Revenue Management – il segreto NON è abbassare le tariffe!
1 Settembre 2008Dopo il corso di Revenue Management di Franco Grasso e la pubblicazione dei suoi articoli qui su Booking Blog, ci siamo resi conto che si è creato a volte un malinteso. Franco Grasso insiste spesso sul tema della resistenza psicologica degli albergatori a pubblicare tariffe più basse. Questo non significa che le tecniche di Revenue Management siano basate sull’abbassamento delle tariffe; il Revenue Management è finalizzato ad aumentare i profitti dell’hotel vendendo, ogni singolo giorno, al “prezzo più giusto” che spingerà gli utenti a prenotare. Prezzo che può essere anche molto più alto della vostra attuale “rack rate”.
Vi riproponiamo quindi un commento che ci ha lasciato Giuseppe Savoca, direttore dell’ Hotel D'Orange D'Alcantara, perché siamo sicuri che alcuni suoi dubbi siano condivisi da tanti altri albergatori. Speriamo che la risposta di Sergio Farinelli ma soprattutto le osservazioni di Grasso possano chiarire alcuni malintesi.
Commento di Giuseppe Savoca, direttore dell’ Hotel D'Orange D'Alcantara, Francavilla di Sicilia
Premetto che non ho ancora partecipato ai corsi proposti dal Dott. Grasso per i quali sono curioso e curioso di verificare direttamente la soddisfazione dei miei colleghi albergatori.
Purtroppo parto prevenuto in quanto non ci vuole la scienza, e non me ne voglia il dott. Grasso, per capire e sapere che abbassando il prezzo, le prenotazioni aumentano.
Albergatori, perché non prendete gli individuali a prezzo di gruppo??
Leggendo le riflessioni del Dott. Grasso rispondo alla domanda, alla quale i miei colleghi albergatori no che non ci arrivano, ma non rispondono per chissà quale motivo, relativa al fatto su come mai non si può applicare la tariffa gruppi agli individuali.
Se prendessi individuali a tariffa gruppo, chi mi manda il gruppo, visto che la cifra e le presenze sono più consistenti, vorrà abbassare ulteriormente il prezzo.
Albergatori, perché non prendete gli individuali a prezzo di gruppo??
L’individuale che prenota a tariffa gruppo o comunque contenuta, NON vuole essere trattato come gruppo, ma vuole un servizio personalizzato. Lo vuole il servizio o il pasto personalizzato anche chi prenota all’interno di un gruppo!
Albergatori, ci rientrate a prendere individuali a tariffa gruppo che arrivano ogni 10 minuti per tutto il corso dell’orario di servizio sia della colazione, del pranzo e/o cena? Quindi offrire un servizio lungo.
Ecco la LOGICA perché l’individuale deve pagare di più.
Nel 2004 ho messo le tariffe basse ed ho riempito. Il telefono dell’albergo suonava sempre.
A fine stagione cosa ho dedotto? Ho fatto fare le vacanze quasi gratis e una volta terminata la promozione il cliente non ci torna più perchè vuole la tariffa bassa e basta.
Non c’è più cliente fedele.
Chi ha 50 camere e vende 25 camere a euro 100 al giorno, perché deve fare di tutto per raggiungere l’occupazione del 100%, quindi avere 47/49 o anche 50 camere su 50 vendute a euro 50.
Albergatori, lavorereste il doppio per prendere gli stessi soldi?
Il problema è che purtroppo ci sarà sempre chi lo farà e quindi è una spirale dalla qual non ne verremo mai fuori.
Questo è qualcosa scritto di getto alla lettura dell’intervento del Dott. Grasso.
Spero tanto che partecipando a qualche corso del Dott. Grasso riesca veramente a farmi riflettere sull’abbassare le tariffe, purtroppo il concetto non è quello di essere competitivi o allineati alla concorrenza, questo è come si maschera. La verità e il concetto è che dobbiamo farci la guerra tra poveri, anche se albergatori poveri ci stiamo diventando, quindi fare meno della concorrenza.
Risposta di Sergio Farinelli, Project Manager di QNT Hospitality
premetto che mi fa molto piacere che voglia verificare direttamente il corso del dott. Grasso, che sicuramente saprà risponderle in modo più convincente di quanto non farò io in queste poche righe.
