Turismo italiano, il punto sulla stagione estiva
1 Settembre 2021In basi agli ultimi dati elaborati da Enit, il turismo estivo italiano è decollato nel mese di agosto.
La spinta decisiva è arrivata dagli italiani e dai concittadini europei, mentre sono ancora lontani dagli standard pre-pandemia gli arrivi extra-continentali.
Fra turismo europeo e intercontinentale
Secondo Il Sole 24 Ore, sono le località balneari che hanno dato un notevole contributo alla ripresa del turismo, frequentate prevalentemente da italiani e, in misura minore, dai cittadini degli altri stati europei. Secondo i numeri riportati da Coldiretti/Ixè infatti, nel week end di Ferragosto, i vacanzieri italiani con la valigia in mano sono stati 25.4 milioni.
Se prendiamo in considerazione tutto il mese, le prenotazioni aeree provenienti dall’Unione Europea hanno registrato un considerevole aumento rispetto ad agosto 2020. A brillare sono state Francia (+59.8%), Germania (+42.4%), Paesi Bassi (+51.1%) e Spagna (+40%). Male, invece, i voli provenienti da Russia (-84%), Cina (-94%) e Gran Bretagna (-18%).
Come successo per l’estate scorsa, a pesare è l’assenza del turismo di lusso. Dopo il calo di luglio (-6.6%), le prenotazioni provenienti dagli USA sono leggermente aumentate (+3.2%), anche se restano ben lontane dai numeri pre-pandemia. Anche per settembre, le previsioni sono purtroppo negative (-15.2%).
“Il turismo intercontinentale vive ancora fasi alterne ma registriamo un’accelerazione delle partenze estive di prossimità”, ha dichiarato il presidente Enit Giorgio Palmucci a Il Sole 24 Ore. “Stanno soffrendo particolarmente le città d’arte, confidiamo però anche in settembre. Le prenotazioni per agosto sono state in progressivo aumento con una presenza caratterizzata da turismo interno: il 94% ha dichiarato che ha trascorso le proprie vacanze in Italia” ha chiosato il Presidente.
Prenotazioni dirette, avanti tutta
Dalle agenzie di viaggio online sono stati prenotati il 30.2% dei soggiorni disponibili nelle strutture ricettive, con punte del 53.9% nelle zone montuose e del 41.3% nelle località balneari.
Ad essere incoronate come strumento preferito dai clienti sono però le prenotazioni dirette: se nel 2020 in Europa hanno toccato quota 30%, nei primi cinque mesi del 2021 sono arrivate al 32%. Dati che certificano un trend in crescita da anni: nel triennio 2017-2019 infatti, le entrate dirette costituivano circa il 20% del fatturato complessivo di un hotel.
Emerge quindi come una necessità sempre più inderogabile per le aziende ricettive avere un booking engine performante. Non fanno eccezione, ovviamente, le strutture che lavorano con mercati extraeuropei: basta pensare all’Asia, balzata dal 25% circa di prenotazioni dirette nel triennio 2017-2019 al 37% nel 2020, per arrivare al 41% nel 2021.
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