Turismo Europeo: la decrescita si combatte con la disintermediazione?
16 Febbraio 2012Aumento medio del RevPar del 5,5% per tutto l’anno, ma con un forte rallentamento in Dicembre: questa la fotografia del Turismo Europeo scattata da MKG Hospitality, operatore internazionale nel settore dell’Ospitalità.
Un aumento generalizzato di occupazione e ADR avrebbe favorito la forte crescita, ma in dicembre si è verificato il primo declino degli indici che mette fine a quasi due anni di cambiamenti positivi cominciati dopo il crollo dell’economia del 2009. Che cosa mette i freni all’Europa?
Nel corso del 2011 alcuni paesi hanno conosciuto una crescita del RevPAR che ha superato abbondantemente i 5 punti percentuali, come la Polonia (+9,3%), ma anche l’Inghilterra, la Francia, la Germania e il Benelux, tutti con un aumento del 4,5-6%. L’Italia rimane su un aumento del 3,8% del RevPAR, il secondo indice più basso insieme a quello della Svezia (+1,8%).
Con una media del 66%, l’occupazione in Europa ha recuperato due punti percentuali rispetto al 2010. In generale secondo lo studio i miglioramenti ottenuti sembrano da addebitarsi alla crescita degli hotel di categoria superiore.
Nella tabella di seguito sono riassunti i risultati:
In agguato ancora la recessione
Nonostante questo trend positivo, in dicembre si è registrato il primo vero passo indietro negli indici del turismo dopo la crisi del 2009.
“Il punto interrogativo – si dichiara nello studio – grava sul crollo osservato alla fine dell’anno. Il trend in discesa iniziato nell’autunno del 2011 non è stato arrestato dalle festività natalizie e i risultati del Dicembre 2011 sono crollati più in basso di quelli del Dicembre 2010. Sebbene marginale, questa caduta del RevPAR dello 0,9% mette fine a quasi due anni di trend positivi dopo la grave crisi del 2009.”
Come è possibile osservare dalla mappa seguente, non tutte le nazioni hanno subito una decrescita del RevPAR: ad esempio in Francia e Germania la crescita continua. È chiaro che la principale causa di questa tendenza è da individuarsi nella debolezza di diverse economie e nella crisi finanziaria degli ultimi mesi.
L’Europa deve imparare a incentivare la distribuzione diretta
Georges Panayotis, presidente di MKG, non ha dubbi su quale possa essere la soluzione per gli albergatori europei:
“In un Paese come gli Stati Uniti, il turismo è diventato un settore strategico per l’economia, come ha indicato chiaramente il Presidente Obama. Là, gli albergatori si uniscono per combattere il monopolio imposto dagli intermediari sul web. Ci aspettiamo che la stessa cosa accada anche in Europa. Le politiche nazionali sono ancora troppo reticenti a incoraggiare lo sviluppo dell’offerta alberghiera. In tutta Europa l’offerta è stagnante, persino in regresso, e ha assolutamente bisogno di essere stimolata.”
Sul problema della disintermediazione si è scatenata una vera e propria bufera tra i nostri lettori a seguito dell’articolo Rate Parity: 1 motivo per rispettarla – 10 modi per infrangerla. C’è chi è a favore di una integrazione intelligente delle OTA nella strategia distributiva dell’hotel, e chi invece è pronto a indire uno sciopero degli albergatori sui portali. Voi che cosa ne pensate? Potrebbe essere la disintermediazione la chiave di volta per la ripresa del turismo europeo?
Trovate lo studio di MKG su Alex Kornfeind
Commento da Zeno Govoni — 18 Febbraio 2012, alle ore 09:14
Il mio intervento sulla rate parity potrebbe andare bene anche qui e lo riporto sotto.
Premesso che personalmente convivo con le OTA, applico parity rate no per contratto (che comunque avendolo sottoscritto senza nessuna costrizione da parte di nessuno, ritengo sia necessario rispettarlo come chiediamo ai nostri clienti di rispettare i nostri contratti) ma semplicemente per una correttezza di immagine verso i futuri Ospiti e per una scelta aziendale. Detto questo ritengo che lo sciopero sia una soluzione che esprima la povertà di idee nel voler tentare la strada della disintermediazione. Si contrastano le cose creando alternative/idee e dimostrando che queste sono altrettanto valide e possono restare sul mercato. Tentare di eliminare un concorrente mettendogli i bastoni tra le ruote non porta da nessuna parte.
La mia proposta è la seguente e tyenta di dare una soluzione al problema delle Ota e della tassa di soggiorno.
Se il nostro Governo attuale (composto finalmente da tecnici con i quali forse è più facile un dialogo approfondito e non solo fatto di presunti ideali) capisse che tutte le commissioni che noi albergatori italiani paghiamo è tutta ricchezza che esce dal nostro paese e che perdiamo, potrebbe pensare di creare un portale di prenotazione semplicemente prendendo spunto da quelli che ci sono già, fare un accordo con altri paesi definendo un indirizzo web che sia comune ai vari paesi come logica (al momento http://www.bookitaly.com è libero e quindi potrebbe essere anche per gli altri paesi un indirizzo del tipo http://www.bookfrance.com etc.) così da rendere molto più facile il marketing e la veicolazione congiunta del messaggio che per ogni paese esiste un portale di prenotazione di proprietà del paese (si potrebbe studiare una sorta di protocollo sottoscritto dai vari paesi per pubblicizzare a livello mondiale questi portali, facendo squadra tutto è più facile e con costi minori).
