Strategie di ripresa per il comparto alberghiero in Europa

Fattori di ripresa per hotel in Europa nel post Covid-19

Dopo lo scossone che il comparto alberghiero ha sperimentato durante la pandemia, ecco che iniziano a vedersi i primi segnali di ripresa.

Lo scenario del travel, tuttavia, è cambiato rispetto al 2019 e gli albergatori si trovano ora di fronte a nuove sfide per poter intercettare i loro potenziali clienti. Per questo, Skift e Oracle hanno collaborato alla realizzazione di uno studio di ricerca globale durante la primavera del 2021, incentrato sul duplice punto di vista – quello dell’albergatore e quello dell’ospite – riguardo all’esperienza post-Covid in hotel.

La domanda di viaggi nel grande mercato europeo dell’hospitality si è ripresa meno rapidamente rispetto a Stati Uniti e Regno Unito. Questo gap è comunque diminuito con la stagione estiva, che ha visto importanti segni di crescita nel settore.

Basandosi sull’esperienza e la competenza dei partecipanti al sondaggio – oltre 500 dirigenti di hotel e poco meno di 5.000 viaggiatori in tutto il mondo –  Oracle e Skift hanno voluto analizzare le opportunità e le sfide che le strutture ricettive dovranno affrontare nel periodo post-pandemia.

 

Uscire dall’ottica di vendita delle singole camere

 

La pandemia ha spinto molti dirigenti di hotel a trovare altre fonti di redditività oltre alla vendita della singola camera, andando a sperimentare nuove strategie per monetizzare e commercializzare i propri prodotti e servizi. Per esempio, il 64% delle strutture europee intervistate ha iniziato a offrire soggiorni più lunghi (di sette o più giorni), mentre il 70% ha puntato sulla proposta di pacchetti viaggio.

Dall’altra parte, però, i viaggiatori europei, diversamente dal resto del mondo, non sembrano così entusiasti di fronte a questo cambiamento. Infatti, al momento di valutare l’importanza di un upgrade o di un’offerta speciale in fase di check-in, solo il 41% di loro ha risposto con un “sì” convinto, il 9% in meno rispetto al contesto internazionale.

Bisogna comunque considerare che il minore interesse dei travelers europei potrebbe dipendere dal rigido blocco dei viaggi che ha colpito il nostro continente per gran parte dello scorso anno.

 

Hotel vs Affitti brevi

 

Il comparto alberghiero sta attualmente operando su due fronti: da una parte sta cercando di riprendersi dall’impatto del periodo Covid, dall’altra si trova anche a difendere il proprio business dalla grande crescita del mercato degli affitti a breve termine.

A questo proposito, a fronte di un 80% su scala globale, il 77% dei dirigenti di hotel europei ritiene che sia giunto il momento di sviluppare prodotti e servizi alternativi per competere con il fenomeno emergente del rental. Rimane però l’incertezza su cosa esattamente si dovrà puntare.

Ciò che spinge maggiormente i consumatori europei e globali a scegliere un affitto a breve termine al posto di una camera di hotel sono elementi come maggiore privacy, accesso alla cucina e, da non sottovalutare, la percezione di una maggior sicurezza rispetto alla possibilità di contagio. Allo stesso modo, i punti di forza riscontrati negli hotel sono: ristoranti in loco, piscina e strutture per il tempo libero, migliori servizi e per finire la posizione e il prezzo.

Tuttavia, gli hotel possono ribaltare la situazione a proprio favore, trasformando le paure dei potenziali clienti in loro punti di forza, rispondendo apertamente ai dubbi dei vacanzieri in merito a igiene e pulizia.

 

L’importanza della tecnologia

 

Molti hotel hanno sfruttato i momenti morti durante la pandemia per rivitalizzare i loro sistemi tecnologici e prepararsi alle nuove aspettative dei consumatori.

Tuttavia, le strutture europee si sono mosse in netto ritardo rispetto ad altre aree. Al contrario, gli albergatori di Asia-Pacifico e America Latina hanno dimostrato grande attenzione per l’aggiornamento dei loro sistemi e della loro tecnologia.

Questo ridotto interesse in Europa da parte degli albergatori si è riflettuto anche nelle risposte dei viaggiatori locali, che sono sembrati molto meno entusiasti degli altri travelers internazionali rispetto a tecnologie contactless, self-service e servizi di messaggistica come parte del loro soggiorno.

Nel complesso, comunque, gli hotel europei sembrano soddisfatti della revisione delle piattaforme e delle procedure operative effettuata in pandemia. L’80% degli albergatori ha dichiarato di aver pianificato ulteriori momenti di formazione del personale, per coinvolgerlo nell’applicazione di strategie che puntino a nuove entrate non da camera, una tendenza tutto sommato in linea con quella globale.

È indubbio che ci troviamo di fronte a una rivoluzione del settore travel: emergono sempre di più nuovi interessi nei viaggiatori, che gli hotel dovranno intercettare traducendoli in nuove strategie e offerte. Non resta che capire quali saranno i primi risultati di questi cambiamenti nel mondo dell’hotellerie.