1 – "Purtroppo parto prevenuto in quanto non ci vuole la scienza, e non me ne voglia il dott. Grasso, per capire e sapere che abbassando il prezzo, le prenotazioni aumentano"
Questo è solo uno degli aspetti del Revenue Management. Un aspetto molto più importante riguarda l’uso dello storico delle prenotazioni per vendere a tariffe più alte della rack rate attuale dell’hotel in giorni di alta occupazione.
2 – "Albergatori, perché non prendete gli individuali a prezzo di gruppo??"
Quella di Grasso è una provocazione su alcune resistenze psicologiche di molti albergatori ad abbassare le tariffe agli individuali, salvo poi svendere le camere ai gruppi anche in periodi di alta occupazione per avere la sicurezza di “aver riempito le camere” (perdendo così ampi margini di profitto).
3 – "Chi ha 50 camere e vende 25 camere a euro 100 al giorno, perché deve fare di tutto per raggiungere l’occupazione del 100%, quindi avere 47/49 o anche 50 camere su 50 vendute a euro 50"
Il discorso è leggermente più complicato e riportandolo in questo modo viene a mancare uno dei capisaldi del Revenue Management: non si vende a una mono-tariffa (che siano 100 o 50 euro), ma si applica una forchetta tariffaria. Nella stessa data, grazie alla tecniche di Revenue Management, si vende la stessa tipologia di camera sia a 50 che a 200 euro (per fare un esempio).
Il caso che fa lei (25 camere a 100 euro / 50 camere a 50 euro) non si verificherà mai se applichiamo il Revenue Management. Anche se fosse, vendendo 25 camere in più e lavorando bene all’interno dell’hotel, avremo 50 persone soddisfatte invece di 25 (probabilmente anche più soddisfatte perché hanno pagato meno), più visibilità sui portali, più passaparola positivo e più possibilità di vendere servizi accessori.
4 – "Nel 2004 ho messo le tariffe basse ed ho riempito. Spero tanto che partecipando a qualche corso del Dott. Grasso riesca veramente a farmi riflettere sull’abbassare le tariffe"
Grasso non vuole farle abbassare le tariffe, ma aumentare i profitti, abbassando ed alzando le tariffe in funzione del tasso di occupazione.
Spero di averla ulteriormente incuriosita sull’argomento, e la attendiamo a questo punto al Corso di Revenue Management di Firenze , dove potrà confrontarsi in ogni momento con il dott. Grasso e approfondire anche la promozione online degli hotel, la perfetta integrazione delle tecniche insegnate durante i 3 giorni di corso.
Risposta di Franco Grasso
In realtà il Revenue Management che ricordiamo ha come obiettivo la vendita di tutte le camere alla migliore tariffa possibile, non fa altro che trovare la soluzione migliore per ogni albergo definendo il livello di intervento (che secondo la mia definizione può essere base, avanzato e maturo), livello che a sua volta dipende dallo stato commerciale e tariffario della struttura.
Evidentemente non tutti gli alberghi si trovano allo stesso stadio di maturità commerciale e tariffaria per cui, ad esempio, in alcuni casi si rende necessario un attento lavoro sull’analisi dello storico e sulle resistenze tariffarie per individuare la giusta politica di Revenue che ci permetta di vendere al meglio (regolarmente riscontro le “rack rate” degli alberghi troppo basse).
Molti alberghi tuttavia si trovano in una situazione commerciale e tariffaria talmente disastrata per cui le “alte tecniche“ di Revenue Management non possono essere applicate in quanto si deve lavorare sul grezzo e allora l’unica possibilità per migliorare il fatturato è rappresentata dalla semplicissima e banalissima apertura di canali fin a quel momento chiusi o comunque ignorati e il riadeguamento al ribasso delle tariffe di partenza. Il concetto chiave da comprendere in questo caso è che la tariffa di penetrazione condizionerà il mercato portando un incremento delle materializzazioni e conseguentemente del fatturato totale, delle vendite interne oltre a creare un passaparola positivo e produttivo derivante dal migliorato rapporto qualità/prezzo.
Facile? …bene allora facciamolo… è semplicemente l’inizio di un percorso lungo e affascinante per chi ama questo lavoro…
Buon revenue a tutti
Franco Grasso
E voi, cosa ne pensate? Fateci conoscere la vostra opinione commentando l’articolo!
