Il Viaggiatore USA 2012: Google ci svela chi è e cosa pensa

leggi l’articolo completo...Chi viaggia per piacere preferisce il lusso, purché il prezzo sia commisurato ai benefici. Chi viaggia per lavoro invece, ha solo in mente tariffe e location. I leisure si affidano ai motori di ricerca, i business ai siti degli hotel.

Think with Google dedica al comportamento del Viaggiatore 2012 un nuovo studio. Purtroppo i travelers di Google sono solo made-in-USA e questo comporta l’emergere di fenomeni che qui in Europa probabilmente non vedremo mai, ma ci sono alcune sorprese e dati importanti che trovano nelle pagine di Google una conferma indiscutibile che non potete perdervi.

Lo studio di Mountain View, distribuito in rete gratuitamente sulla piattaforma Think with Google, è stato affidato a Ipsos MediaCT, un’azienda di ricerca indipendente. Gli intervistati – circa 5.000 – sono tutti residenti in America e hanno compilato un’intervista tra aprile e maggio che riguarda vari settori del travel: compagnie aeree, hotel, autonoleggio e crociere.

Non mi soffermo ad analizzare ogni punto dello studio ma preferisco mettere in luce alcuni punti che mi sembrano di maggior interesse.

Non per forza low-cost

Tutti pensano che chi viaggia per piacere cerchi soprattutto la convenienza, il risparmio, ma a quanto pare non è così. Il 64% de viaggiatori americani intervistati sono pronti a giurare che preferirebbero soggiornare in un hotel di lusso se il prezzo richiesto fosse corretto.

Questo significa che buona parte dei viaggiatori non è alla ricerca disperata dello sconto, ma che percepisce spesso come esagerate o troppo alte le tariffe degli hotel di categoria superiore. Il rapporto qualità/prezzo vince sul solo prezzo.

I viaggiatori sono più attenti, riflessivi, ci pensano bene prima di prenotare: ecco perché il 66% dichiara che passerà più tempo a fare ricerche perché vuole essere sicuro di fare un acquisto di valore in base all’investimento.

Per quanto riguarda l’importanza del brand, temo che questo parametro non sia molto d’aiuto in Italia, dove la maggior parte degli hotel sono indipendenti e non fanno parte di catene conosciute a livello internazionale.

 

Per i clienti business invece, il primo fatto di importanza nella scelta di una struttura, è proprio il prezzo (81%), quasi a pari merito con la location (80%).

Internet e il Turismo: un amore che non invecchia

Presumo che la slide dedicata ad Internet voglia essere ironica: “Sorpresa! – recita – I viaggiatori usano Internet”. Inutile dire che le altissime percentuali di intervistati che dichiarano di far uso della Rete per pianificare un viaggio non hanno ormai più bisogno di commenti.

Non sorprende neanche che il 96% dei viaggiatori leisure cominci la ricerca di un hotel sui motori di ricerca (ecco perché non si può sottovalutare SEO e posizionamento).

I siti di hotel battono le OTA

Secondo lo studio, sia i viaggiatori leisure (55%) che i business (69%) preferiscono cercare un hotel prima di tutto sui siti ufficiali e solo in un secondo momento sulle OTA. Anche in questo caso c’è da leggere il dato con la dovuta cautela. Ricordiamo che gli Hotel Websites di cui parla Google sono probabilmente i siti delle grandi catene alberghiere conosciute dagli Americani, ma il fatto denota comunque la consapevolezza dell’utente medio che le migliori offerte e il miglior prezzo sono sul sito dell’hotel.

Un appunto: in fondo alla classifica, fanno la loro comparsa i social network.

I Tablet volano

L’abbiamo rilevato personalmente già da qualche mese (vedi l’articolo Hotel e Tablet: campagne PPC più efficaci), ma Google conferma la tendenza. I tablet avanzano, i pc stagnano.

Crescono anche gli utenti statunitensi disposti a prenotare un hotel via mobile:

Come vedete dalla tabella sopra, gli utenti USA preferiscono di gran lunga usare il browser piuttosto che le applicazioni mobile. Se pensiamo che questo riguarda gli Stati Uniti, dove il mercato è dominato dalle grandi catene alberghiere che possono permettersi di investire in App efficienti con una buona media di utilizzo da parte dei clienti fidelizzati, ne deduciamo che l’utilizzo del browser sarà ancora più massiccio in Italia. Come abbiamo già detto in passato, investire in un’applicazione, oltre che costoso e complesso, è un vero suicidio per un hotel indipendente. Molto meglio assicurarsi di avere un sito mobile funzionale, che si apra in automatico quando l’utente proviene da mobile, e ovviamente dotato di booking engine per la prenotazione immediata.

Il primo deterrente alla prenotazione su mobile? Il sito è troppo difficile da navigare, manca di usabilità (36%) oppure ci vuole troppo per prenotare e le pagine si caricano troppo lentamente (28%). Per questo non smettiamo di ricordarvi che è meglio procurarsi un sito mobile per hotel apposito piuttosto che pretendere che quello per pc vada bene anche per gli smartphone.

Che ne dite, anche voi trovate questi dati corrispondenti alla vostra personale esperienza in hotel?