mi pare proprio che il vostro sia un bell’esempio di qualità vs. quantità!
18 Dicembre 2013 alle 09:25 #21254Andrea CordaPartecipanteCiao! Io sto dall’altra parte ragazzi… Credo che investire in una risorsa interna sia produttivo, forse la soluzione ottimale..a patto che questa risorsa sia veramente formata per poter fare il SOCIAL MEDIA MANAGER! Io seguo diverse fan page dall’esterno e lo faccio lavorando a stretto contatto con manager e proprietari! I risultati sono stratosferici e tangibili in termini di ROI..sapete qual’è il grande vantaggio? Che io costo il 10% di quanto costerebbe un dipendente che deve essere continuamente spronato ad aggiornarsi e imparare l’utilizzo degli strumenti. Ma io non dico mai all’imprenditore che ho la bacchetta magica, e se non raggiungo migliaia di fan gli spiego il perchè…lavoro con lui sfruttando gli strumenti!
18 Dicembre 2013 alle 09:31 #21255margheAmministratore del forumCiao Andrea, è davvero interessante leggere l’opinione di un esterno.
Io sono molto scettica sul discorso costi: è sempre più economico investire e valorizzare una risorsa interna predisposta e capace (sempre che ci sia) che pagare un consulente esterno.
è anche più semplice di solito, perché un dipendente è sempre in azienda, può costantemente raccogliere materiale di prima mano e soprattutto in tempo reale.
Con un consulente esterno ci vuole necessariamente una proprietà ben disposta a raccogliere materiale e condividerlo. Anche questo comporta una spesa di tempo e di dedizione non indifferente.
Detto questo se tu ci riesci sei bravo, ma soprattutto sei fortunato. Non sempre i clienti sono così collaborativi.
18 Dicembre 2013 alle 10:53 #21256Antonio GreciPartecipanteConcordo con marge al 100%. Non so se può essere utile dire che nel 1990 esistevano “soggetti” che vendevano alle aziende tabulati di fantomatici “nuovi” clienti.Io vendevo e facevo consulenze aziendali per una multinazionale molto seria ed ho vividi ricordi dei risultati a cui arrivava chi si affidava a tali “fenomeni” del marketing. Detto questo, non è neppure facile far capire ad un dipendente il valore aggiunto a cui può aspirare “imparando”, attraverso l’”apprentissage” per una professione che vale molto sul mercato del lavoro. La radice del problema è la provincialità degli imprenditori e manager con cui essi affrontano il problema. Parlo di provincialità perché posso confrontare i post che leggo in questo blog con le realtà che conosco in giro per il mondo. Non è cambiato nulla, e me ne dispiace perché tra poco mi ritirerò dal lavoro e constato che in tanti anni non è proprio cambiato nulla: di improvvisatori son piene le fosse. Per lo meno attraverso questo blog posso sperare in giovani consulenti seri e competenti che non guardano al costo ma al risultato. In sostanza, come appresi a mie spese da giovane a Parigi: …quando “il dichiarato” non corrisponde al “percepito” se non attraverso le sue distorsioni, possiamo iniziare a dubitare sull’attendibilità delle informazioni ricevute e quindi iniziare il nostro piano di marketing, da un punto di partenza più realistico … .
19 Dicembre 2013 alle 08:19 #21250margheAmministratore del forumCiao Antonio ben tornato! Ma sai che secondo me a volte questi consulenti sono bravi anche a far percepire qualcosa di diverso dai risultati?
Vorrei tanto conoscere qualche hotel che si è affidato a questi consulenti e che impressioni ha avuto in seguito.
20 Dicembre 2013 alle 04:20 #21251Antonio GreciPartecipanteCiao marghe,
assente giustificato.
Nomi non se ne fanno ma sarebbe sufficiente indagare presso le strutture che hanno vissuto grazie ai vari enti fiera e che ora annaspano perché “pantalone” non paga più. Io sono un cultore di “Amici miei” in quanto l’autoironia che pervade i fatti ed i personaggi è perfettamente rappresentativa la realtà italiana. Basta poco per illudere chi sta annaspando. “Acquista fan targhettizzati” come “mood” contengono o sono sostantivi che esprimono una profonda distorsione percettiva del dichiarato. Conosco direttori che presumono di poter affrontare il mercato scaricando dal web “programmini” di marketing con i quali, ripeto, presumono essere al passo con i tempi. Cari miei, vi è una grande differenza tra formazione ed educazione, l’una lavora di braccio, l’altra di mente. Inspiro profonda soddisfazione quando vedo qualche giovane consulente che sa dove mettere le mani senza tanti giri di parole perché educato a pensare. Un esempio di improvvisatore? Provate ad individuare chi e come propone, ancora, “Files di competitors” basandosi su modelli di calcolo superati e chiedetene un riscontro matematico oggettivo. Ne sentirete e vederete delle belle; tipo: analisi delle tariffe double use single per corporate in centro storico, ripeto, double use single in centro storico in zona ztl. Che ne dite? Ideale per i corporate che arrivano in auto, non vi pare? Come se il double leasure fosse secondario in centro storico rispetto al corporate. Mi sono ripromesso che quando smetterò di lavorare, per dimenticare andrò a riposare in sud america dove incontrerò le balene con cui dialogare.Spero senza stressarle.
