Le recensioni di TripAdvisor sul sito dell’hotel? Un possibile invito a prenotare tramite gli intermediari
28 Novembre 2008Sono molti gli albergatori italiani che nelle ultime settimane hanno ricevuto da TripAdvisor un’e-mail promozionale per il lancio del nuovo “Ratings & Reviews Widget”, un piccolo box che permette di visualizzare sul sito dell’hotel frammenti di recensioni, voti degli ospiti e foto pubblicate su TripAdvisor.
La promessa di TripAdvisor è: “le recensioni degli utenti aumenteranno le conversioni del sito dell’hotel”. Dobbiamo proprio credere che il proposito di TripAdvisor sia unicamente un disinteressato aiuto al settore turismo? Perché tanto sforzo promozionale per far includere le recensioni nel sito web dell’hotel?
Quando un hotel inserisce il “Rating & Reviews Widget” sul proprio sito, sta di fatto permettendo all’utente di cliccare su un link esterno che porta a TripAdvisor.
Un link esterno sul sito dell’hotel è sempre una sconveniente interruzione di quel “momentum” nella navigazione che, se il sito è ben progettato, dovrebbe catturare l’utente e portarlo dall’homepage alla pagina di prenotazione senza interruzioni.
Un link esterno a TripAdvisor è però ancora più sconsigliabile:
- Manca un link al sito ufficiale dell’hotel
- Tutta la pagina invita l’utente a prenotare, con le relative commissioni, tramite intermediari come Lastminute, Venere, RatesToGo, eDreams, Expedia, Hotels.com
Se clicchiamo sul bottone “Confronta i Prezzi” si apre un pop-up che fa una comparazione prezzi sugli intermediari. Sia nel box “Vedi tariffe e disponibilità” che precede le recensioni, sia nei due box arancioni "Clicca qui per i migliori prezzi” e “Offerte Speciali” nella barra sinistra ritroviamo gli stessi intermediari. Stesso dicasi per i pop-up che si aprono frequentemente navigando il sito (anche quando si cambia mese cercando la disponibilità sul calendario) e che invitano l’utente: “Controlla le tariffe più vantaggiose di oggi e risparmia!“.
Conclusione
Con queste nuove informazioni, possiamo leggere sotto una luce diversa la promozione che TripAdvisor fa della sua “nuova” funzionalità “Ratings & Reviews Widget”:
“According to a recent study, 87% of travelers read reviews when planning their next trip. Use TripAdvisor content to promote your business and enhance your website. It's free and easy – we'll give you the code, all you have to do is insert it into your website.”("Secondo un recente sondaggio, l'87% dei viaggiatori legge recensioni prima di prenotare il proprio viaggio. Sfrutta i contenuti di TripAdvisor per promuovere la tua attività e per arricchire il tuo sito web. É facile e gratis: basta inserire il codice che ti invieremo sul tuo sito web.")
Anche se le recensioni degli utenti aumentano effettivamente la capacità di persuasione di un sito web, proviamo a pensare agli interessi realmente in gioco, e chiediamoci perché TripAdvisor sia così proattivo nel cercare di implementare i proprio contenuti sui siti dei singoli hotel.
La risposta potrebbe davvero aumentare il tasso di conversione del nostro sito web…
Commento da filippo — 28 Novembre 2008, alle ore 09:57
Dobbiamo innanzitutto capire che Tripadvisor non è altro che una operazione commerciale – ben fatta – sulle spalle di chi investe centinaia di migliaia di euro sulla propria struttura.
Qualche tempo fa avevo inserito, proprio le recensioni di Tripadvisor sul mio sito. Quest’anno le ho tolte, perchè nonostante le numerose recensioni positive, Tripadvisor continuava a mettere in rilievo l’unica recensione negativa, che ovviamente attirava l’attenzione più delle altre positive.
Quindi dal mio punto di vista la risposta è: non mettere le recensioni di Tripadvisor sul sito dell’hotel.
Commento da satu — 28 Novembre 2008, alle ore 10:25
per me è chiaro, per ricevere link in entrata univoci, senza cioè darne di ritorno, e per aumentare la loro conversione tramite la vendita di camere nei portali.
Commento da Ale — 28 Novembre 2008, alle ore 18:08
Ciao, mi sono iscritto qualche giorno fa e vi leggo tutti i giorni, un buon mezzo per confrontarci…..
anche a me è arrivata la richiesta di trip advisor e concordo in pieno con voi, una mossa in più per far vendere le nostre camere a booking, expedia ecc. ecc.
Ciao a tutti e buon lavoro
Commento da egidio — 30 Novembre 2008, alle ore 11:09
anche io sono dello stesso avviso. Trip advisor è molto visitato perchè importante nella scelta del consumatore finale, ma non deve essere assolutamente evidenziato nel proprio sito.
Commento da m.aggiato — 2 Dicembre 2008, alle ore 00:30
MODERAZIONE * messaggio cancellato * motivo: contenuto promozionale
Commento da Massimiliano — 2 Dicembre 2008, alle ore 10:27
Ho notato che da pochi giorni c’è un altro link: “Chiama ora per prenotare: da Hotels.com” con il numero di telefono, e non vorrei che qualcuno avesse anche a confondersi.
Ho sempre apprezzato TripAdvisor ma la piega da sito retailer che sta prendendo mi preoccupa molto…
Commento da m.aggiato — 2 Dicembre 2008, alle ore 10:01
MODERAZIONE * messaggio cancellato * motivo: contenuto promozionale
Commento da satu — 2 Dicembre 2008, alle ore 11:32
aggiungo Expedia e Tripadvisor secondo me c’ è qualcosa sotto….
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 10 Dicembre 2008, alle ore 15:15
Dopo recente incontro a Firenze con il CEO di tripadvisor, ritengo che il contenuto intellettuale delle recensioni di TRIPAD sia 50% proprietà del TRIP e 50% proprietà dell’hotel, poiche è un contenuto che parla dell’hotel, quindi, ipotizziamo che ogni recensione sia stata comunicata in parallelo anche all’hotel, oltre che sul sito di tripadvisor e ANDIAMO A COPIARE E INCOLLARE LE RECENSIONI DA TRIPADV al nostro sito diretto, magari cambiando qualcosina e voglio vedere se TRIPADVISOR riesce a farci causa per copyright. Utilizziamo i colossi per essere noi piccoli sempre più forti.
Commento da ValaraViaggi — 30 Dicembre 2008, alle ore 17:48
Buongiorno a tutti,
sono un agente di viaggio piemontese, profondo amante del web legato al turismo ed alla professione turistica.
Vi leggo con molto piacere e curiosità.
Piacere perchè ci si rende conto del modo di vedere il business di un settore sinergicamente e strategicamente collegato alla rete agenziale.
Curiosità perchè ci si rende conto che due “pezzi delle stesso puzzle” spesso non vogliano venire incastrati nel verso giusto.
Leggo i vostri commenti circa Tripadvisor e resto pensieroso (=leggasi preoccupato) su diversi spunti:
1) perchè si continua a vedere l’intermediazione come fattore negativo per la crescita dell’occupazione e del fatturato alberghiero?
Provo ad abbozzare una risposta: perchè si devono formulare tariffe molto al di sotto dei listini e (forse) la gestione dell’allottment non direttamente gestito è confusa, volatile ed imprecisa.
Circa le tariffe posso ribattere: molto molto spesso, lo dico per esperienza, le tariffe web promo sui vostri siti sono inferiori alle migliori tariffe nette intermediate. Poichè non penso che vendiate in perdita, mi chiedo perchè tanta ostilità verso l’intermediario (agenzia classica od OLTA).
Circa la gestione dell’allottment, non mi pronuncio perchè la vostra professionalità sa benissimo quante camere possono essere dedicate all’intermediazione contrattualizzata. Se alla lunga non c’è rendita, decidete in maniera più oculata i vostri allottment.
2) Tripadvisor: va da sé che uno dei 10 siti più cliccati al mondo abbia una ottima base di business alle spalle che trae origine dalla sacrosanta intermediazione il cui principio si basa sul reciproco scambio di servizi: Ti offro consulenza (recensioni) e tu mi remuneri con una commissione.
Qui lo dico e non lo nego: molti agenti di viaggio utilizzano spessissimo Tripadvisor prima della scelta dell’hotel da proporre al cliente. E’ chiaro che su molte destinazioni abbiamo i nostri 3, 4 o 5 hotel di riferimento a vendita sicura, ma molte volte non possiamo permetterci di consigliare un ottimo hotel vicino alla zona fiera a shangai o nell’area della stazione a Tokio o in mezzo ai parchi canadesi. Quindi è indispensabile appoggiarci ai criteri di valutazione collettiva, che oggi si chiama Tripadvisor.
