Priceline e Booking.com aprono le porte alle case vacanza
2 Gennaio 2013L’ha detto anche Arthur Frommer, fondatore del mitico forum di viaggi Frommer’s, che tra i trend travel di maggior portata del 2012 c’è da annoverare senz’altro “la sostituzione delle Camere d’albergo con Appartamenti e Case Vacanza”.
La crisi e le difficoltà economiche hanno spinto molti viaggiatori a cercare soluzioni di soggiorno più economiche e indipendenti e questo ha favorito l’esplosione di siti di home rentals come Homeaway, FlipKey e AirBnB. Anche alle OTA non è sfuggita questa evoluzione del mercato e Priceline si è già mosso in questo senso, aprendo le porte di Booking.com a una nuova fetta di utenti. Quelli che amano il soggiorno self-catering.
A lanciare la notizia in esclusiva è stato Dennis Schaal, editor da lungo tempo impegnato nel settore travel & technology, che in un recente articolo ha dichiarato che Booking.com potrebbe essere destinato a diventare un nuovo rivenditore di case vacanza, avendo aggiunto al suo portfolio centinaia, se non già diverse migliaia di case vacanza e appartamenti, e diventando di fatto competitor di siti dedicati come HomeAway.
Tra le altre proprietà aggiunte alle liste ci sarebbero in particolare quelle dell’agenzia professionale Interhome, che gestisce 32.00 proprietà in affitto in tutto il mondo e che avrebbe reso già disponibili sul portale molte delle sue abitazioni.
Anche molte case vacanza e appartamenti di proprietari indipendenti hanno fatto la loro comparsa su Booking. Da tempo Booking.com offre la possibilità di prenotare appartamenti o guest house, ma solo nelle stesse modalità di un hotel.
Possibile integrare in un’unica interfaccia hotel e case vacanza?
Integrare nel sistema attualmente in essere proprietà da prendere in affitto e non al giorno secondo Schaal potrebbe creare non pochi problemi a Booking.com.
Come gestire ad esempio le caparre, che di solito vengono versate in percentuali variabili intorno al 30% al momento della prenotazione? I clienti di Booking.com sono abituati a pagare tutto al check-out direttamente in hotel, dando la carta di credito a garanzia.
C’è anche da considerare che le politiche di cancellazione di Booking.com sono molto flessibili, mentre quelle per gli affitti richiedono solitamente policy di cancellazione più onerose.
Expedia.it già da tempo offre la possibilità di affittare case vacanza lasciando un acconto cauzionale, dunque è prevedibile che Booking.com possa fare lo stesso, magari separando il reparto hotel da quello degli affitti.
Per il momento l’OTA non ha rilasciato dichiarazioni in merito ma è chiaro che la sua silenziosa ma non poco importante iniziativa sia da osservare con attenzione.
Si può ben dire che tenendo d’occhio le acquisizioni di Priceline è possibile in qualche modo prevedere i trend di maggior peso dell’ambito travel e anche quest’ultima mossa è da collocarsi in un panorama fatto di passi strategici tesi ad assodare il ruolo del portale a livello mondiale.
Come conferma Schaal: “Questi sono solo i primi passi, ma quando uno dei maggiori hotel provider come Booking.com diversifica le sue attività nel settore delle case vacanza, tutti dovrebbero prenderne accuratamente nota.”
Mentre la maggior parte dei siti di case vacanza offrono la possibilità di un contatto diretto col proprietario, Booking.com potrebbe rendere il processo più semplice e veloce e quindi guadagnare punti nei confronti dei competitor e Schaal non esclude che presto o tardi Priceline decida di acquistarne uno per entrare definitivamente a gamba tesa nel settore delle Case vacanza a livello internazionale.
La citazione di Arthur Frommer è tratta dal suo blog ufficiale
Commento da evita — 17 Gennaio 2013, alle ore 17:34
Come conferma Schaal: “Questi sono solo i primi passi, ma quando uno dei maggiori hotel provider come Booking.com diversifica le sue attività nel settore delle case vacanza, tutti dovrebbero prenderne accuratamente nota.”
Ne abbiamo di fatto già preso nota tutti. Ma questo cosa significa che dobbiamo semplicemente adeguarci? Francamente ritengo che una prospettiva di questo tipo se non regolamentata comporterà enormi difficoltà alle strutture ricettive e al mercato del lavoro. Una commercializzazione senza regole e fuori controllo. Un ulteriore divario commerciale, amministrativo e soprattutto fiscale a scapito delle strutture ufficiali in un contesto che continua a non riconoscere al turismo il suo ruolo nella totale indifferenza. Pertanto l’interrogativo è: come posibile competere? La qualità, il rapporto con il cliente, l’innovazione. Certo ma ad armi pari. E così non è.