23 Dicembre 2013 alle 01:44 #21239Vincenzo21MembroArticolo che condivido al 100%, non fa una piega.
Ho vissuto un’esperienza del genere quando un albergatore mi chiese di analizzare la sua situazione. Si trattava di un hotel che lavorava solo d’estate, nei mesi freddi era ovviamente vuoto dato che si trovava in una località balneare, ma rimaneva comunque aperto perchè offriva molti altri servizi. Mi chiese come poter attirare più clientela anche in inverno e autunno, soprattutto sfruttando le nuove tecnologie. Stiamo parlando di un albergatore “vecchio stampo”, di quelli che non ama o non conosce bene internet, ma ne aveva sentito parlare.
Mi presi una settimana di tempo per analizzare il tutto, andai a visitare la struttura e la zona circostante presentando poi un piano dettagliato con i punti di forza su cui puntare per attirare la clientela anche nel perodo freddo, fidelizzare i clienti, e creare una sorta di passaporola. Presentai il tutto chiudendo il discorso con la frase:
“…con questo non le prometto che l’hotel sarà pieno, ma di certo già nel breve termine avrà un minimo di occupazione nella bassa stagione. Il lavoro porterà un miglioramento di immagine che le può comunque consentire di presentarsi ancora meglio nell’alta stagione avendo più richieste e potendo dunque alzare i prezzi.”
Il giorno dopo mi chiamò per dirmi che rifiutava la mia proposta.
Dopo una settamana venni a sapere da un’altra persona che l’albergatore in questione aveva accettato la proposta fatta da altri, economicamente più bassa della mia, che prevedeva spam con newsletter a migliaia di e-mail.
È passato quasi un anno da allora, per quanto mi è stato detto l’altro giorno, l’albergo continua ad essere aperto ma da metà ottobre è quasi sempre vuoto….
23 Dicembre 2013 alle 02:11 #21240Vincenzo21MembroNon posso che condividere del tutto anche gli argomenti riportati nei commenti, soprattutto quelli di Antonio e Marghe
C’è una cosa che ho notato, soprattutto qui a Roma, dove vivo e lavoro. Gli albergatori si dividono in due categorie, quelli che investono (e lo fanno con intelligenza), e quelli che tirano a campare (spendendo il minimo necessario e male).
Senza dubbio chi vuole investire bene per migliorare la propria visibilità vaglierà più proposte e dopo averle studiate sceglierà la più convincente e non la più economica. In questo caso stiamo parlando di un ottimo imprenditore. Di certo questo tipo di albergatore avrà un albergo con una struttura in buono stato, personale ben preparato e con delle precise funzioni da eseguire. Sceglierà a seconda dei casi se per una determinata cosa è meglio una consulenza esterna o formare il proprio personale.
In questo profilo entra ovviamente l’Artemide che da anni “studio” come esempio da seguire insieme ad altre 5 o 6 strutture a Roma.
Dall’altro c’è l’albergatore che investe il meno possibile, ha una struttura datata, con stanze che andrebbero rinnovate, dipendenti ridotti al numero minimo e sovraccarichi di lavoro, e l’unico modo per farsi prenotare è quello con la quale cede laute commissioni alle agenzie (e parlo di gente che ha il 35% di commissione su Booking.com). Chiede pareri esterni, ma storce il naso, vuole pagare poco e nemmeno di fida.
E con questo esempio mi riferisco a tanti casi reali con la quali mi sono imbattuto.
Ecco, per il secondo tipo di albergatore elencato se vuole può provare a migliorare la propria visibilità su internet ma sarebbero soldi sprecati, dato che il cliente potrà anche essere attratto da qualche bel post su facebook, ma poi troverà camere non all’altezza, personale frettoloso e magari anche stressato per il troppo carico di lavoro….non potrà che uscirne un feedback negativo…
Il concetto per me è sempre quello:
“Più spendi e più guadagni”.
Certa gente non lo capirà mai…. ma all’Artemide ad esempio l’hanno capito.
26 Dicembre 2013 alle 10:57 #21268Andrea CordaPartecipanteCiao Marghe, io condivido pienamente il discorso costi, e ai miei clienti lo dico sempre!
Per me la soluzione interna è sempre la migliore, per quello comincio sempre progetti pluriennali che sono volti al miglioramento delle performance del sito aziendale. La parte di social media marketing non è sviluppata mai come potrebbe fare una risorsa interna, ma gli strumenti che mettono a disposizione (e che la maggior parte degli addetti ai lavori non conoscono) le piattaforme social, un piano editoriale sviluppato con chi dirige l’albergo e soprattutto l’ottimizzazione dei budget delle inserzioni, fanno si che il costo annuo che sostengono con un consulente esterno come me ( che costo 1 decimo di una risorsa interna!!!) portino dei risultati ottimi. Detto questo si tratta di pochi casi, che con grande fortuna sono possibili grazie alla fiducia che l’albergatore ripone nel consulente ed al fatto che lui stesso capisca l’importanza dello strumento e si renda sempre disponibile a collaborare nel pianificare questa attività.
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