Attenzione a questo: “Dobbiamo innanzitutto capire che Tripadvisor non è altro che una operazione commerciale – ben fatta – sulle spalle di chi investe centinaia di migliaia di euro sulla propria struttura.” Niente di più errato! attenzione: non si parla di aver SOLO sviluppato una fortunata operazione commerciale, si parla di aver svegliato una necessità latente del turista: sapere già da prima se un hotel mi piacerà o no. 1 commento vale poco, 200 commenti sono decisivi sulla scelta. Hanno saputo creare una forma di “criterio di scelta sociale”, da non sottovalutare.
Alcuni blog di albergatori americani e britannici riportano casi molto fortunati di sfruttamento della corrente Tripadvisor.
Resta fondamentale che non esiste Tripadvisor che tenga senza la qualità del servizio.
3) perchè si continua a vedere l’intermediazione hotel-agenzia di viaggi (od OLTA) come fumo negli occhi? Noto delle connotazioni negative legate alla vendita delle vostre camere a booking.com, expedia, ecc. e faccio riferimento a “anche a me è arrivata la richiesta di trip advisor e concordo in pieno con voi, una mossa in più per far vendere le nostre camere a booking, expedia ecc. ecc.”
Ma insomma: siete o non siete voi albergatori a firmare i contratti con gli stessi expedia, booking, ecc ecc.? Se non va bene essere venduti da expedia, booking, ecc ecc. tramite tripadvisor (che vi rende un servizio), perchè “una mossa in più” per far vendere sembra essere una trappola? Sono io che sbaglio o qualcuno vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca?
Io sarei molto felice che i rapporti tra albergatori e distribuzione (agenzie tradizionali ed on line) fossero più distesi e meno …”trappole”.
Sarei felice di ricevere commenti al mio.
Saluti
Dario Bertoli
Commento da filippo — 3 Gennaio 2009, alle ore 20:01
Salve Sag. Bertoli,
Concordo in parte con lei quando dice che “svegliato una necessità latente del turista: sapere già da prima se un hotel mi piacerà o no.
E’ giusto che un turista scriva quello che pensan su una struttura ricettiva. Probabilmente lei sa che su 100 turisti soddisfatti sono pochi a scrivere una recensione positiva, mentre anche un solo turista insoddisfatto ne scrive una negativa.
Questo dato dovrebbe già farle capire l’enorme inattendibilità di Tripadvisor come strumento per procacciare le prenotazioni.
Aggiungo inoltre che se esistesse un TripAdvisor dove i turisti o magari strutture ricettive potessero esprimere le loro opinioni sugli intermediari, probabilmente non la penserebbe così.
Sul fatto perchè si continua a vedere l’intermediazione hotel-agenzia di viaggi (od OLTA) come fumo negli occhi. Oggi esistono ancora agenzie o tour operator che continuano a chiedere anche il 30% di commissioni e allottment senza alcuna garanzia di affitto.
Va da sè che la tendenza alla disintermediazione non può che aumentare.
Ciò non toglie tuttavia che i rapporti tra agenzie e operatori possa essere più disteso a patto che i primi riescano a capire che i costi di gestione di una struttura non sono più quelli di una volta di conseguenza non è più possibile pagare delle commissioni così alte agli intermediari.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 7 Gennaio 2009, alle ore 16:36
Gentile Filippo,
TRIPADVISOR è veritiero al 100%, perchè?
Perchè è un sistema RELATIVO e come tale deve essere intrpretato,
errore comune è la focalizzazione sul singolo commento o sulla maggiore
probabilità del commentaccio piuttosto che del commentuccio.
1) è RELATIVO poichè le strutture sono presentate in ORDINE,
classificate le une in base alle altre, quindi non c’è un numero uno due tre,
ma c’è un primo secondo terzo rispetto al milletrecentesimo etcc..
2) è REALE poichè la sua relatività è egualmente applicata a tutte le
strutture: TUTTI giochiamo con le stesse REGOLE e i turisti scontenti
capitano in egual misura a tutte le strutture, il sistema funziona poi sui
grandi numeri, quindi come si insegna in metodologia della ricerca sociale,
un maggior numero di pareri ci avvicina alla verità.
3) è VERO perchè il turista che ci scrive non ne trae alcun profitto, tranne che la sua volontà di comunicare ad altri la propria esperienza.
Spagna e Francia sono realtà che hanno portali NAZIONALI di intermediazione online, in ITALIA non è stato possibile, il progetto di ITALIA.IT sappiamo bene tutti come è andato, gli albergatori italiani, tranne alcune degne di nota realtà nel fiorentino e a Venezia, sono molto disuniti e in guerra come piccoli feudatari, spesso nelle mani degli intermediari più ghiotti.
E’ inoltre errato parlare di percentuali se non analizzando il rovescio della medaglia, poichè un itermediario è due cose:
– fornitore di prenotazioni
– fornitore di VISIBILITà/PUBBLICITà
etrambi tali parametri vanno quantizzati per poter esprimere un parere sul troppo caro o no.
Cordiali Saluti,
Dott Stefano Tiribocchi
Commento da ValaraViaggi — 7 Gennaio 2009, alle ore 23:50
Buonasera Filippo,
concordo ahimè sulla consueta favoletta del cliente insoddisfatto che vale come cento soddisfatti, ragione in più nel mio mestiere e ancorpiù nel vostro di puntare ad un servizio totalmente rivolto alla massima soddisfazione del cliente ad alla qualità totale.
Se per questa motivazione (1=100) Tripadvisor è inattendibile, però la situazione si capovolge completamente nel momento in cui il cliente è pienamente soddisfatto in un hotel ai primi posti della classifica: acquisisce fiducia nello strumento sociale e se ne appropria, ritenendolo … la Bibbia del turista.
Spero di convincervi di quanto le valutazioni collettive siano fondamentali e non più sottovalutabili.
Io sarei l’agente di viaggio più felice del mondo esistesse un Tripadvisor per i miei clienti, sarebbe il più grande strumento di marketing a costo zero che mi potrei permettere!
Io invidio il “coraggio” di agenzie che chiedono il 30% senza garanzie. Quando a noi concedono il 12% mando sempre una mail di riconoscenza alla struttura perchè riconoscere il nostro lavoro come tale e non da “ufficio informazioni”, e mi fidelizzo la struttura.
E poi nessuno obbliga a firmare contratti al 30% senza garanzia, viviamo uno scenario economico di iper-offerta, che ognuno si scelga i partner migliori.
Sono d’accordo con lei circa i costi di struttura e la capisco. C’è però dall’altro lato una tale pluralità di canali distributivi che uniti alla ottima qualità dei servizi non possono che dare un soddisfacente riempimento.
Sarei lieto di conoscere il suo punto di vista, e quello di altri colleghi.
Saluti
Dario Bertoli
Commento da sfarinel — 8 Gennaio 2009, alle ore 22:03
Ciao Filippo,
i dati sulle recensioni divulgati da TripAdvisor in occasione del BTO di firenze e confermate da altri player indicano che il 70% delle recensioni pubblicate dagli utenti sono positive. Questo probabilemente significa che gli utenti oggi sono più portati a condividere con altri esperienze positive piuttosto che non negative.
Commento da filippo — 9 Gennaio 2009, alle ore 12:02
Buongiorno Sfarinel,
è un dato logico.
Poniamo 100 turisti.
1 scrive una recensione negativa, due una positiva, 97 non scrivono niente.
Abbiamo 3 recensioni in tutto.
Ecco quindi il 70% (circa) che scrive recensioni positive.
Commento da filippo — 9 Gennaio 2009, alle ore 12:25
Gentile Dott Stefano Tiribocchi,
Rispondo cortesemente ad alcuni suoi punti.
Tripadvisor non è un sistema di statistiche tra strutture. Personalmente non mi interessa essere il 1°, il 30° o il 1000° tra le strutture ricettive, non sono in gara con nessuno. E’ logico che le regole sono uguali per tutti. Ci mancherebbe altro!
Che il turista non ci trae nessun profitto è vero in parte. Certamente nessun profitto economico.
Se lei è proprietario di un Hotel o una qualsiasi struttura ricettiva, sa benissimo che si sono centinaia di persone che tendono a sfogare il proprio atteggiamento negativo con richieste assurde e in particolare scrivendo, al ritorno a casa, recensioni negative al puro fine di fare danno.
