Turismo in ripresa: le OTA recuperano terreno
31 Marzo 2010Lo scorso 26 marzo la TUI ha diffuso un comunicato dichiarando di aver notato una “significativa ripresa” della domanda per quanto riguarda i viaggi leisure: le vendite sono andate bene per questo inverno e le prenotazioni per l’estate in arrivo sono migliorate rispetto all’anno scorso, facendo crescere le quotazioni in borsa. “Siamo incoraggiati dai recenti, forti segnali di ripresa nel commercio” – dichiara la TUI.
Intanto oggi compare online la notizia che Expedia ed altre OTA si stanno risollevando dalla crisi proprio in virtù dei segnali di miglioramento provenienti dal mercato: Priceline ed Expedia in particolare, hanno visto le proprie quotazioni Nasdaq subire un discreto incremento.
Gli analisti infatti hanno raccomandato l’acquisto delle loro azioni in seguito ai trend di crescita delle loro vendite online.
Le strategie delle OTA per contrastare la crisi
Evidentemente le iniziative intraprese dalle OTA negli ultimi mesi per contrastare il calo di prenotazioni, hanno avuto effetti positivi.
Tagli delle fees sull’acquisto di voli aerei ed hotel, un approccio maggiormente customer-based dei servizi offerti, come l’applicazione TripAssist di Expedia, che aiuta l’utente a pianificare ogni passo del proprio viaggio persino se non ha prenotato su Expedia, e la creazione di siti web per smartphone in tempi record, hanno fatto la loro differenza.
Negli ultimi giorni, Travelocity-Lastminute, per andare incontro a quella già vasta fetta di utenti alla ricerca di tariffe molto competitive, ha annunciato il lancio della campagna “Top Secret Hotels”, con la quale per la prima volta saranno incluse tra i risultati di ricerca ordinaria le offerte a tariffa opaca, hotel 3-4 stelle in location specifiche che l’utente potrà prenotare con sconti anche del 45%, a patto di conoscere il nome solo dopo aver effettuato l’acquisto.
Nasce una “nuova normalità” per il turismo
L’incremento di prenotazioni ed acquisti sui portali, dovrebbe tradursi in un segnale di generale miglioramento per tutto il comparto turistico e anche per gli hotel. Ma così non sembra. Qui in Italia abbiamo ricevuto risposte discordanti: per alcuni la crisi pare ormai al tramonto mentre per altri è ancora difficile dichiararsi “fuori dal tunnel”.
La verità è che probabilmente la situazione non tornerà più ad essere quella del 2007 e che un nuovo modo di viaggiare, di pianificare e prenotare, è ormai la “normalità”.
L’utente, business o leisure che sia, cerca prevalentemente on-line o su mobile e va a caccia delle migliori occasioni, le offerte speciali, i lasminute e i lastsecond più appetibili, sceglie gli hotel non più in base al numero delle stelle ma ai commenti su TripAdvisor, la sensibilità alla tariffa è aumentata e la finestra di prenotazione si è ridotta.
A mio parere, il successo delle OTA sembra stare nel fatto che si sono adeguate al nuovo modo di pensare del cliente e alle nuove dinamiche delle tecnologie on-line… e gli hotel?
Commento da GabUd — 3 Maggio 2010, alle ore 09:05
appunto…e gli hotels?
gli hotels, a mio parere, non hanno ancora la sensazione di questa ripresa.
Uno dei fattori, e non mi stancherò di pensarlo, sta anche nel fatto che le OTA non ci danno una mano..ma ci strozzano.
Ribadisco, e so che tutti i Revenue Manager di sto blog si tireranno i capelli, che i regimi commissionali di intermediazione sono troppo cari.
Prima o poi ci si renderà conto che i portali di prenotazione offrono un servizio sicuramente utile al cliente..ma per quello che gli hotel lo devono pagare è sicuramente esagerato.
Le OTA non hanno inventano NESSUN CLIENTE..hanno semplicemente fornito ai già nostri clienti un buon sistema di prenotazione..ma a noi non ci hanno fatto guadagnare proprio nulla…e si noti che il NOI è riferito a agli albergatori in genere e NON al nostro hotel. Difatti tutti i discorsi PRO-OTA li ritengo assolutamente egoistici e personali.
NOI (albergatori) dovremmo capire che insieme potremmo avere un peso di contrattazione con questi portali (magari tramite Federalberghi..ma li vedo disinteressati..) e portale un servizio di intermediazione ai livelli commissionali corretti..ovvero a non più del 12-13%.
Ma si sa..gli albergatori sono tendenzialmente poco propensi a pensare agli interessi collettivi..quindi tutto continuerà a favore delle OTA che, vedrete, aumenteranno ancora le loro provvigioni.
Io penso solo che parecchi di quei soldi pagati in commissioni sarebbero meglio investiti se spesi per migliorare le proprie strutture a tutto vantaggio del proprio territorio che non “spediti” an Amburgo, a Koln, a NewYork o chissa dove.
Buon lavoro a tutti
Commento da sfarinel — 8 Maggio 2010, alle ore 11:50
Ciao GabUd,
certamente le commissioni delle OTA sono troppo elevate, ma come dici tu gli albergatori non stanno facendo quasi niente per cambiare questa situazione.
Da un lato manca lo spirito collaborativo tra gli albergatori: gli altri sono quasi sempre visti come concorrenti e non come partners in una causa comune. E le associazioni di categoria quasi mai riescono a mettersi d’accordo e ad intraprendere un’azione concreta di salvaguardia degli interessi comuni.
Dall’altro sono ancora pochi in percentuale quelli che strategicamente investono seriamente sul proprio sito (sito web + booking + web marketing, social media marketing, ecc) in modo da spostare la maggior parte delle prenotazioni sul canale diretto (senza commissioni).
A causa della crisi poi, in molti hanno deciso di tagliare i costi ed ingenuamente hanno preferito rinunciare ad investimenti in marketing diretto e per la commercializzazione della propria struttura si sono affidati quasi esclusivamente alle OTA che hanno acquisito ulteriore potere e quote di mercato.
Se ogni albergatore decidesse di investire sul canale diretto anche solo il 5-10% annuo di quello che paga di commissioni alle OTA (affidandosi a dei professionisti) questa situazione cambierebbe e di molto.
Chi ha fatto questa scelta oggi riceve dal 40% al 75% delle prenotazioni totali dal proprio sito web senza pagare alcuna commissione e nel 2009 hanno visto ulteriormente salire tale percentuale come dimostrano i dati di molti dei nostri clienti.
Sergio Farinelli