Intervista esclusiva a Booking.com: senza la rate parity per gli hotel sarebbero guai
30 Gennaio 2015Qualche settimana fa Booking.com ha annunciato che, per allinearsi alle richieste delle autorità dell’Antitrust, a breve avrebbe modificato la clausola di applicazione della Rate Parity.
Per saperne di più su come cambieranno le cose e cosa c’è da aspettarsi, abbiamo intervistato in esclusiva per voi Andrea D’Amico, Regional Director di Booking.com in Italia.
D’Amico ci ha spiegato in che cosa consisterà la nuova parità tariffaria ma ha confessato che sarebbe sorpreso se questa prima o poi venisse a mancare, poiché in questo caso la situazione per gli hotel indipendenti non sarebbe così semplice come molti credono.
Per capire in che direzione sta andando il mercato e come Booking.com si prepara al 2015, D’Amico ci ha anche svelato i piani del portale per migliorare l’esperienza dell’utente al massimo grado.
1. Recentemente si è molto parlato della modifica alla clausola di rate parity che vorreste introdurre sia in Italia che in altri paesi. Può spiegarci in dettaglio di cosa si tratta, se e quando entrerà in vigore? Pensa che potrebbe essere applicata a livello globale?
La nuova parità tariffaria è entrata in vigore a metà Dicembre ed è sottoposta attualmente ad un test di mercato prima di essere definitivamente approvata.
2. L’annuncio prevede l’abolizione della clausola di rate parity tra Booking.com e le altre OTA, mentre rimane nei confronti del sito dell’hotel. Da molte parti si sono levate critiche su questa scelta che viene ritenuta solo un palliativo che non cambierà le cose dal punto di vista della libera concorrenza. Cosa ne pensa in merito?
3. Alcuni albergatori temono che, nel caso scegliessero di offrire tariffe più convenienti ad altri intermediari, potrebbero esserci delle penalizzazioni su Booking.com. Certe strategie tariffarie potrebbero avere una ripercussione negativa sulle performance all’interno del vostro portale?
4. Può spiegarci perché Booking.com non prevede di rimuovere la clausola anche nei confronti del sito dell’hotel?
Nel caso in cui il cliente trovasse tariffe più basse sul sito dell’albergo, dovremmo sostenere tutti i costi relativi alle attività di cui sopra senza aver possibilità di alcun ritorno in quanto Booking.com verrebbe consultato per la scelta della sistemazione ma poi la prenotazione avverrebbe direttamente.
5. Se dovesse arrivare realmente la caduta dell’obbligo di rate parity, che scenario si immagina ci troveremmo ad affrontare?
Se Booking.com diminuisse o cessasse i propri investimenti sarebbero gli alberghi stessi a doverli sostenere con costi e rischi più alti; questo avrebbe anche ripecussioni negative sulle tariffe offerte e comporterebbe, quindi, danni anche per i consumatori.
6. Booking.com è da sempre un compendio di best practice nella vendita online di viaggi. Può anticiparci quali miglioramenti e investimenti verranno effettuati in questo 2015 per ottimizzare ulteriormente l’esperienza del viaggiatore?
7. Sono sempre di più gli utenti che pianificano e prenotano da mobile. Quanto è importante per voi questo segmento e come pianificate di migliorare le vostre performance in futuro su mobile?
8. Expedia ha dichiarato esplicitamente di voler focalizzare in futuro tutti gli sforzi su una maggiore personalizzazione dell’esperienza dell’utente. Se anche per voi è lo stesso, quali strumenti e strategie pensate di sfruttare per raggiungere questo risultato?
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