Molti si sentono paladini della giustizia scrivendo recensioni assurde, assolutamente per evitare che altri poveri turisti facciano la loro stesa fine. In realtà sono solo dei frustrati il cui divertimento in vacanza non è visitare e apprezzare un territorio, bensì sfogarsi e mancare di rispetto verso chi sta lavorando senza capire minimamente che anche chi lavora può avere delle difficoltà.
Ben venga chi scrive recensioni su strutture che danno un pessimo servizio o trattano male i clienti. Tuttavia chi gestisce questi siti come Tripadvisor farebbe bene ad avere un maggior controllo e non permettere a chiunque – dopo aver registrato un nick name e una email falsa – di scrivere quello che vuole.
Contro di questi neppure Kothler in persona potrebbe fare niente.
Perchè chi scrive una recensione non viene praticamente filtrato, mentre i gestori se vogliono rispondere vengono filtrati?
A me è successo di voler rispondere ad un cliente che mi ha fatto una recensione negativa e Tripadvisor me lo ha negato senza alcuna ragione. Forse la mia era una risposta “scomoda”?
E questo Lei lo chiama un servizio RELATIVO, REALE e VERO?
So benissimo – e l’ho detto altre volte – che una recensione negativa su 10 non vale niente. Molto probabilmente ai nostri occhi. Provate a mettervi nei panni di un turista medio e navigatore su internet. Al 99% siete più influenzati da una recensione negativa che da 10 positive. E’ una questione psicologica.
Quello che dice lei è un discorso giusto ma razionale. E qui di razionalità ce n’è ben poca.
Non sono contro Tripadvisor, ne contro i social network in generale. A volte dubito che ci sia una gestione da parte di certi siti “non proprio trasparente”. Nient’altro.
Cordiali Saluti
Filippo
Commento da AllaDolceVita — 15 Gennaio 2009, alle ore 19:39
Tripadvisor il miglior “gioco delle tre carte” per controllare il mercato delle prenotazioni via web!
Cari Signori che tessete le lodi di cotale portale vi invito ad prire gli occhi, se vi fosse sfuggito ciò che andrò a scrivervi…altrimneti se foste parte della staff del portale, allora rientra nella vostra strategia mistificatrice della realtà e continuerete a non rispondere ai miei leggitimi quesiti!
Per il Sig. Bertoli, operatore del settore turistico: lei purtroppo fa parte di quella schiera, acritica, che prende come “oro colato” questo tipo di informazione per scegliere una locazione da offrire ai suoi clienti…
Ma se l’è mai chiesta quale sia la differenza fra il passa parola e tripadvisor?!?!……..
Le suggerisco una delle tante potenziali risposte: forse il primo proviene da una fonte che lei può giudicare attendibile e quindi meritevole di valutazione, mentre la seconda “si veste ” come tale, ma non potrà mai esserlo !!!! ( se ha la pazienza di legger oltre, le supporto questa tesi! )
Per il Dr. Tribacchi: lei mi sa tanto che lavora per loro, eh?!?! 🙂
A parte gli scherzi chi, difende a spada tratta tripadvisor o chi ne sottovaluta la pericolosità è invitato , come i Sig.ri responsabili di tripadvisor a rispondere ai seguenti quesiti:
1) come fate a CERTIFICARE che chi scrive ha EFFETTIVAMENTE soggiornato nella struttura oggetto di recensione ?
2) come fate a GARANTIRE che a scrivere non sia un FALSO ospite o un concorrente o un burlone ?
3) come fate ad ASSICURARE che il relato dal “potenziale” ospite, sia confacente all’accaduto ?
4) e soprattutto: su quale principio mostrate dati sensibili della struttura come nome, indirizzo, foto e dettagli quando NON HAVETE MAI RICEVUTO UNA LIBERATORIA SCRITTA a tale scopo?!
A tutte/i le/i lettrici/ori di questo blog che, vista la possibilità di scrivere “da altri punti di vista”, concede la libera espressione, faccio un invito esplicito a considerare la pericolosità del MONOPOLIO che si sta andando a configurare nelle “manine” di EXPEDIA( MICROSOFT)= TRIPADVISOR= VENERE.COM= WROLDBY.COM= tanti altri siti e portali di prenotazione e siti “specchio” che riportano sempre ai loro servizi di prenotazione.
…e comunque attendo fiducioso delle risposte OGGETTIVE ai miei quesiti!
Qui habes audiende audiat!
Commento da ValaraViaggi — 16 Gennaio 2009, alle ore 00:26
A rimarcare l’importanza di tripadvisor, vi prego di leggere questa news di TTG Italia:
http://www.ttgitalia.com/pagine/pagina.aspx?ID=News_Details001&L=IT&id_news=245492
E direi che con questo chiudiamo il discorso.
Per chi ci vuol credere, questa è la realtà. Chi si ostina a sottovalutare la potenza dei social media, faccia attenzione ai propri concorrenti.
Commento da ValaraViaggi — 16 Gennaio 2009, alle ore 10:51
Per il signore di “Alla Dolce Vita”.
La sua risposta mi da l’ennesimo spunto per cercare di comunicarvi il mio pensiero, ovvero quanto sia cambiato internet, in generale ed in ogni settore merceologico.
Spero abbiate la pazienza di leggere fino in fondo il mio intervento, vi ringrazio.
Quello contro cui ci stiamo tanto accanendo è un fenomeno che non sta interessando solo il mondo del turismo, è un “evento” che attraversa verticalmente l’intero mondo dell’eCommerce (informatica, cancelleria, abbigliamento, alimentare, …fino al turismo).
Questo fenomeno nuovo nasce due o tre anni fa e passa sotto il nome di WEB 2.0 , ovvero l’internet “user-generated content”, un internet non più passivo, ma attivo, creato dagli utenti stessi (vedi l’impennata del numero di blog) e non più da pochi eletti webmasters. Eclatanti sono youtube e wikipedia, tra 10 siti più cliccati al mondo.
Fatto questo preambolo, dobbiamo entrare in questa ottica: l’internet oggi è creato dalla gente che lo utilizza quindi … “ci scrivo e ci butto dentro quello che mi pare”.
Veniamo a noi: io non lavoro per Tripadvisor, magari potessi. Come ogni cosa, Tripadvisor lo si deve imparare ad utilizzare. 4 commenti su una struttura non daranno mai la parvenza di oggettività come 400.
…e sull’oggettività, lei ha scritto la sacrosanta verità: nessuno mai GARANTIRA’, CERTIFICHERA’, ASSICURERA’ l’assoluta verità di un commento lasciato da uno sconosciuto. MA QUESTO E’ IL WEB 2.0.
Chi mi garantisce che Wikipedia mi dia le informazioni esatte su ciò che sto cercando? Chi mi garantisce che Facebook mi presenti veramente i miei conoscenti e non siano, come dice lei, dei burloni?
Chi mi garantisce che 2Spaghi mi presenti veramente il miglior ristorante di una città?
Chi mi garantisce che le ricerche quotidiane che facciamo su Google non siano pilotate da un celato business pubblicitario dei signori di Mountain View?
Ecco la risposta OGGETTIVA:
in fatto di viaggi solo ed esclusivamente un buon agente di viaggi potrà garantire, certificare ed assicurare ad un vostro ospite e nostro cliente la qualità di una struttura, e, in caso di lamentele, se ne assume la responsabilità, cosa che nessuna agenzia online può offrire.
Concludo con ciò che ho già detto in precedenza: expedia, venere, worldby…ma chi vi obbliga a firmare i loro contratti?
Tripadvisor non è un soggetto pericoloso, ma è uno strumento da sfruttare all’osso e da saper utilizzare.
ps. io non prendo per oro colato i commenti, basta imparare a leggerli e filtrarli.
Saluti
Dario Bertoli
Commento da shijokin — 19 Gennaio 2009, alle ore 09:33
Oggigiorno è difficile cercare il modo di ricevere prenotazioni direttamente dai propri canali senza dover sottostare alle commissioni sempre più alte delle maggiori agenzie online che investono enormi risorse per saturare la rete e fagocitare I potenziali clienti.
Sicuramente la strada da percorrere è quella della collaborazione, un’ottima idea potrebbe essere la creazione di un social-network fatto da albergatori sinonimo di trasparenza e informazione corretta per il potenziale cliente.
