La Tassa di soggiorno? Tomba del Turismo
14 Settembre 2012Provate a fare una ricerca per la parola “tassa di soggiorno” su Google e non avete idea della baraonda che ne varrà fuori. È così che il turista, in viaggio su e giù per l’Italia, incappa in euro volanti che si aggiungono al conto dell’hotel al momento del check-out con una illogicità disarmante, lasciando in bocca un leggero sapore di truffa.
L’ultima geniale trovata nell’applicazione della tassa di soggiorno la vediamo a Bologna, dove l’imposta non va in base alle stelle, ma in base a fasce tariffarie senza un’apparente logica:
- Fascia 1 – da Euro 1 a Euro 30.99 – Euro 1.00
- Fascia 2 – da Euro 31.00 a Euro 70.99 – Euro 1.50
- Fascia 3 – da Euro 71.00 a Euro 120.99 – Euro 2.50
- Fascia 4 – da Euro 121.00 a Euro 200.99 – Euro 4.00
- Fascia 5 – da Euro 201.00 in poi – Euro 4.00
Gli albergatori sono comprensibilmente fuori di sé, tanto che dall’inizio del mese saranno tutti listati a lutto con un manifesto che recita: “La tassa di soggiorno è la tomba del turismo”.
Mille problemi per l’hotel
La cosa che più sorprende è che i Comuni applichino in modo così arbitrario la tassa senza tener conto dei danni che causano non solo ai turisti ma anche a tutti gli operatori. Bologna ne è la prova lampante.
In primis infatti la tassa di soggiorno demotiva i nuovi arrivati, ma implica anche tutta una serie di costi per la struttura.
- Gli albergatori sono costretti a fare gli “esattori” riscuotendo a forza la tassa da ogni ospite al momento del check-out, anche in situazioni ambigue e imbarazzanti, come quando si tratta di clienti di aziende private, di operai inviati per lavoro e persino di membri di squadre di calcio ospiti in città. Nel caso di Bologna, la riscossione della tassa non è semplice. Sarà difficile per l’hotel spiegarla e riscuoterla, e per una struttura che fa Revenue e che quindi varia le tariffe anche giornalmente, il calcolo diventerà complesso con un alto rischio di errore.
- Se un cliente si rifiuta di pagare la tassa, dovrà compilare un modulo che riporta la minacciosa dicitura “la posizione fiscale del soggetto passivo diventa oggetto di immediato controllo con l’ausilio di Agenzia dell’Entrate e Guardia di finanza.” Se l’albergatore non lo obbliga a farlo, rischia una multa fino a 500,00 euro.
- Non dimentichiamo i costi gestionali: la tassa di soggiorno dovrà essere notificata nel sito ufficiale, nei vari booking engine, gestionali e PMS. Questo riguarda non solo gli albergatori, ma anche i fornitori di software, che devono ingegnarsi per capire come integrare questo elemento sempre diverso per ogni Comune.
Tassa di Scopo? Va a finire nei bilanci
Le polemiche si sprecano non solo a Bologna, ma anche a Milano e a Pisa. A Pisa il direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli si è schierato apertamente contro la tassa dichiarando che sarà solo nociva per la città e che non è chiaro come vengano investiti gli introiti, perché solo il 3% sarà di sicuro reindirizzato agli albergatori e utilizzato per la promozione del territorio.
Difatti, nonostante la Tassa di soggiorno sia una “tassa di scopo” e debba essere investita in servizi per il comparto, nella realtà – neanche troppo nascosta – la maggior parte dei Comuni la sfrutta quasi in toto per risanare il bilancio.
Solo la punta dell’iceberg
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, è stato molto critico verso al tassa di soggiorno: “Il turista reagisce male non tanto per la tassa di soggiorno quanto per l’importo: a Parigi‚ di 1 euro e venti, a Firenze è 10 euro a notte. Purtroppo decidono i Comuni, quando fu inserita la tassa di soggiorno fu detto che ci sarebbe stato un regolamento che non è stato mai fatto”.
E ancora sono tanti, tantissimi i dubbi, su come venga investita la tassa. Questo è l’unico punto che sembra accomunare tutte le Città d’Italia, indipendentemente dall’entità della tassa, come avevamo già constatato un anno fa nell’articolo “Pro e Contro della Tassa di Soggiorno”.
Fonte: Il Resto del Carlino
Commento da sergiocucini — 14 Settembre 2012, alle ore 18:14
e se sono sempre stato intransigente nell’avversarla è per molte dele ragioni indicate; una su tutte: non è questa classe dirigente che può applicare una tassa a chi, solo evitando di venire, può manifestare il suo dissenso.
se tassa deve essere, deve essere ridotta e finalizzata al totale reinvestimento nell’ambito turistico.
testimonianza: http://www.facebook.com/groups/148448198544351/
Commento da Mauro Calbi — 14 Settembre 2012, alle ore 23:54
A Cattolica, gli albergatori, insieme al Comune di Cattolica, poi appoggiato dalle categorie economiche dei bagnini, hanno creato un contributo volontario, con il quale il Comune ha evitato la tassa di soggiorno.
Essendo un atto volontario, alcuni alberghi e imprenditori non hanno aderito, pur godendo del vantaggio collettivo della città priva di questa ignobile tassa.
Si stanno cercando strumenti per premiare chi ha invece aderito.
Qui, al 30° minuto circa, trovate l’intervista del giornalista Oscar Giannino al presidente dell’AIA di Cattolica, Maurizio Cecchini, sul contributo volontario.
http://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=120720-noveinpunto.mp3
Commento da Vero501 — 19 Settembre 2012, alle ore 14:29
Sono l’unica a pensare che questa tassa potrebbe essere una manna per i Comuni?
Ok devono impiegarla con più trasparenza, ma non è che se non buttano i soldi in spese direttamente connesse col turismo, vanno persi. Serviranno per tutte quelle spese che ormai non si sa più come pagare visti i tagli che hanno subito tutte le amministrazioni comunali in questi anni… meglio che rifarsi sui cittadini con le multe, no?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 20 Settembre 2012, alle ore 19:22
dovrebbero DETASSARE il comparto turistico e INVESTIRE, poichè è l’unica industria rimasta nel nostro “paese”.
S.
Commento da piero — 21 Settembre 2012, alle ore 10:59
Dire che l’imposta di soggiorno e’ la tomba del turismo e’ a dir poco tendenzioso, e’ irrazionale solo pensare che possa influenzare i flussi, visto che ci sono dei dati oggettivi ed inconfutabili sulle presenze del periodo in cui e’ stata tolta (1989) e sui risultati delle presenze in alcuni comuni in cui e’ stata recentemente applicata (es. 2011 a Padova).
Sul fatto di come verra’ utilizzata il discorso e’ diverso, va tassativamente investita nel turismo, a questo proposito alcuni comuni hanno espressamente demandato le scelte alle strutture ricettive, in altri casi “FORSE” vera’ utilizzata per altri scopi. Dico “FORSE” tra virgolette perche’ in qualche caso la classe politica italiana non e’ delle migliori, ma e’ anche vero che il tessuto produttivo (in questo caso gestori di strutture ricettive) non e’ dei piu’ corretti dal punto di vista fiscale, c’e’ anche un detto “ognuno ha la classe politica che si merita, o forse che ha eletto, o forse ha la classe politica che preferisce”.
Pingback da La tassa di soggiorno. Perchè si e perchè no? « emedia blog – notiziari, email marketing, lead generation — 4 Ottobre 2012, alle ore 09:05
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