Quello che le OTA non dicono: disintermediare sempre più difficile
22 Marzo 2013In questi giorni mi sono imbattuto in due notizie che, se accostate l’una all’altra, ben rappresentano lo scenario online in cui è costretto a muoversi l’hotel indipendente oggi.
Da una parte Priceline ed Expedia si fanno la guerra a suon di milioni di dollari di advertising su Google, mangiandosi i risicati margini di disintermediazione dell’hotel. Dall’altro, le OTA aumentano le relazioni con le piccole strutture indipendenti, che ben presto si renderanno conto di non essere più così indipendenti…
Verità 1: tra due giganti si diventa invisibili
Solo la scorsa settimana Bloomberg annunciava che Priceline, per la prima volta, ha aumentato il budget annuale destinato alla pubblicità fino a superare il miliardo di dollari. Una nuova mossa tesa a spodestare il rivale Expedia sui motori di ricerca.
Quella tra Priceline ed Expedia, ne abbiamo già parlato, è una vera e propria guerra che si gioca soprattutto su un campo di battaglia, vale a dire Google.
Nonostante questi due colossi del turismo online investano molto anche su altri canali, come Facebook o Twitter, il grosso del loro budget finisce in campagne a pagamento sui motori (SEM).
Se poi pensiamo alla recente esplosione dell’Hotel Finder, verosimilmente i portali si staranno già contendendo anche il primo posto nel suo “bottone rosso” centrale.
Questo non potrà che tradursi in:
- Aumento dei costi delle offerte legate al brand name su Google Adwords: i portali come sapete si fanno pubblicità sfruttando il nome degli hotel affiliati. Per comparire primi nei risultati a pagamento, che garantiscono un ottimo ritorno sull’investimento, sono disposti a sborsare cifre sempre più alte, gonfiando l’offerta Adwords legata al brand name dell’hotel. Già oggi non è raro che, per difendere il proprio brand, si sborsino cifre come 1,20 € o più a click.
- Sempre meno visibilità: per quanto l’hotel possa fare “brand protection” attraverso Google Adwords, sempre a causa dei costi lievitati si trova schiacciato in mezzo ai grandi portali e perde visibilità e prenotazioni dirette. La stessa cosa vale per il Google Hotel Finder, dove i portali sono per adesso gli unici in grado di fare pubblicità e vengono privilegiati nella visualizzazione delle tariffe.
Come riferisce Bloomberg: “Una ricerca su Google per le parole ‘hotel’ e ‘accommodation’ seguita dal nome di una qualsiasi delle maggiori città o destinazioni turistiche, rivela l’estensione degli investimenti di Priceline in Search Engine Marketing (SEM). Ad oggi, il portale Booking.com appartenente a Priceline, è sempre il primo risultato a pagamento se la ricerca include il nome di una delle 5 più grandi città in Europa.”
Insomma, stando così le cose, se tra i due litiganti il terzo gode (ovvero Google), l’hotel indipendente non può che rimetterci.
Verità 2: la visibilità delle OTA costa (e non solo in termini economici)
Su HotelMarketing.com è apparsa qualche giorno fa una notizia dal titolo “I piccoli hotel rappresentano metà dell’inventario di Expedia”. Il pezzo – presumibilmente un comunicato di Expedia – riporta:
“I dati dei primi novi mesi del 2012 indicano che il gruppo Expedia ha aumentato i rapporti con i piccoli hotel (50 camere o anche meno) e ha visto aumentare del 30% le transazioni nette annuali provenienti da questo settore.”
Così facendo, Expedia sembra mirare a diventare canale di vendita privilegiato per i piccoli hotel indipendenti, forte del fatto che di solito questi non hanno grossi budget da spendere in marketing e che si affidano ai portali con molta fiducia e senza piena coscienza delle conseguenze.
Sappiamo quante piccole e medie strutture abbiano un intermediato che supera di molto la metà delle vendite e senza i portali si sentirebbero perse (vedi Booking.com non ti piace? Puoi scegliere di non starci).
Il comunicato su Hotel Marketing si conclude riportando il caso degli hotel Messicani, in gran parte piccole strutture indipendenti, che hanno allargato i rapporti con Expedia: “In Messico, Expedia ha stabilito nuove partnership in tutto il Paese per il 2012. Più di metà sono con piccole strutture.”
Blanca Cossio, reservation & e-commerce manager per l’Hotel Riviera del Sol a Playa del Carmen, ha dichiarato: “Il gruppo Expedia ci ha dato l’opportunità di far crescere il nostro business di piccolo hotel aprendo le porte a mercati che non avremmo mai potuto raggiungere da soli. Nel 2012 le nostre vendite sono aumentate del 25% e gran parte di questa crescita è un diretto risultato della collaborazione con Expedia. Con budget limitati, facciamo molto affidamento (“rely heavily”) sul team di Expedia come estensione delle nostre capacità di vendita e di marketing.”
Questa affermazione richiama alla mente scenari che ben conosciamo anche in Italia, ma che sono estremamente pericolosi dal punto di vista della disintermediazione.
Insomma, passino l’importanza del billboard effect prodotto dalle OTA e l’indubbia visibilità che queste garantiscono. I portali ci sono, ci saranno sempre e vanno saputi sfruttare come strumenti di marketing. L’importante è non finire schiavi di questa visibilità.
Anche se pressati dalle nuove dinamiche e dai nuovi protagonisti travel che emergono online, non sentitevi schiacciati da un mercato troppo ampio e troppo vasto per voi. Non pensate di non avere gli strumenti e le possibilità di competere con i più grandi. Lo dicono anche le cifre che, nonostante la crescita dei portali, ogni anno aumentano le vendite da sito ufficiale (OTA: Expedia e Priceline dominano ma crescono le prenotazioni dirette).