Idea scherzosa : la creazione di un sistema tipo Tripadvisor che potremmo chiamare “Guestadvisor”: commenti anonimi da parte degli albergatori sui clienti migliori e peggiori. Un po’ di divertimento anche per l’altra parte 🙂
Commento da shijokin — 19 Gennaio 2009, alle ore 10:16
Monitorando le mie recensioni ogni mattina su tripadvisor,ho notato che un giorno invece di 118 recensioni ne ho trovate 110. Ho inviato una mail e mi hanno risposto che loro non vedono nessuna anomalia nel funzionamento;resta il fatto che ho catturato la schermata che dimostra la discrepanza.Un’altra cosa che non torna è l’arbitarietà con cui categorizzano le varie strutture: affittacamene con gli alberghi e viceversa;tempo fa inviai una lista ufficiale della provincia a dimostrazione della reale classificazione delle strutture affittacamere,agriturismi, alberghi,etc. Mi risposero che avrebbero sicuramente fatto un controllo ma a tutt’oggi,nonostante l’esistenza delle categorie,tutto è amalgamato alla stregua dell’audience.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 19 Gennaio 2009, alle ore 16:34
Per “Alla dolce vita”
sa come è il cluetrain manifesto?
Lo legga e spero che capisca:
mercati online …
I mercati online cominciano a organizzarsi da soli molto più rapidamente delle aziende che tradizionalmente li rifornivano.
Grazie alla rete, i mercati diventano più informati, più intelligenti e più esigenti rispetto alle qualità che invece mancano nella maggior parte delle aziende.
# I mercati sono conversazioni.
# I mercati sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici.
# Le conversazioni tra esseri umani suonano umane. E si svolgono con voce umana.
# Sia che fornisca informazioni, opinioni, scenari, argomenti contro o divertenti digressioni, la voce umana è sostanzialmente aperta, naturale, non artificiosa.
# Le persone si riconoscono l’un l’altra come tali dal suono di questa voce.
# Internet permette delle conversazioni tra esseri umani che erano semplicemente impossibili nell’era dei mass media.
# Gli iperlink sovvertono la gerarchia.
# Sia nei mercati interconnessi che tra i dipendenti delle aziende intraconnessi, le persone si parlano in un nuovo modo. Molto più efficace.
# Queste conversazioni in rete stanno facendo nascere nuove forme di organizzazione sociale e un nuovo scambio della conoscenza.
# Il risultato è che i mercati stanno diventando più intelligenti, più informati, più organizzati. Partecipare a un mercato in rete cambia profondamente le persone.
# Le persone nei mercati in rete sono riuscite a capire che possono ottenere informazioni e sostegno più tra di loro, che da chi vende. Lo stesso vale per la retorica aziendale circa il valore aggiunto ai loro prodotti di base.
# Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno. E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a tutti.
# Ciò che accade ai mercati accade anche a chi lavora nelle aziende. L’entità metafisica chiamata “L’Azienda” è la sola cosa che li divide.
# Le aziende non parlano con la stessa voce di queste nuove conversazioni in rete. Vogliono rivolgersi a un pubblico online, ma la loro voce suona vuota, piatta, letteralmente inumana.
# Appena tra qualche anno, l’attuale “omogeneizzata” voce del business – il suono della missione aziendale e delle brochures – sembrerà artefatta e artificiale quanto il linguaggio della corte francese nel settecento.
# Le aziende che parlano il linguaggio dei ciarlatani già oggi non stanno più parlando a nessuno.
# Se le aziende pensano che i loro mercati online siano gli stessi che guardavano le loro pubblicità in televisione, si stanno prendendo in giro da sole.
# Le aziende che non capiscono che i loro mercati sono ormai una rete tra singoli individui, sempre più intelligenti e coinvolti, stanno perdendo la loro migliore occasione.
# Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati. Se non lo capiscono, potrebbe essere la loro ultima occasione.
# Le aziende devono capire che i loro mercati ridono spesso. Di loro.
# Le aziende dovrebbero rilassarsi e prendersi meno sul serio. Hanno bisogno di un po’ di senso dell’umorismo.
# Avere senso dell’umorismo non significa mettere le barzellette nel sito web aziendale. Piuttosto, avere dei valori, un po’ di umiltà, parlar chiaro e un onesto punto di vista.
# Le aziende che cercano di “posizionarsi” devono prendere posizione. Nel migliore dei casi, su qualcosa che interessi davvero il loro mercato.
# Vanterie ampollose del tipo “Siamo posizionati per essere il primo fornitore di XYZ” non costituiscono un posizionamento.
# Le aziende devono scendere dalla loro torre d’avorio e parlare con la gente con la quale vogliono entrare in contatto.
# Le Pubbliche Relazioni non si relazionano con il pubblico. Le aziende hanno una paura tremenda dei loro mercati.
# Parlando con un linguaggio lontano, poco invitante, arrogante, tengono i mercati alla larga.
# Molti programmi di marketing si basano sulla paura che il mercato possa vedere cosa succede realmente all’interno delle aziende.
# Elvis l’ha detto meglio di tutti: “Non possiamo andare avanti sospettandoci a vicenda”.
# La fedeltà a una marca è la versione aziendale della coppia fissa, ma la rottura è inevitabile ed è in arrivo. Poiché sono in rete, i mercati intelligenti possono rinegoziare la relazione con incredibile rapidità.
# I mercati in rete possono cambiare fornitore dalla sera alla mattina. I lavoratori della conoscenza in rete possono cambiare datore di lavoro nel tempo dell’intervallo del pranzo. Le vostre “iniziative di downsizing” ci hanno insegnato a domandarci “La fedeltà? Cos’è?”
# I mercati intelligenti troveranno i fornitori che parlano il loro stesso linguaggio.
# Imparare a parlare con voce umana non è un gioco di società. E non può essere improvvisato a un qualsiasi convegno solo per darsi un tono.
# Per parlare con voce umana, le aziende devono condividere i problemi della loro comunità.
# Ma prima, devono appartenere a una comunità.
# Le aziende devono chiedersi dove finisce la loro cultura di impresa.
# Se la loro cultura finisce prima che inizi la comunità, allora non hanno mercato.
# Le comunità umane sono basate sulla comunicazione – su discorsi umani su problemi umani.
# La comunità della comunicazione è il mercato.
# Le aziende che non appartengono a una comunità della comunicazione sono destinate a morire.
# Le aziende fanno della sicurezza una religione, ma si tratta in gran parte di una manovra diversiva. Più che dai concorrenti, la maggior parte si difende dal mercato e dai suoi stessi dipendenti.
# Come per i mercati in rete, le persone si parlano direttamente anche dentro l’azienda – e non proprio di regole e regolamenti, comunicazioni della direzione, profitti e perdite.
# Queste conversazioni si svolgono oggi sulle intranet aziendali. Ma solo quando ci sono le condizioni.
# Di solito le aziende impongono l’intranet dall’alto, per distribuire documenti sulla politica del personale e altre informazioni aziendali che i dipendenti fanno del loro meglio per ignorare.
# Le intranet emanano noia. Le migliori sono quelle costruite dal basso da singole persone che si impegnano per dare vita a qualcosa di molto più valido: una conversazione aziendale in rete.
# Una intranet in buona salute organizza i dipendenti nel più ampio significato del termine. Il suo effetto è più radicale di qualsiasi piattaforma sindacale.
# Se questo spaventa a morte le aziende, è pur vero che esse dipendono fortemente dalle intranet aperte per far emergere e condividere le conoscenze più importanti. Devono resistere all’impulso di “migliorare” o tenere sotto controllo queste conversazioni in rete.
# Quando le intranet aziendali non sono condizionate da timori o da un eccesso di regole, incoraggiano un tipo di conversazione molto simile a quella dei mercati in rete.
# Gli organigrammi funzionavano nella vecchia economia, in cui i piani dovevano essere ben compresi da tutta la piramide gerarchica e dettagliati piani di lavoro potevano scendere dall’alto.
# Oggi, l’organigramma è fatto di link, non di gerarchie. Il rispetto per la conoscenza vince su quello per l’autorità astratta.
# Gli stili di management basati sul comando e sul controllo derivano dalla burocrazia e al tempo stesso la rafforzano. Il risultato sono la lotta per il potere e una cultura di impresa paranoica.
# La paranoia uccide la conversazione. Questo è il punto. Ma la mancanza di conversazione uccide le aziende.
# Ci sono due conversazioni in corso. Una all’interno dell’azienda, l’altra con il mercato.
# Nessuna delle due va bene, nella maggior parte dei casi. Quasi sempre, alla base del fallimento ci sono le vecchie idee di comando e controllo.