Commento da Claudia Da Rin — 2 Settembre 2008, alle ore 10:31
Carissimi,
premetto che lavoro nel settore turistico alberghiero da oltre 20 anni, sia nell’ambito operativo in qualità di direttore d’albergo sia nel settore commerciale sales and marketing. Oggi rappresento in Italia una società tedesca che si occupa di distribuzione on line nei canali GDS e Pegasus ODD.
Tutti i giorni sono in contatto con Hotels, Agenzie di Viaggio, Tour Operator, Consortia Mondiali, Portali Internet, GDS ed ho l’opportuinità di avere una visione a 360 gradi delle scenario.
La fotografia della situazione ad oggi, negli hotels in Italia è di una gran confusione dove pochi, pochissimi Hotels hanno le idee chiare di come gestire una strategia di vendita articolata ed adeguata ai tempi d’oggi.
Questo è dovuto alla carenza di informazioni adeguate relative al mercato in cui si opera ed alla poca volontà di molti di non tenersi aggiornati con i tempi.
Vige molto la politica del fai da te o del sentito dire.
Pongo un paio di quesiti. Chi sa esattamente come funzionano i canali GDS? Chi sa esattamente come viene gestito il data base di un Portale Internet e quali sono i meccanismi in esso contenuti?
Inoltre ritengo necessario, per gli hotels:
– rispolverare la vera cultura dell’albergatore che un pò si è persa di vista.
– effettuare un’adeguata formazione del personale
– essere un pochino più umili ed imparare, anche da corsi come quelli del Dr. Grasso.
– tenersi sempre aggiornati
Un caro saluto
Claudia Da Rin
Commento da Paolo — 2 Settembre 2008, alle ore 10:47
“rispolverare la vera cultura dell’albergatore che un pò si è persa di vista”
Credo che tanti albergatori nella mia situazione si trovano in difficoltà perché lo scenario non è più quello di una volta.
Ci vuole tanto tempo per pensare agli ospiti, all’hotel. Chi attua tutti i giorni la vera cultura dell’albergatore (che non è fare “affari” ma ospitare) si trova in difficoltà perché su Internet ci sono tante cose da fare, tante cose su cui aggiornarsi ma non è facile trovare la cosa più importante…il TEMPO…
Commento da Simone Cuomo — 2 Settembre 2008, alle ore 13:57
L’importanza del revenue managment nella strategia di ogni albergo da quello a conduzione familiare a quello di catena è importante. Le sue origini risalgono agli anni 60 negli Stati Uniti dopo la liberalizzazione delle tariffe nel settore degli aerei.Il posto su un aereo è considerato infatti è un “perishable item” per cui una volta decollato l’aereo le potenziali revenue derivanti dalla vendita del posto sull’aereo svaniscono. Lo stesso concetto lo si applica oggi nell’industria alberghiera per cui si ottimizza l’inventario delle camere a cui si collega una determinata strategia tariffaria. E’ inutile che aggiunga quanto sia stato utile per me il corso di Franco Grasso nel capire ed approfondire questi concetti. Aggiungo un ultimo punto che non è stato trattato: La scarsa competitività delle strutture alberghiere italiane e la conseguente cattiva relazione prezzo/qualità nei servizi. Si paga troppo per quello che si ottiene specialmente comparato in uno scenario che non è europeo ma mondiale. Pochissime catene alberghiere, molti alberghi in mano a singoli proprietari ne consegue una redditività calante anche dovuta alla impossibilità di fare sistema.
Concludendo con una provocazione:
E se in un mondo impossibile domani in Italia tutti facessimo Revenue Management quale sarebbe la conseguenza, tariffe bassissime? Certo che no a questo punto il servizio farebbe la differenza e la qualità media si innalzerebbe e di conseguenza aumenterebbe la domanda perché finalmente l’Italia sarà vista, dal punto di vista dell’ospitalità, come un paese dall’eccellente rapporto qualità / prezzo.
Commento da alessio — 2 Settembre 2008, alle ore 14:25
Ciao Simone,
non posso che darti ragione, sosprattutto sulla competitività dell’Italia in questa estate difficile per tutto il mondo turistico. Ti ripropongo un passaggio di un articolo in cui parlavamo dei percorsi di acquisto dei viaggiatori:
Commento da Gerardo De Santis — 3 Settembre 2008, alle ore 23:09
Salve è chiaro che l’argomento è molto ampio e articolato e rispondere, secondo il mio punto di vista ad alcuni commenti è un pò lunga la cosa; ma vorrei dire in modo amichevole e provocatorio al direttore dell’ Hotel D’Orange D’Alcantara Giuseppe Savoca, che saluto, perchè “Albergatori non vendere i gruppi a tariffa degli individuali..?” E’ chiaro che non è farina del mio sacco questa domanda ma di F. Grasso.