Prima di gettare la spugna e scegliere la via più semplice, trovate il coraggio di investire su voi stessi e guadagnarvi la vostra fetta di disintermediato. Ne vale la pena.
Commento da Martino — 22 Marzo 2013, alle ore 17:25
Credo di poter lasciare il mio vecchio lavoro e fare i soldi più facile: Mi metto davanti a qualche grosso albergo, in mezzo alla strada d´accesso ed intercetto tutti turisti in arrivo. Poi gli accompagno molto gentile e con qualche informazione supplementare alla reception del loro albergo prescelto. Di seguito ovviamente passo nel ufficio del direttore per prendere la mia commissione. Una parte della commissione investo in cartelli personalizzati (PPV) con il nome del albergo. Visto che tutti albergatori ormai sono preso tanto ma tanto dalla sindrome di stoccolma e ringraziano a tutti operatori per aver “portato” lavoro, sono sicuro di avere un futuro prosperoso. Magari a fine mese rilascio una statica al direttore, così mentre vado a riscuotere la mia commissione gli insegno come poter fare più prenotazione: Pagarmi un overcommission, darmi offerte 3×2 e child-policy da 1-59 anni. Magari gli consiglio anche di darmi qualche camera in allotment, così sono sicuro che lui non svegli un giorno con una grande illuminazione pensando di non aver più bisogno di me. Ah, dimenticavo, se vuole che non mi venga li idea di inoltrare i clienti in arrivo ad altri alberghi, allora dovrebbe considerare il programma “preferiti”, ma accetto solo se paga puntualmente, se ha una buona reputazione e se non mi chiude le porte in faccia. Quasi Quasi, inizio subito….
Commento da nicopio — 26 Marzo 2013, alle ore 09:16
Ciao Martino, bella ironia! ma mi domando fino a che punto si debba sputare nel piatto in cui si mangia. Intendiamoci, io non sono un grande fan dei portali, però almeno non sono ipocrita, e riconosco che mi hanno portato molto lavoro in questi anni e che probabilmente tanti clienti americani o australiani non ce li avrei!
Commento da Martino — 26 Marzo 2013, alle ore 19:05
@ Nicopio: “riconosco che mi hanno portato molto lavoro”. Secondo te uno che fa le campagne PPC con il tuo brandname oppure che su google con grossi dei grossi budget si infila sopra la tua posizione spontanea ti “porta” lavoro oppure ti “ruba” lavoro? Se un agente booking.com si alza la mattina, va a Londra e bussa nella porta di un inglese per convincerlo a tutto cuore di fare un giro di vacanza, allora sono d´accordo che ti “porta” lavoro, ma fino a quanto solo si limita di “intercettare” flusso ESISTENTE! é un ladro di market share! Così si revescia anche la domanda di chi mangia dal piatto di chi! Ma purtroppo la sindrome di Stoccolma non si cura facilmente e solo si può risolvere con una disintermediazione a livello di destinazione nel suo collettivo.
Commento da nicopio — 27 Marzo 2013, alle ore 09:44
Certo che i flussi sono esistenti ma se non hai i mezzi per raggiungerli che fai? ti procuri i mezzi e paghi, giusto?
se ti dicessi che quando non c’erano Booking e Expedia, anche se avevo un sito ufficiale e un booking, tanti australiani, svedesi e olandesi, da me non avevano mai messo piede? Voglio dire che il flusso esiste già di per sè, ma probabilmente se i portali non fossero riusciti a intercettarli per me, probabilmente quelli neanche mi avrebbero mai conosciuto.
E se volevo intercettarli io comunque dovevo mettere banner, pubblicità, magari chiedere a un’agenzia di viaggi, ma comunque avrei dovuto pagare…
sinceramente io tutto questo astio non lo comprendo, alla fine per ottenere una cosa si paga, non è per tutte le cose così?
Commento da Frawinning — 28 Marzo 2013, alle ore 17:27
Impariamo a leggere Booking.com ed Expedia come opportunità. Se uno non vuole è libero di non utilizzarlo (o per Martino di non farsi sfruttare). Ma siamo sicuri che sia così semplice riempire l’hotel al 15-20% di commissione senza lavorare (farsi sfruttare) con (da) loro?
Commento da nicopio — 29 Marzo 2013, alle ore 12:20
Ciao Frawinning, infatti dicevo proprio questo… oggi come come oggi il 15-20% in più di occupazione è un bel vantaggio. se elinassi le ota dovrei fare ppc, comprare banner e chiedere aiuto a un’agenzia web, ma non è che queste cose siano gratis.
Commento da dott_stefano_tiribocchi — 30 Marzo 2013, alle ore 10:10
La consapevolezza dell esistenza di un SITO UFFICIALE, DIRETTO, DISINTERMEDIATO, IL SITO LORO, IL SITO DELL ALBERGO sta crescendo, ed è per questo che le OTA stanno cercando in tutti i modi di BLOCCARE il cliente sul loro canale, attraverso l’utilizzo della NONRIMBORSABILE che sta tornando tanto in voga.
L’abilità dell albergatore è creare in tutti i modi una situazione di maggior convenienza attraverso la prenotazione diretta, attraverso offerte speciali che altrove non possono essere prenotate, addestrando tutto il desk a saper valorizzare il canale disintermediato, il tutto supportato da STRUMENTI che permettono al meglio questo titpo di lavoro. Quindi investimento TOP sul sito ufficiale, con un booking engine professionale.