# Come politica di impresa, queste idee sono velenose. Come strumenti, sono fuori uso. Comando e controllo sono visti con ostilità dai lavoratori della conoscenza e con sfiducia dai mercati online.
# Queste due conversazioni vogliono parlare l’una con l’altra. Parlano lo stesso linguaggio. Si riconoscono l’un l’altra dalla voce.
# Le aziende intelligenti si faranno da parte per far accadere l’inevitabile il prima possibile.
# Se la volontà di farsi da parte è presa come parametro del quoziente di intelligenza, allora veramente poche aziende si mostrano rinsavite.
# Seppur subliminalmente, milioni di persone sulla rete percepiscono ormai le aziende come strane finzioni legali che fanno di tutto perché queste due conversazioni non si incontrino.
# Questo è suicidio. I mercati vogliono parlare con le aziende.
# E’ triste, ma la parte di azienda con cui i mercati vogliono parlare è spesso nascosta dietro una cortina di fumo, il cui linguaggio suona falso – e spesso lo è.
# I mercati non vogliono parlare con ciarlatani e venditori ambulanti. Vogliono partecipare alle conversazioni che si svolgono dietro i firewall delle aziende.
# Sveliamoci e parliamo di noi: quei mercati siamo Noi. Vogliamo parlare con voi.
# Vogliamo accedere alle vostre informazioni, ai vostri progetti, alle vostre strategie, ai vostri migliori cervelli, alle vostre vere conoscenze. Non ci accontentiamo delle vostre brochures a 4 colori, né dei vostri siti Internet sovraccarichi di bella grafica ma senza alcuna sostanza.
# Noi siamo anche i dipendenti che fanno andare avanti le vostre aziende. Vogliamo parlare ai clienti direttamente, con le nostre voci e non con i luoghi comuni delle brochures.
# Come mercati, come dipendenti, siamo stufi a morte di ottenere le informazioni da un lontano ente di controllo.
# Come mercati, come dipendenti, ci domandiamo perché non ci ascoltate. Sembrate parlare una lingua diversa.
# Il linguaggio tronfio e gonfio con cui parlate in giro – nella stampa, ai congressi – cosa ha a che fare con noi?
# Forse fate una certa impressione sugli investitori. Forse fate una certa impressione in Borsa. Ma su di noi non fate alcuna impressione.
# Se non fate alcuna impressione su di noi, i vostri investitori possono andare a fare un bagno. Non lo capiscono? Se lo capissero, non vi lascerebbero parlare così.
# Le vostre vecchie idee di “mercato” ci fanno alzare gli occhi al cielo. Non ci riconosciamo nelle vostre previsioni – forse perché sappiamo di stare già da un’altra parte.
# Questo nuovo mercato ci piace molto di più. In effetti, lo stiamo creando noi.
# Siete invitati, ma è il nostro mondo. Levatevi le scarpe sulla soglia. Se volete trattare con noi, scendete dal cammello.
# Siamo immuni dalla pubblicità. Semplicemente dimenticatela.
# Se volete che parliamo con voi, diteci qualcosa. Tanto per cambiare, fate qualcosa di interessante.
# Abbiamo qualche idea anche per voi: alcuni nuovi strumenti, alcuni nuovi servizi. Roba che pagheremmo volentieri. Avete un minuto?
# Siete troppo occupati nel vostro business per rispondere a un’e-mail? Oh, spiacenti, torneremo. Forse.
# Volete i nostri soldi? Noi vogliamo la vostra attenzione.
# Interrompete il viaggio, uscite da quell’auto-coinvolgimento nevrotico, venite alla festa.
# Niente paura, potete ancora fare soldi. A patto che non sia l’unica cosa che avete in mente.
# Avete notato che di per sé i soldi sono qualcosa di noioso e a una sola dimensione? Di cos’altro possiamo parlare?
# Il vostro prodotto si è rotto. Perché? Vorremmo parlare col tipo che l’ha fatto. La vostra strategia aziendale non significa niente. Vorremmo scambiare due parole con l’amministratore delegato. Che vuol dire che “non c’è”?
# Vogliamo che prendiate sul serio 50 milioni di noi almeno quanto prendete sul serio un solo reporter del Wall Street Journal.
# Conosciamo alcune persone della vostra azienda. Sono piuttosto bravi online. Ne nascondete altri, di bravi? Possono uscire ed entrare in gioco anche loro?
# Quando abbiamo delle domande, ci cerchiamo l’un l’altro per le risposte. Se non esercitaste un tale controllo sulle “vostre persone”, sarebbero anche loro tra le persone che cercheremmo.
# Quando non siamo occupati a fare il vostro “mercato target”, molti di noi sono le vostre persone. Preferiamo chiacchierare online con gli amici che guardare l’orologio. Questo farebbe conoscere il vostro nome molto di più del vostro sito internet da un milione di dollari. Ma siete voi a dirci che è la Divisione Marketing che deve parlare al mercato.
# Ci piacerebbe che sapeste cosa sta succedendo qui. Sarebbe davvero bello. Ma sarebbe un grave errore pensare che ce ne stiamo con le mani in mano.
# Abbiamo di meglio da fare che preoccuparci se riuscirete a cambiare in tempo. Il business è solo una parte della nostra vita. Sembra essere invece tutta la vostra. Pensateci: chi ha bisogno di chi?
# Il nostro potere è reale e lo sappiamo. Se non riuscite a vedere la luce alla fine del tunnel, arriverà qualcuno più attento, più interessante, più divertente con cui giocare.
# Anche nel peggiore dei casi, la nostra nuova conversazione è più interessante della maggior parte delle fiere commerciali, più divertente di ogni sitcom televisiva, e certamente più vicina alla vita di qualsiasi sito web aziendale.
# Siamo leali verso noi stessi, – i nostri amici, i nostri nuovi alleati, i nostri conoscenti, persino verso i nostri compagni di battute. Le aziende che non fanno parte di questo mondo non hanno nemmeno un futuro.
# Le aziende stanno spendendo miliardi di dollari per il problema dell’Anno 2000. Come fanno a non sentire la bomba a orologeria nei loro mercati? La posta in gioco è persino più alta.
# Siamo dentro e fuori le aziende. I confini delle nostre conversazioni sembrano il Muro di Berlino di oggi, ma in realtà sono solo una seccatura. Sappiamo che stanno crollando. Lavoreremo da entrambe le parti per farle venire giù.
# Alle aziende tradizionali le conversazioni online possono sembrare confuse. Ma ci stiamo organizzando più rapidamente di loro. Abbiamo strumenti migliori, più idee nuove, nessuna regola che ci rallenti.
# Ci stiamo svegliando e ci stiamo linkando. Stiamo a guardare, ma non ad aspettare.
Commento da ValaraViaggi — 19 Gennaio 2009, alle ore 23:32
Ringrazio il dott. Tiribocchi per aver pubblicato il Manifesto, di cui solo oggi apprendo l’esistenza.
Sono rimasto semplicemente allibito da come nel 1999 ci fossero già TUTTI i presupposti del Web 2.0, che sarebbe esploso diversi anni dopo.
L’azienda si crea dal basso, il cliente crea il nostro valore.
# Le aziende che non capiscono che i loro mercati sono ormai una rete tra singoli individui, sempre più intelligenti e coinvolti, stanno perdendo la loro migliore occasione.
Intelligenti e coinvolti: che potremmo tradurre in “partecipativi sui network sociali”. Tripadvisor, i blog di turismo, Turisti per Caso ecc… sono solamente meri strumenti in mano a questi singoli individui.
# Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati. Se non lo capiscono, potrebbe essere la loro ultima occasione.
Comunicare direttamente: impariamo dai nostri sbagli e accettiamo i commenti negativi con umiltà.
Ogni sentence sopra esposta può far riferimento all’alberghiero e al mondo dei servizi in generale.
Meditiamo ed autoanalizziamoci.
Commento da Filippo Faggioli — 20 Gennaio 2009, alle ore 17:06
Buonasera, mi inserisco nella discussione su TripAdvisor. Credo che per noi albergatori sia inevitabile e giustificato accettare la “convivenza” con questo social network, con tutti i suoi limiti ed anche i suoi (secondo me indubbi) meriti. Questo e’ il mercato turistico attuale, ti chiede grande visibilità sulla rete e (possibilmente) buone recensioni, che non sono altro che il passaparola di qualche anno fa, anche se il tradizionale passaparola ha un evidente minore impatto numerico sugli utenti. Se solo la stragrande minoranza dei Clienti contenti lasciano commenti positivi e viceversa tutti i Clienti scontenti non perdono l’occasione per “stroncare” la struttura, beh, questo deve essere di stimolo per tutti quanti noi a lavorare sulla “customer satisfaction”, cercare di soddisfare al 100% le esigenze del 100% della nostra Clientela; usiamo dunque questo nuovo strumento ( comunque un’arma a doppio taglio) per migliorare la qualità del nostro lavoro!
