Il sito ce l’ho e funziona, che bisogno c’è di farlo nuovo? Questa di solito è la reazione dell’albergatore a cui si consiglia un restyling del sito ufficiale.
Ma siamo sinceri: vi preoccupate tanto dei social media, dei fan della pagina Facebook, della disintermediazione, del PPC, del posizionamento. Ma vi dimenticate che al centro di tutto c’è il sito e che se non ha performance stellari in un mercato come questo siete destinati a perdere revenue preziose rispetto ai competitor e agli intermediari.
Molti hotel hanno un pagina fan su Facebook (anche se talvolta non sanno come usarla), altri hanno avuto il coraggio di aprire un account su Twitter o addirittura su Pinterest. Ma il tempo e le risorse a disposizione sono poche.
Per capire su cosa vale davvero la pena investire diamo un’occhiata ai trend internazionali fotografati dall’ultimo “Social Media Marketing Industry Report – Come i Social Media Marketer stanno usando i social media per far crescere il loro business”.
Molti hotel si sentono minacciati da Airbnb. E fanno bene. Non è tanto una questione di soldi, piuttosto è tutto il contorno che t’incanta: il sito è piacevole da navigare, chiaro, ricco di informazioni. Ti offre tante possibilità, dalla villa hollywoodiana al loft nel sottotetto. Ci sono i filtri, le recensioni e puoi persino contattare l’host. Personalmente l’ho usato e sono stata contenta di averlo fatto.
Eppure quest’anno, dovendo scegliere tra un hotel e una bella casa nuova fiammante su Airbnb, ho scelto l’hotel. Volete sapere perché?
La colazione è meglio del Wi-Fi: lo dice un sondaggio rivolto da Hotels.com ai viaggiatori di 28 Paesi al mondo, che hanno dichiarato di preferire la colazione gratuita persino alla connessione internet. D’altronde tutti sarete d’accordo nel dire che la colazione rimane uno dei fattori centrali nella valutazione dell’hotel e occupa un posto di grande importanza all’interno delle recensioni.
Il problema è che Italiani, Inglesi, Americani, Cinesi e Brasiliani non mangiano le stesse cose. Come accontentare tutti in un colpo solo?
Dicono che gli utenti non sono ancora pronti, che dello smartphone non si fidano, che la gente preferisce ancora prenotare da pc. Eppure non ci sono dubbi: il mobile sta rivoluzionando il modo di viaggiare e di prenotare.
Le ultime stime confermano questa tendenza, oltre 1 cliente su 4 prenota da mobile e non si torna più indietro. Qualcuno pensa così in grande da aspettarsi già un exploit dagli orologi smart.
C’era un volta il regno di Turismopolis, dove alcuni gerarchi inflessibili chiamati OTA governavano sul popolo dei piccoli albergatori. Da sempre la pace regnava grazie alla legge della Rate Parity, ma i piccoli albergatori non la sopportavano, sostenendo che fosse ingiusta e dannosa. Peccato che poi la infrangessero continuamente senza rendersi conto di farlo a scapito loro!
Questa non è una favola, è la realtà. Una realtà che noi rileviamo ogni giorno da svariati anni. A voce gli albergatori si scagliano contro la parità tariffaria ma, quando si arriva ai fatti, nella maggior parte dei casi nel loro sito sono più costosi dei portali. E così perdono clienti e revenue.
Il 2 giugno entra in vigore la nuova normativa in materia di privacy e cookie. Anche i siti degli hotel devono essere adeguati in tempo per evitare sanzioni salatissime.
La norma prevede la creazione di un banner per comunicare agli utenti che il sito fa uso di cookie e ad accompagnarlo una informativa estesa che spieghi in modo dettagliato cosa sono e come disattivarli. Ecco tutto quello che dovete sapere per essere in regola.
Chi lo dava per già spacciato per ora dovrà ancora attendere: nonostante i continui annunci sulla chiusura di Google+, Mountain View continua ad aggiungere funzionalità al suo social network.
Quello che sembra l’ennesimo (disperato) tentativo di distinguersi da Facebook ha suscitato commenti acidi da parte di buona parte del web, che riconosce nelle nuove “Collections” (Raccolte) una mera copia di Pinterest.
Pare che ci sia tanta delusione per la decisione dell’Antritust che di fatto ha accettato le proposte di Booking.com. In pratica resta la parity rate che impone agli hotel di pubblicare le stesse tariffe per le stesse camere sul proprio sito web, mentre lascia più libertà per le prenotazioni offline, quelle a target specifici e consente di vendere un numero e tipologie diverse di stanze su altre OLTA e sul proprio sito.
Giusto o sbagliato, è una disfatta per chi pensava di poter affermare la propria completa autonomia commerciale.
leggi l’articolo completo…
C’è chi dice che a dominare il mondo del turismo online sia Google, chi Facebook, chi le OTA o TripAdvisor. Ma la verità è che tutti ci sbagliamo: i padroni sono gli utenti.
Quello che sta accadendo oggi sotto il nostro naso è che il mercato Travel non è più un semplice gioco in cui l’acquirente cerca e il venditore fornisce. Il consumatore in qualche modo si sostituisce al venditore, diventando evangelist o critico e guidando di conseguenza le scelte degli altri consumatori.
Lo confesso, per un po’ ho sperato che con il TDLAB e con l’avvento dell’Expo, qualcuno al Governo si sarebbe finalmente svegliato per dare nuovo smalto alla strategia di promozione turistica dell’Italia, almeno sul web.
A poco valgono le piccole azioni correttive annunciate solo qualche giorno fa dal commissario Radaelli. Non ci resta che buttare un occhio su quello che fanno gli altri, giusto per raccogliere almeno i case study di successo che forse domani ci aiuteranno a cambiare le cose. Questa è la volta della Germania, che anche senza fare cose strabilianti, riesce a portare a casa ottimi risultati.
leggi l’articolo completo…
La informiamo con il presente Banner che la nostra organizzazione utilizza i cookies al fine di fornire ai propri clienti la miglior esperienza di navigazione possibile.
Cliccando sul pulsante "Acconsento" si autorizza l'uso dei cookie. Per maggiori informazioni sui cookies che il nostro sito utilizza e per le modalita` con cui e` possibile negare il consenso all'installazione di qualunque cookie clicca qui.