Su questa domanda sono nate tante vere riflessioni è chiaro che ha le sue complicazioni…ma immaginate se tutta la classe alberghiera cambiasse tendenza, chi si troverebbe a correre al mattino l’albergatore o l’operatore…?
Concordo pienamente con Claudia sul suo commento…non ho esperienza di GDS e spero di farla presto ma lavoro quotidianamente su gli IDS.
Dalla mia esperienza posso dirvi che conoscere in maniera approfondita su come girano gli extranet di questi regala belle soddisfazioni.
Con alcuni di loro ho applicato alcune tecniche revenue “Grasse” embè mo ci vuole e sono ingrassato 🙂
Tutto si sta raddoppiando….vi giuro nella mia mente ed in cuor mio frulla sempre la ricerca del profitto ingrassato.
Effettuo letture di vari autori e tutti dicono delle verità frutto di esperienze.
Ma il dilemma è: fare lo zoccolo duro e poi scendere (vecchia tendenza; come tariffe individuali per gruppi) oppure scali la montagna…e piazzi la bandiera..?
La seconda è molto stimolante…!
Saluti
Gerardo
Commento da Antonello Maresca — 4 Settembre 2008, alle ore 10:27
Il contributo di Giuseppe Savoca, direttore dell’ Hotel D’Orange D’Alcantara lo interpreto come una “sana” provocazione che mira all’apertura di un dibattito sul tema; caro Direttore ci è riuscito!
Il problema è molto più ampio e non è “sano” ricondurlo alla semplice politica tariffaria da applicare, a prescindere dagli strumenti e dalle strategie.
Il settore della vendita del prodotto ospitalità è cambiato tantissimo nell’arco degli ultimi anni e gli albergatori e i loro direttori hanno interpretato il cambiamento (oserei dire la rivoluzione) affrontandolo con soluzioni non progettuali e organiche. Ogni cosa veniva e viene affrontata senza coordinarla con l’altra in maniera logica.
L’albergo o qualsiasi struttura che offre ospitalità deve intendersi come entità unica che deve essere gestita coordinando le scelte in ottica globale. Cari signori non è il solo prezzo a fare la differenza. Non dimentichiamo il cliente e le sue esigenze. Il turismo non è una fabbrica di solo fatturato ma è un veicolo di emozioni e di soddisfazione delle esigenze dei potenziali clienti.
Vogliamo vendere e fidelizzare il cliente (il direttore dice che il cliente non è fedele e cerca solo la tariffa)? Allora segmentiamo la comunicazione rivolgendoci ad ognuno nella maniera migliore. Organizziamo le strutture ed il personale in modo da poter ospitare nel modo giusto i clienti. Usiamo gli strumenti che la rete ci mette a disposizione e viviamolo in maniera “sociale” inserendo gli alberghi nelle logiche delle comunità rapprentate dalla rete stessa. Investiamo in professionalità e formazione e non vediamo tutto questo sempre e comunque come un costo. In questo modo si troverà anche il tempo per delegare e per poter fare quello che un albergatore dovrebbe fare: ospitare!
Poi, logicamente, pensiamo alla politica tariffaria che credo non possa prescindere da strategie di revenue management.
Commento da Marco Diana — 4 Settembre 2008, alle ore 12:04
Buongiorno Antonello,
sono d’accordo con quello che dici, ma volevo fare una precisazione, dato che mi occupo in prima persona di analisi dei mercati turistici europei.
E’ vero che il turismo non è una “fabbrica di solo fatturato”, ma in Italia dovrebbe diventarlo.
Credo che i tempi siano maturi per smettere di pensare alla gestione alberghiera in modo “romantico” e cominciare ad applicare gestioni aziendali basate sul profitto e sugli strumenti finanziari e non su passioni o parole.
Per allinearsi con il resto del mondo…se no continuiamo ad essere il solito paese a metà fra il simpatico ed il ridicolo…
Un hotel fa profitto solo se riesce a soddisfazione le esigenze dei clienti, quindi credo che alla fine le nostre osservazioni siano complementari.