Commento da AllaDolceVita — 21 Gennaio 2009, alle ore 17:11
Un caro saluto a tutte/i le/i lettori di questo blog.
Dal mio commento dal 15 Gennaio, mi sono divertito non poco a leggere i commenti successivi, soprattutto del Sig. Bertoli e del Dott. Tiribocchi!!!
Plauso con il Sig. Filippo che ha tutti i legittimi dubbi sulla trasparenza e la correttezza di Tripadvisor.
Ripeto: Tripadvisor e le persone che “gestiscono” le informazioni che pubblicano, DANNO UNA RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’, NON OGGETTIVA, NON COMPLETA E COME NEL MIO CASO SENZA MAI AVER AVUTO IL PERMESSO DI ULTILIZZARE I DATI SENSIBILI e STRUMENTALIZZANO l’apparente buon proponimento di dare informazione sulle strutture, per VENDERE SERVIZI TURISTICI!
Il Sig. Bertoli scrive:
– paventando che Tripadvisor sia “uno criterio di valutazione collettivo” : NIENTE DI PIU’ FALSO!!!
Potrebbe esserlo se le regole utilizzate per offrire l’informazione fossero CHIARE, INEQUIVOCABILI E CORRISPONDENTI ALLA REALTA’ ( ripropongo le mie 4 domande alle quali NESSUNO di TRIPADVISOR HA MAI RISPOSTO dal 2005!!!!!!)
E poi un criterio per definirsi come tale, dovrebbe essere applicato SEMPRE e non a specifici gruppi o a intervalli di tempo, come si evince da chi ha notato variazioni sui contenuti pubblicati!
– “1 commento vale poco, 200 sono decisivi”: e se i signori di questo sito decidessero di pubblicare solo quello che fa più “audiance”? Si sa , nel pettegolezzo, ha molto più risonanza una notizia negativa che una positiva.
Stiamo parlando di un “ARCHIVIO” abusivo di dati che vengono sottoposti al giudizio di chiunque, SENZA ricevere il consenso da parte del TITOLARE dei dati stessi!
Non interpreti questi oggettivi rilevamenti come una avversione al suo citato WEB 2.0!
Tripadvisro NON è WEB 2.0!!!
Per chiarirle un pò le idee ( e a maggior ragione al Dott. Tiribocchi :-), per questa fattispecie concreta: il WEB 2.0 è una piattaforma APERTA, per esprimere il grado di soddisfazione e giudizio su un servizio e/o un prodotto!
La parola chiara per accedere all’intimo significato della sigla WEB 2.0 è….APERTA!!!!
Significa NON CENSURATA e NON CONTROLLATA e soprattutto NON STRUMENTALIZZATA!
…e pensate che ciò avvenga in Tripadvisor!
Poi, per essere schietto con lei, il WEB 2.0. nel turismo avrà una parvenza di reale concretezza quando ci saranno piattaforme che consentiranno l’espressione di giudizi o commenti sugli operatori professionali come lei , i siti di prenotazione, i portali ed i vortali.
…a quel punto se l’informazione fosse gestita come sta facendo ora tripadvisor con le strutture , forse qualche legittimo dubbio le sorgerà sulla trasparenza e correttezza del servizio!
L’idea lanciata da Shijokin , all’uopo , è veramente meritevole di nota.
Mi rivolgo ora al Dott. Triribocchi e…non riesco proprio a svincolarmi dall’idea che lei non sia un “piccolo expediante” 🙂
…scrive: “sistema veritiero al 100%” e poi si corregge aggiustando il tiro e usando il concetto della “Relatività”…caro il mio Dott. Tiribocchi , la verità secondo lei è relativa?!?
O mi usa il concetto del 100% o quello della relatività!!! Mescolandoli tutte e due crea la tipica mistura chiamata:” appena te giri , te faccio la festa”!
Tipica di chi tenta di essere furbo, ma riesce solo ad essere un furbastro!
Continua scrivendo che il servizio di Tripadvisor è REALE: parla di applicazione uniforme delle regole…QUALI REGOLE?
Una regola è chiara quando standardizza un comportamento che viene applicato in tutte le condizioni previste!…e mi sembra che solamente leggendo quanto scritto da altri interlocutori INDIPENDENTI , questo NON accada!
Sarei curioso di raccogliere le opinioni su TRIPADVISOR da interlocutori globali e magari l’invito a tradurre questi argomenti in inglese , secondo me , scatenerebbe una pioggia di contributi!
Torno un attimo al Sig. Bertoli ed alla sua agenzia di viaggio: sto seguendo un criterio temporale di trattazione degli argomenti, poi non si preoccupi torno da lei dottore…
Sig. Bertoli lei ha scritto che: “il WEB 2.0 è creato dagli utenti e non da pochi eletti webmaster”… creare contenuto LIBERO ed INDIPENDENTE ( sempre nei limiti della liceità e decenza ) è WEB 2.0 , non lo è più se i famosi contenuti generati vengono poi “gestiti” in toto dai “pochi eletti webmasters”.
Nel suo approccio, in ogni modo, vedo della buona fede e per questo la sua voluttuosa speranza di lavorare per Tripadvisor risulta solamente una svista colossale, se lei rimanesse ligio ai principi di trasparenza, liceità e corretta informazione.
Torniamo a lei caro Dottore Tiribocchi! 🙂
Io ho capito che lei non ha capito il vero significato di ciò che ha copiato ed incollato!
Ma le concedo il beneficio del dubbio e non penso che “tutto questo polverone” lo ha alzato solo per confondere ulteriormente le idee.
A scanso di equivoci, a differenza di lei, che non sa dare delle risposte oggettive alle mie 4 domande, e continua a difendere una posizione che fa acqua da tutti i buchi, le giustifico le mie affermazioni, se avrà la compiacenza di leggere oltre.
Per questione di brevità le cito solo le tesi che in maniera più evidente sono non dimostrate nel caso”tripadvisor”:
7) Gli iperlink sovvertono la gerarchia.
Sempre e soprattutto se non gestiti come fanno a tripadvisor: sbandierano ai 4 venti che non “vendono” prenotazioni e disponibilità e poi TUTTI i link all’interno portano a motori di ricerca turistici che offrono servizi che generano reddito per loro!!!
Questa tesi è valente quando l’informazione è LIBERA e NON PILOTATA come fa tripadvisor.
11) Le persone nei mercati in rete sono riuscite a capire che possono ottenere informazioni e sostegno più tra di loro, che da chi vende. Lo stesso vale per la retorica aziendale circa il valore aggiunto ai loro prodotti di base.
Chiaramente si fa riferimento a fonti INDIPENDENTI: quale è allora la soluzione si sta chiedendo ( forse)? Attivare uno spirito CRITICO nella valutazione delle fonti e non limitarsi ad una , ma anzi confrontare e incrociare i dati! ( questo anche per lei Sig. Bertoli , che sceglie le strutture da proporre ai suoi clienti. Non si limiti a pensare che il mercato è in mano a Expedia! E’ , purtroppo vero che stanno tentando di monopolizzare l’informazione per vendere chi vogliono loro (…forse chi gli concede il 30% sulle prenotazioni andata a buon fine ), piuttosto che altri operatori che sono “più stretti” sulle commissioni che concedono!!)
12) Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno. E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a tutti.
Si parla esplicitamente di prodotti e non altro ( per es. prodotti di largo consumo)! A Buon intenditore poche parole!
16) Le aziende che parlano il linguaggio dei ciarlatani già oggi non stanno più parlando a nessuno.
Questo futuro auspicabile per chi come Tripadvisor non risponde a criteri trasparenti ( la rimando ai miei quattro quesiti) , è un futuro non troppo lontano , se solo ci attivassimo per fare richiesta formale al garante della privacy ed all’autorità Antitrust.
22) Avere senso dell’umorismo non significa mettere le barzellette nel sito web aziendale. Piuttosto, avere dei valori, un po’ di umiltà, parlar chiaro e un onesto punto di vista.
Gli unici a ridere, nonostante non pubblichino barzellette, ma informazioni non certificate, sono i proprietari di Expedia che stanno macinando profitti applicando questa campagna da “gorilla marketing”…ma ride bene chi ride ultimo!