Naturalmente noi albergatori dovremmo corrispondere per ogni camere venduta una commissione, no di certo del 15-25%, parlo di un 5% di cui una parte serve per sostenere la manutenzione, gli investimenti sul portale mentre la restante parte servirebbe per risolvere il problema della tassa di soggiorno e mi spiego. Naturalmente ogni hotel è geo-localizzato quindi la restante parte della commissione sarebbe girata dal portale ai vari comuni e provincie di cui fanno parte gli hotel prenotati, così da poter reinvestire quella parte di commissioni per progetti locali naturalmente legati al turismo. Pensate quanto si potrebbe recuperare!!! E tutto rimane sul territorio ITALIA. Il turista non dovrebbe più pagare la tassa di soggiorno e già questi due punti di forza commissione bassa e reinvestita a favore del turista stesso farebbero da soli tutto il lavoro di marketing.
In più si potrebbe anche risolvere la famosa questione delle recensioni, perché? Perché questo portale prenderebbe la parte buona delle OTA, e cioè chi scrive la recensione effettivamente è stato in hotel a seguito dell’invio dopo il check out del codice per scrivere la recensione, e l’albergatore ha il diritto di replica visibile a tutta la community esattamente come avviene per TripAdvisor (io sono dell’idea che se le recensioni sono negative su un sistema come Booking.com dove chi scrive è veramente stato in hotel, il proprietario/direttore non può sempre rispondere che il cliente ha torto perché a quel punto chi legge le recensioni e le relative risposte capirebbe che non può sempre aver sbagliato il cliente e quindi a quel punto se le recensioni sono tutte negative vuol dire che quella struttura non risponde ai requisiti minimi).
Poi pensate alla potenzialità che avrebbe nel senso che per ogni regione, provincia e comune si potrebbe predisporre una sezione dedicata alla multimedialità con contribuiti video, fotografici, etc e una sezione dedicata agli eventi. Tutti in un unico luogo il portale, e tutti con un’unica immagine coordinata (vedi BTO e il Perù!!!).
Un’altra soluzione proprio non la vedo in quanto nessun gruppo di albergatori, anche veramente allargato, potrebbe mai contrastare le OTA con tutti gli investimenti che fanno. Solo lo stato potrebbe farlo, ma uno stato sano, non corrotto e con persone che credono nel proprio paese, nelle sue potenzialità e nella possibilità che è possibile fare un buon servizio pubblico a favore del TURISMO!!!
Commento da Franc1980 — 22 Febbraio 2012, alle ore 17:03
Caro Sig. Zeno Govoni,
belle parole ma che se non vengono messe in pratica non servono assolutamente a niente.
“Lo stato deve fare… ecc. ecc.”
ma lo stato, il governo o addirittura le associazioni di categoria sanno quello che succede? Se si chiedesse al capo del governo “conosce Booking.com?” risponderebbe “certo, ho prenotato tante volte la mia vacanza con loro, è un’ottima agenzia! e senza commissioni!!!”
…e lo dico con cognizione di causa… ho fatto questa domanda ad una persona che lavora per un’associazione di categoria e vi posso garantire che la risposta è stata quella… …figuratevi!…
Lo sciopero, le nostre proteste, il mettere il bastone tra le ruote, e il nostro cinismo non servono ad “eliminare” un nostro concorrente (anche perchè, stando ai fatti, noi siamo alberghi e loro sono intermediari – ma questa è una differenza che spesso si vuole tralasciare) ma servono a stimolare, far conoscere e sollevare il problema in modo da attirare l’attenzione di chi ha il potere di cambiare le cose (stato, associazioni di categoria, e quant’altro) che, seduti dietro le loro scrivanie, non hanno la più pallida idea di quello che sta succedendo.
Mentre se ne parla comunque c’è già chi sprona, stimola, e spiega e vi posso garantire che di bastoni tra le ruote ne ha tanti e belli grossi…
FORZA ARMANDO!!!
Commento da Katerina — 9 Marzo 2012, alle ore 19:06
Sig. Govoni, lei mi piace, pero non credo che un portale “libero” possa avere il successo di un booking o expedia,
Per chi vuole fare lo sciopero:almeno con booking i soldi li incassiamo subito, expedia cancella anche la not refundable.
e che ne dite di logitravel? perche hanno sempre il prezzo più basso
anche noi vogliamo la parity.
Per dott. taribocchi:E poi si dice sempre che non ci sono clienti di serie A e serie B, ci sono invece. La mattina faccio l’assegnazione delle camere e le più belle le assegno a booking.com perche poi i clienti scrivono recensioni, expedia si prende quello che rimane, pagano poco, non hanno voce nel capitolo, in caso di over chi va fuori? exp. ovviamente, per i clienti diretti e booking c’è sempre posto.