Saluti,
Marco Diana
Commento da vale — 4 Settembre 2008, alle ore 13:35
Buongiorno a tutti,
sono da poco iscritta a booking blog e leggo con molto interesse gli articoli e, soprattutto i vostri commenti ed esperienze.
Condivido pienamente tutto ciò che ho letto riguardo al Revenue management, in particolare il sistema di differenziare i segmenti di mercato, ovvero creare differenti scale tariffarie a seconda dei segmanti di clientela.
La domanda che vorrei porre e chi vorrà rispondere è la seguente: Tutto ciò vale anche per strutture molto piccole, al di sotto delle 15 camere, come il nostro caso?
Non ne sono sicura..
Grazie a tutti e buon lavoro!!
Vale
Commento da Antonello Maresca — 4 Settembre 2008, alle ore 14:18
Ciao Marco,
concordo con quello che dici. Il problema è che la media degli albergatori vive in quella “terra di nessuno” che li colloca come dici tu (riferendoti al nostro paese) tra il simpatico ed il ridicolo.
L’albergatore è un imprenditore e deve comportarsi come tale perseguendo il profitto con strategie manageriali non dimenticando quello che ho detto sopra.
Saluti
Commento da Sergio Farinelli — 4 Settembre 2008, alle ore 15:09
Ciao Vale,
innanzitutto benvenuta tra i lettori di Booking Blog !
Per quanto riguarda la tua domanda la struttura “ideale” per conseguire i migliori risultati dall’applicazione delle tecniche di RM è un hotel 4 stelle nel centro storico con un centinaio di camere.
Ma come sempre generalizzare induce in errore, ti garantisco che anche con un piccolo hotel con 15 camere puoi ottenere eccellenti risultati dall’applicazione delle tecniche di revenue.
Saluti,
Sergio
Commento da francesco butturini — 9 Settembre 2008, alle ore 17:11
buongiorno a tutti,
ben sapendo che non è nè con le generalizzazioni, nè con le specializzazioni eccessive che si riesce a leggere un fenomeno, sono purtroppo oramai sconfortato nel leggere sempre le stesse cose:tecnici che cercano di spiegare che il turismo (sia esso ospitalità alberghiera o tour operating o intermedizione) è un settore industriale con leggi, comportamenti e processi ben chiari e definiti, che “fregare” il cliente è nel turismo, come in tutti i comparti, il peggior comportamento commerciale, che presumere di sapere tutto e di non dover cambiare nulla è l’unica legge riconosciuta, che è sempre colpa di qualcun’altro, ecc.ecc.
purtroppo le uniche vere leggi sono la cura e l’attenzione ne: la coerenza del prodotto, il rispetto del consumatore, lo studio del mercato, l’aggiornamento, il rinnovamento, l’investimento nelle risorse umane, la pianificazione.
non costruire strade nè ristrutturare le infrastrutture, buttare fondi nelle attività di comunicazione istituzionali, assumere in nero, risparmiare sui servizi ai clienti, speculare sulle famiglie, rubare nelle camere, creare agenzie di promozione inutili, improvvisare e scappare sono i nostri mali.
ben vengano studi, corsi, scambi di informazioni, curiosità. auguri a tutti
Commento da Massimo Berti — 10 Settembre 2008, alle ore 20:37
Ciao Vale e un saluto tutti i colleghi. Uno dei dati da avere sempre sott’occhio per capire il Revenue, indipendentemente dalla tipologia e categoria dell’albergo, è la VERA quantità di camere che si hanno a disposizione. Il tuo albergo di 15 camere, non ne ha 15 da vendere, bensì 5475 in un anno, e questo è un numero che fa tutto un altro effetto, vero ? E siccome proprio i costi dell’albergo saranno creati da 5475 camere di cui una grossissima parte vuote causa la bassa stagione e la bassa occupazione, è chiaro che scatta l’impellente necessità di affittare le stanze a tutte le tariffe possibili. Che saranno ponderate, equilibrate e proposte in base a precisi concetti di Revenue che permetteranno di fare di tutto per vendere anche quelle camere che l’anno precedente erano rimaste VUOTE, senza intaccare quella parte di camere che avresti comunque venduto, e probabilmente anche a tariffa migliore dell’anno scorso. Sinceramente ti dico che è dura da accettare e da ‘fare tua’, ma i risultati ti sorprenderanno. Parola di consulente alberghiero ex albergatore. Buon lavoro e buon divertimento, perché è anche questo……
Commento da Pietro — 25 Settembre 2008, alle ore 17:04
“Chi ha 50 camere e vende 25 camere a euro 100 al giorno, perché deve fare di tutto per raggiungere l’occupazione del 100%, quindi avere 47/49 o anche 50 camere su 50 vendute a euro 50.