25) Le aziende devono scendere dalla loro torre d’avorio e parlare con la gente con la quale vogliono entrare in contatto.
Ma quanti di noi hanno tentato di ricevere spiegazioni ed interloquire con l’amministrazione di Tripadvisor?! Ho spedito anche la scorsa settimana, come ultima volta , da circa 3 anni, le mie domande a assistenza@tripadvisor.it …pensate che abbia mai ricevuto una risposta!? Comunque se qualcuno mai di tripadvisor volesse farlo su questo blog e pubblicamente sarei lieto e ..sorpreso! Ma meglio tardi che mai!
41) Le aziende fanno della sicurezza una religione, ma si tratta in gran parte di una manovra diversiva. Più che dai concorrenti, la maggior parte si difende dal mercato e dai suoi stessi dipendenti.
Forse non rispondono perché hanno fatto della tesi n° 41 la loro filosofia di vita?!
62) I mercati non vogliono parlare con ciarlatani e venditori ambulanti. Vogliono partecipare alle conversazioni che si svolgono dietro i firewall delle aziende.
…forse questa tesi è sfuggita a Tripadvisor?!?
91) Siamo leali verso noi stessi, – i nostri amici, i nostri nuovi alleati, i nostri conoscenti, persino verso i nostri compagni di battute. Le aziende che non fanno parte di questo mondo non hanno nemmeno un futuro.
Grande!
95) Ci stiamo svegliando e ci stiamo linkando. Stiamo a guardare, ma non ad aspettare.
Con questa tesi di buon auspicio invito tutti coloro che hanno lo stesso sentimento verso Tripadvisor di iniziare a comunicare a scambiarci opinioni e idee per proporre qualcosa di veramente democratico, veritiero e trasparente.
Il giudizio dell’ospite ove anche fosse negativo, è sempre meritevole di attenzione, e veramente si può assurgere a tale informazione per migliorare il proprio lavoro, ma questo non può avvenire senza che ci sia una certezza che chi scrive è veramente stato presso la struttura! La maniera più corretta è che si possa dare la possibilità del riscontro , come giudizio sulla struttura, solamente sui siti che offrono il servizio di prenotazione e che possono certificare che, essendo andata a buon fine, l’ospite ha il diritto di esprimere un giudizio!
Commento da filippo — 24 Gennaio 2009, alle ore 16:50
Vorrei fare un quesito a tutti:
TripAdvisor & Co. (Expedia, Venere, Worldby, ecc…) di cosa vivono? Pubblicità, prenotazioni di strutture ricettive?
Premetto che non lavoro con Expedia & Co. e mi sono iscritto a Tripadvisor di mia spontanea volontà. Quindi suppongo che potrei anche cancellarmi.
E se tutte le strutture ricettive si cancellassero da Tripadvisor e lo diffidassero a pubblicare commenti sulla propria struttura (rinunciando di fatto anche ai commenti positivi ovviamente), a cosa servirebbe più Tripadvisor?
Quindi o Tripadvisor, si mette in testa di certificare la provenienza dei commenti, ed ove negativi di controllare effettivamente se esiste il dolo o se è un’invenzione di un cliente, oppure crolla il suo sistema.
Perchè una recensione negativa non viene filtrata e pubblicata nel giro di pochi minuti, mentre una risposta dello staff viene invece filtrata e se ritenuta “scomoda” non la pubblicano e si nascondono non rispondendo a domande ed email?
Allora se tutti ci cancellassimo da Tripadvisor cosa succederebbe?
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 25 Gennaio 2009, alle ore 10:53
Se tripadvisor pilotasse realmente le strutture ci metterebbe un attimo a mettere nei primi dieci risultati gli hotel con maggiore markup iscritti in expedia, giusto?
Bè non lo fa.
I portali che presuppongono il soggiorno reale dell’ospite cosa crede che quelli abbiamo giudizi tutti veri? Se l’albergatore è malintenzionato ci mette poco a prenotare per la sorella la nonna e la zia, e magari pure il fratello, si paga la commissione da solo, e si spara qualche bel 10 su venere o booking.
Tripadvisor è 2.0 a tutti gli effetti, “Si tende ad indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente” e le dico che ho ricevuto commenti ed io ho risposto a tali commenti, me li hanno pubblicati e quindi questa è interazione.
Hai idea di cosa succederebbe se la piattaforma fosse aperta? chiuda gli occhi e provi a immaginare se tutti potessero scrivere tutto, senza moderatori o filtri.
Tripadvisor non è gratuito perchè sappiamo bene che prende soldi dalla pubblicità di google e dagli intermediari che fanno transitare tramite lui prenotazioni, e in virtù di questo Le vorrei far capire che è nel totale interesse di tripadvisor avere tante recensioni e vere, se ci butta un occhio sta facendo anche un concorso dove scrivendo una recensione si può vincere un ipdod, quindi LE ripeto tripadvisor GUADAGNA molto di più facendo crescere la qualità di tutti gli hotel perchè è nel suo totale interesse che la gente PRENOTI. Inoltre Il TRIP guadagna sugli utenti che RIVISITANO il sito prima di comprare, è la prova del nove di una struttura, quindi per Lui è importante che nel momento della visita l’utente sia tranquillizato da commenti buoni e che proceda all’acquisto sulla sua piattaforma (collegata ai vari intermediari), e che l’utente CREDA in tripadvisor, così come google deve essere vero nelle sue classifiche di posizionamenti organici, altrimenti se perdono la faccia perdono l’audience. In merito al manifesto cluetrain la discussione è ben più lunga e articolata e non mi sembra corretto annoiare i nostro lettori, merita una trattazione a parte.
Commento da claudio — 30 Gennaio 2009, alle ore 09:52
Strumenti come Trip adviser sono utili in particolare in mercati come quello nostro dove l’offerta turistica in termini qualitativi è ben al di sotto del dichiarato.
il fatto come dice lei che sia blindato è in un cero senso rischioso perchè essendo uno specchio di visibilità mondiale si è soggetti ad azioni che possono essere veramente dannose per l’immagine di una struttura alberghiera. Come tutte le cose quando diviene monopolista crea secondo il mio parere giuste perplessità.
Lo stesso vale per google.
Commento da AllaDolceVita — 31 Gennaio 2009, alle ore 15:10
TRIPADVISOR è un portale TRAPPOLA! A supporto di questa tesi prenderò spunto da ciò che ha scritto il Sig. Filippo ed il Sig Claudio e poi…poi giungo anche da lei Dott. Tiribocchi, “piccolo Expediante” 🙂 …ma poi ce lo dice quale ruolo copre in questo portale o in expedia?!
Caro Sig. Filippo , purtroppo la sua supposizione è errata: TRIPADVISOR è una NASSA!
Per chi non lo sapesse è un tipo di rete-trappola per la quale, una volta dentro, la preda non può più uscire!
Provi a chiedere la CANCELLAZIONE TOTALE, DI TUTTI I RIFERIMENTI DIRETTI ED INDIRETTI alla sua struttura ( e quindi anche delle famose “reviews”) !
NON risponderanno MAI alle sue richieste e non ottempereranno MAI al rispetto del suo pieno diritto!
…per il DOTT. Tiribocchi: e questo lei me lo chiama vero WEB 2.0? …ma come promesso vengo a lei dopo…
Io, appena intuita la politica scorretta, e la filosofia falsamente democratica che sostanzia una demagogia egualitaria, solo per spremere soldi , senza poter effettivamente creare un valore aggiunto REALE ed OGGETTIVO, ho richiesto la cancellazione totale dei dati relativi alla mia struttura.
Le premetto che NON ho MAI effettuato una iscrizione al portale e non ho mai rilasciato consensi e liberatorie all’utilizzo dei dati diretti ed indiretti riferentisi alla mia struttura.
Naturalmente dal 2005 sono ancora on-line su Tripadvisor, CONTRO la mia volontà espressa ripetutamente.
Questi signori non fanno altro che accendere un riflettore, che proietta un obiettivo a cerchi concentrici , concedendo a QAUSI qualsiasi CECCHINO di sparare…nel male, ma anche nel “bene”!
Per questo faccio riferimento all’articolo pubblicato sempre su questo blog: http://www.bookingblog.com/tripadvisor-la-verita-e-una-questione-di-opinioni/
In questo articolo viene detto in breve: la proprietà che è oggetto di commenti negativi, ogni volta che ne vede pubblicare uno, a cascata ne escono 10 positivi…si lascia immaginare che siano gli stessi gestori che per “mitigare” il male , “producano bene”…
E questo è possibile solo perché la struttura in questione consente le prenotazioni dai portali specchio di EXPEDIA! …se invece non fosse associata a tali portali di prenotazioni ( = soldi che guadagna expedia), probabilmente sarebbero state pubblicate solo le opinioni negative!
