Trend Turismo: tutti dicono “I love metasearch”
20 Marzo 2014Da TripAdvisor a Trivago, da Kayak a Google, l’ondata crescente di metamotori di ricerca hotel non si ferma: oggi è la volta di Gogobot.
Un trend che complica gli scenari distributivi ma che non può e non deve restare ignorato dall’hotel, chiamato a rivestire un ruolo attivo per evitare che il sistema avvantaggi solo le OTA.
Gogobot è l’ultimo arrivato nella famiglia dei metasearch
A quattro anni dalla sua nascita, Gogobot, uno dei più conosciuti siti travel online, ha deciso di ampliare il suo raggio d’azione con un metamotore di ricerca hotel nuovo di zecca.
Recensioni, consigli e connessioni sociali lo hanno reso uno dei più amati database di contenuti per chi è in cerca di ispirazioni di viaggio. Di recente, per permettere ai suoi utenti di personalizzare quanto più possibile la propria esperienza di ricerca, Gogobot ha lanciato le Gogobot Tribes, vere e proprie community per ottenere uno spaccato più targettizzato della destinazione scelta: avventura, arte e design, lusso, famiglia, zaino in spalla, nightlife e così via.
Dunque il metamotore di ricerca hotel non è che l’ultimo step con cui il sito ha cercato di crescere: raccolta di recensioni e foto, possibilità di prenotare on-the-go anche da mobile, controllo in tempo reale della disponibilità e del prezzo.
Insomma, è arrivato il momento di monetizzare il capitale contenutistico che nel 2013 gli è valso 15 milioni di visite, con un incremento del 115%, per il 93% provenienti esclusivamente da ricerche organiche.
Inutile dire che il risultato – anche a primo impatto– ricorda soprattutto le ultime evoluzioni di TripAdvisor:
Gogobot si difende affermando che, rispetto a siti come Kayak, offre una ricerca molto più personalizzata, in base ai propri gusti e alle proprie connessioni sociali, cosa che però ricorda ancora una volta TripAdvisor.
Pro e contro dei metamotori di ricerca
Interrogato sulle ragioni di questa scelta, Travis Katz, CEO di Gogobot, si è espresso così:
“La vera ragione è che ancora vediamo un enorme punto critico da risolvere per ottimizzare l’esperienza dell’utente. Google dice che la maggior parte degli utenti visita almeno 32 siti per organizzare un viaggio. Il nostro obiettivo è di abbattere quel numero.”
La ricerca travel dell’utente non è mai stata regolare né fluida: l’utente vaglia, passa da un sito a un altro, da un device a un altro, senza padroni, e così facendo mischia le carte in tavola e rende complesso per il sito web afferrarlo, trattenerlo e soprattutto fidelizzarlo.
Così i siti come Gogobot e TripAdvisor stanno cercando di accentrare l’attenzione dell’utente e di convincerlo ad iniziare e completare il suo percorso di ricerca su un’unica piattaforma, dotata di tutto e subito.
Ma se da una parte questo trend può ridurre rendere più semplici le ricerche dell’utente, dall’altra parte rischia di impoverire la sua esperienza online e di appiattire la maggioranza dei siti travel verso una uniforme multi-funzionalità che di fatto cancella le peculiarità di ciascuno. Peculiarità che hanno sempre aiutato l’utente a scegliere in modo più cosciente ed informato.
Quello che è certo è che l’hotel non può ignorare queste piattaforme sempre più utilizzate dagli utenti e, almeno dove possibile, dovrebbe partecipare attivamente con il proprio sito ufficiale. Solo così potrà evitare che tutto il traffico sia sempre e solo direzionato sulle OTA.
Pingback da Hotel Metasearch: 3 buoni motivi per imparare a sfruttarli - Gruppo360 - web agency palermo - siti web - seo - cms - logo design - cataloghi - roll up - gadget - corporate id - social network - app mobile — 2 Maggio 2014, alle ore 22:01
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