Albergatori, lavorereste il doppio per prendere gli stessi soldi?”
Niente di più sbagliato, se si riesce a vendere 25 camere a 100 euro, quelle vanno possibilmete continuate vendute a quel prezzo, il revenue aiuta sopratutto a far vendere le restanti 25 spesso abbassandone il prezzo, poi il discorso è molto più ampio e complicato a seconda del livello del revenue, ma la base è semplice e logica.
Commento da Pietro — 25 Settembre 2008, alle ore 17:04
“Chi ha 50 camere e vende 25 camere a euro 100 al giorno, perché deve fare di tutto per raggiungere l’occupazione del 100%, quindi avere 47/49 o anche 50 camere su 50 vendute a euro 50.rnAlbergatori, lavorereste il doppio per prendere gli stessi soldi?”rnNiente di più sbagliato, se si riesce a vendere 25 camere a 100 euro, quelle vanno possibilmete continuate vendute a quel prezzo, il revenue aiuta sopratutto a far vendere le restanti 25 spesso abbassandone il prezzo, poi il discorso è molto più ampio e complicato a seconda del livello del revenue, ma la base è semplice e logica.
Commento da FELICE — 7 Novembre 2008, alle ore 16:40
Ciao a tutti, faccio questo lavoro da 10 anni nelle compagnia aeree. Giornalmente mi sono scontrato e mi scontro con persone che La pensano come il Dott. Savoca. Anche se è stato ampliamente spiegato da altri prima di me vorrei sottolineare che la STRUTTURA TARIFFARIA e la sua applicazione devono essere assolutamente integrate, in precedenza, con una attenta analisi dei costi fissi, dei costi variabili e sopratutto supportate da una attenta analisi dei dati storici e di advance. L’analisi serve per capire in che modo utilizzare le leve della struttura tariffaria per poter aumentare il REVPAR non solamente il Load Factor. La miglior tariffa possibile per quella precisa data. Sarebbe per assurdo o quindi vendere 50 camere a 60 € piuttosto che 25 a 100 ( anche se un revenue manager non venderebbe tutto a 60 chiaramente ). Il revenue manager poi interverrà anche nel caso contrario ossia ad alta domanda aumenterà i prezzi fino al punto di rottura ove possibile.
Vi racconto poi un’ esperienza che mi è capitata l’ altro giorno, ero nei dintorni di Milano, in aperta campagna, con altri due miei colleghi, erano le 21.00 e stavamo cercando un albergo per passare la notte, ci servivano tre camere singole. Un albergatore ci ha fatto il prezzo di 70€ al che gli ho proposto di abbassare la tariffa di 10€ ( per ragione di budget ). Ora l’ hotel aveva pochissimi ospiti, noi eravamo affamati e ce ne saremo andati via il giorno dopo. L’ albergatore ha preferito rinunciare a un guadagno di 180€ + revenue ancillare ( ristorante e bar ), piuttosto di “perderne” 30€. Risultato siamo andati in un altro Albergo dove, accettando il nostro prezzo, abbiamo speso in tre per una notte 300€ ( ristorante e bar compresi ).
Saluti
Felice
Commento da Pietro — 3 Dicembre 2008, alle ore 09:12
“Chi ha 50 camere e vende 25 camere a euro 100 al giorno, perché deve fare di tutto per raggiungere l’occupazione del 100%, quindi avere 47/49 o anche 50 camere su 50 vendute a euro 50.rnAlbergatori, lavorereste il doppio per prendere gli stessi soldi?”rnNiente di più sbagliato, se si riesce a vendere 25 camere a 100 euro, quelle vanno possibilmete continuate vendute a quel prezzo, il revenue aiuta sopratutto a far vendere le restanti 25 spesso abbassandone il prezzo, poi il discorso è molto più ampio e complicato a seconda del livello del revenue, ma la base è semplice e logica.