E qui faccio riferimento a chi vede pubblicarsi solo commenti negativi….
Per il DOTT Tiribocchi: si sta avvicinando al concetto che EXPEDIA vuole raggiungere?!….ma lei lo sa , forse però non è chiaro ai molti…ma lo spiego a seguire, abbia pazienza!
Caro Sig. Claudio, la concentrazione che si sta sostanziando nelle mani di Expedia, e tramite questo SUBDOLO strumento che è TRIPADVISOR, è una realtà concreta ed un PERICOLO INCOMBENTE per chi vuole rimanere indipendente e non sposare la loro cordata, ma soprattutto per una democratica esistenza dell’offerta turistica.
Sono d’accordo con lei che, una situazione in cui il vantato non corrisponda all’offerto, merita di essere svelato, ma ci sono modi migliori e più affidabili: come proposto , il diritto di pubblicare una opinione ed un giudizio solo esclusivamente ad ospiti che hanno prenotato tramite il portale che diventa una vetrina CREDIBILE e REALE.
Ora veniamo a lei DOTT Tiribocchi: le sue affermazioni sono smentite clamorosamente dalla realtà EFFETTUALE ( e mi scusi il Machiavelli per averlo disturbato per un così basso interlocutore quale è tripadvisor!) !
TRIPADVISOR non è un sito di prenotazioni e quindi non è studiato per dare visibilità operativa a chi paga di più, come fanno gli altri portali che hanno quella natura!
TRIPADVISOR è un sito che PILOTA le scelte sulle strutture che poi fanno guadagnare la capofila EXPEDIA! Ora segua questo ragionamento e provi a smontarlo , citando fatti e non fiabette per bimbi dormiendi.
Il Sig. ROSSI accende il pc fa una ricerca generica su una sistemazione turistica nel posto di interesse.
Trova varie offerte sui portali maggiori, confronta prezzi, confronta vicinanza o meno al punto di interesse e poi cerca i commenti di chi è stato già cliente , per ORIENTARSI….ORA ENTRA IN GIOCO Tripadvisor, perché l’utente, credendo di assurgere ad una fonte “abbastanza affidabile”, va a leggere cosa ne pensa chi è già STATO cliente di quella particolare struttura di interesse.
Ma è quello che lui crede , senza sapere operativamente come sta “lavorando” tripadvisor, e questo fa una differenza enorme sulle conseguenze dirette sul mercato turistico…
Ora il buon Sig. Rossi, lo proiettiamo in due situazioni potenziali (A e B) che si distinguono per un elemento: la prenotabilità o meno della struttura tramite i portali e siti specchio di EXPEDIA.
A) la proprietà è stata più volte recensita e ci sono parecchi giudizi.
La MAGGIOR parte di essi è positiva, nonostante ci siano dei giudizi ferocemente negativi, ma guarda caso è prenotabile tramite uno dei vari siti che puntano sempre al conto in banca di Expedia…che coincidenza!( vedi caso REALE sopra citato)
B) trova la proprietà che aveva suscitato il suo interesse fra quelle con pochi commenti MA TUTTI o quasi tutti NEGATIVI, di sicuro non otterrà una buona immagine e tra l’altro questa proprietà non è presente nei portali di prenotazioni maggiori di EXPEDIA….sarà anche questa una coincidenza.
Ora ipotizzi che il Sig. Rossi, salti a piè pari tutta la ricerca “generica” su internet ed entri direttamente in Tripadvisor, considerandolo ( A TORTO) una fonte attendibile, ed inserisca nel motore di ricerca interno per es: “ HOTEL ROMA”.
Nel monitor del Sig. Rossi , appariranno ben DUE FINESTRE di cui una a generazione automatica ( in gergo pop-up )…ed indovini quali contenuti troverà?!?!
Nella pagina generata in seconda battuta si trovano SOLAMENTE SITI DI PRENOTAZIONI DI EXPEDIA!
Nella prima pagina , vengono listati dei risultati che offrono addirittura la possibilità di confrontare i prezzi di offerta, ma guarda caso su siti e portali che appartengono a EXPEDIA!
A Tiribò…lei è come Gatto Silvestro che tenta di conficcare le unghie sulla lavagna che le sta facendo da scivolo verso il ridicolo!!! Senza rancore è una visione ludica della sua difesa di questo portale TRAPPOLA!
Lei DOTT. Tiribocchi non ha nemmeno la vaga idea di cosa sia realmente il WEB 2.0!
Lei copia ed incolla contenuti senza rendersi conto che nella stessa dizione offerta , c’è una evidente e macroscopica discrasia con Tripadvisor: “…spiccato livello di interazione sito-utente”…MA DOVE!?
Come me, ci sono migliaia di utenti che hanno chiesto spiegazioni, che richiedono che sia rispettata la propria volontà sulla gestione dei dati sensibili, che richiedono spiegazioni sui meccanismi di garanzia, che fanno domande…e nessuno risponde!
Per concessione di beneficio del dubbio continuo a non pensare che quello che scrive sia un ulteriore polverone per nascondere verità e responsabilità…ma mi risulta sempre più difficile !
Concordo su una cosa che ha scritto: una vetrina con visibilità MONDIALE, come un portale ben indicizzato sui motori di ricerca, non può essere una piattaforma APERTA senza moderatori e filtri e per questo in una mia precedente, ho specificato che il WEB 2.0 deve esser una piattaforma APERTA e DEMOCRATICAMENTE gestita sempre nei limiti della LICEITA’ e DECENZA.
…ma allora le pongo un quesito al quale le invito a non rispondere se deve ripetere una delle tesi “colabrodo” che ha già tentato di offrire a supporto di Tripadvisor: secondo quanto esposto, Tripadvisor si sta comportando in maniera trasparente, lecita e decente?
La parte finale del suo commento non fa altro che avvalorare la tesi che lei esprime molto bene ( ma come fa?! 🙂 ) che Tripadvisor ha tutto l’interesse a diventare sempre più credibile e sempre più “il punto di riferimento” del mercato, per dare un buon servizio….oh scusi! questa era la fiaba…la realtà, che si evince dai dati riportati sopra e da altri utenti è che vuole “spazzolarsi” tutta la ricca e succulenta torta delle prenotazioni on line, e per questo sta orientando le prenotazioni su tutti i suoi siti di intermediazione.
Chiaramente Tripadvisor, Expedia o chiunque sia in grado di parlare ed INTRAGIRE ( questo sarebbe veramente WEB 2.0, Tiribò!) con noi utenti è sempre benvenuta su questo e su tutti gli altri blog e forum che li vedono chiamati in causa, visto che a domande dirette e specifiche ai loro indirizzi di posta elettronica non rispondono!
Commento da vitti79 — 25 Febbraio 2009, alle ore 15:41
poichè tripadvisor appartiene a expedia, mi pare tutto molto chiaro…
Commento da AllaDolceVita — 17 Ottobre 2010, alle ore 10:59
EXPEDIA possiede e gestisce TRIPADVISOR.
EXPEDIA utilizza TRIPADVISOR per pilotare le prenotazioni.
EXPEDIA NON sta facendo nulla per eliminare ANONIMATO e PUBBLICITA’ INGANNEVOLE che viene generata attraverso recensioni FALSE sia POSITIVE che NEGATIVE.
L’ufficio stampa di Tripadvisor (http://www.competencecommunication.com/ ) ha confermato tutto ciò: la Sig.ra Scorfani ha scritto una recensione falsa e positiva, senza MAI aver soggiornato Alla Dolce Vita.
Questa denuncia è esplicita: http://www.timesonline.co.uk/tol/travel/news/article6583450.ece
La Comitas ha denunciato all’Antitrust Italiano questo teatrino: http://www.comitas.it/rassegnaDet.asp?id=63
La stesse denuncia è scattata in Francia: http://www.synhorcat.com/syn_page.php?rb=recherche&srub=&id_article=3139&var_recherche=tripadvisor&PHPSESSID=8a5dd3ada4e803371f03713d8459bd32
Perché si continua dare credibilità ad Expedia se agisce così?
Le recensioni, da valore reale , stanno diventando tutte bugie grazie ad Expedia!
….domanda per tutte e tutti: come vi spiegate , la pubblicità con la quale Expedia offre hotel con sconti fino al 35%?
Cordialità
Alla Dolce vita