Il tax credit per il Turismo Digitale è operativo: si può richiedere già da quest’anno
19 Febbraio 2015Passata la bufera di Verybello.it, Franceschini si è presentato all’ultima edizione della BIT di Milano con noncurante ottimismo e una novità nel taschino pronta per far tornare il sereno (almeno per il momento). Il credito d’imposta del 30% promesso nel decreto Art Bonus per la digitalizzazione delle imprese turistiche è definitivo.
È diventato operativo il 12 febbraio con la firma congiunta di Franceschini e del Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.
Una firma che ci ricorda non poco quella dell’aprile scorso in diretta al Travelnext di Trento, con cui Franceschini lanciò ufficialmente la nascita del TDLAB.
Cerchiamo di sviscerare chi, come e perché richiedere questi incentivi. Se non avete intenzione di leggervi in forma integrale il documento ufficiale, di seguito ne riportiamo un sunto preciso.
Chi può accedere al credito?
Il documento specifica che potranno richiedere il credito:
- Strutture alberghiere con almeno 7 camere (alberghi, villaggio alberghi, residenze turistico-alberghiere, alberghi diffusi, condhotel, marina resort)
- Strutture extralberghiere (affittacamere, ostelli, case e appartamenti per vacanza, residence, case per ferie, bed and breakfast, rifugi montani
- Esercizi ricettivi aggregati con servizi extraricettivi o ancillari
- Agenzie di viaggio e tour operator
Qual è la cifra massima che potete richiedere come rimborso?
Il credito di imposta richiesto può andare a coprire gli anni 2014, 2015 e 2016 e “l’importo totale delle spese eleggibili è, in ogni caso, limitato alla somma di 41.666 euro per ciascun soggetto ammesso al beneficio, che, di conseguenza, potrà usufruire di un credito d’imposta complessivo massimo pari a 12.500 euro.” Questo significa che se anche spendeste 100.000 euro in servizi che rientrano nelle categorie per cui fare richiesta di rimborso, solo per una quota di 41.666 euro potrete avanzare la richiesta.
Il tutto è alternativo e non cumulabile con altri sgravi fiscali.
Quali interventi rientrano nel decreto?
Le spese di digitalizzazione eleggibili per richiedere il credito di imposta sono molte e riguardano non solo, come molti pensano, la creazione di nuovi siti o portali.
Ad esempio, un’ottima novità riguarda il fatto che il credito si applica anche alla formazione: una bella occasione per investire su di voi e sui vostri dipendenti per migliorare il servizio ai clienti.
- Impianti Wi-Fi per fornire la connessione veloce gratuita ai propri clienti: acquisto e installazione modem/router; dotazione hardware per la ricezione del servizio mobile (antenne, parabole, ripetitori)
- Siti web ottimizzati per il mobile: acquisto di software e applicazioni
- Programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti, purché in grado di garantire gli standard di interoperabilità necessari all’integrazione con siti e portali di promozione pubblici e privati: acquisto server e storage.
- Spese per spazi e pubblicità per la promozione e la commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici: fornitura di spazi web e pubblicità online
- Servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale: contratto di fornitura di prestazioni e servizi
- Strumenti per la promozione digitale di proposte e offerte innovative per l’inclusione e l’ospitalità delle persone disabili: prestazioni e servizi; acquisto di software
- Formazione del titolare o del personale: docenza e tutoraggio
In pratica si può richiedere il credito d’imposta praticamente per tutto quello che riguarda la presenza online dell’hotel: dal sito web alle attività di marketing a pagamento.
Ovviamente tutto ciò deve essere dimostrare attraverso documentazione legale regolarmente presentata dal commercialista o altro soggetto equivalente.
Chi ha sostenuto spese nel 2014, può già fare domanda per il credito di imposta
Le domande per ricevere il credito di imposta vanno effettuate tra il 1° gennaio e 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono state effettuate le spese.
Già quest’anno potreste richiederlo per le spese sostenute nel 2014. Infatti, anche se la modalità di inoltro della richiesta per via telematica deve ancora essere definita dal Ministero, la scadenza per fare domanda quest’anno è spostata a ulteriori 60 giorni successivi alla definizione di queste modalità.
Quali sono i limiti del credito di imposta?
È specificato ovviamente che il Ministero dovrà verificare l’ammissibilità della richiesta, non solo in base alle caratteristiche della richiesta stessa, ma anche alle risorse disponili, che hanno un tetto massimo di 15 milioni di euro (come specifica il Sole 24 Ore).
A seconda delle risorse, il credito spetterà alle strutture in base all’ordine cronologico delle richieste.
Se la richiesta è ammessa, entro sessanta giorni vi verrà comunicata ufficialmente la cifra esatta del credito spettante.
L’intero testo è consultabile sul sito del Sole 24 Ore.
L’ottimismo di Franceschini stride con i limiti oggettivi del Turismo italiano
Franceschini si è dimostrato soddisfattissimo della firma, come riporta un comunicato ufficiale del MIBACT: “Grazie agli investimenti sul digitale saremo in grado di promuovere al meglio le nostre ricchezze locali e le nostre eccellenze enogastronomiche. Con la nostra capacità di associare creatività, innovazione e tradizione nei prossimi anni continueremo a sorprendere il mondo, creando al contempo opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale per il territorio”.
Un messaggio fortemente positivo e ottimistico ma che lascia molti quesiti aperti.
Sicuramente il decreto, avviato e reso operativo in breve tempo, può incentivare le imprese turistiche a investire sul digitale e sulla formazione, ma ancora regna l’impressione che manchino delle solide basi, una visione e un modo di agire comuni alla Penisola per dare una svolta reale al Turismo italiano.
La recente pubblicazione – senza apparente significato – del portale di eventi collegati all’EXPO2015 Verybello.it ha suscitato attacchi a non finire, soprattutto perché ha toccato, ancora un volta, un nervo scoperto per noi del Turismo.
Sto parlando del portale Italia.it, che oggi è poco più di un simpatico sito di raccolta informazioni molto basico senza per altro alcun riferimento al “Dove Dormire”.
E le polemiche non si sono fermate qui: dopo la pubblicazione di Verybello molti – tra cui il giornalista Guido Scorza del Fatto Quotidiano – si sono chiesti che fine abbiano fatto i consulenti del TDLAB. Alle domande poste online, Franceschini ha risposto immediatamente, lasciando un p’ di amaro in bocca.
“Il TdLab non è stato coinvolto anche perché non è più operativo da metà ottobre quando ha esaurito il suo compito consegnando il piano per il turismo digitale,” ha dichiarato il Ministro. Peccato, perché ora più che mai ce ne sarebbe davvero bisogno!
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