Hotel & SEO: 4 punti per spiegare il nuovo RankBrain di Google

leggi l’articolo completo...Nome: RankBrain. Segni particolari: intelligentissimo. Per l’esattezza RankBrain è il nuovo sistema di intelligenza artificiale già all’opera su Google per interpretare buona parte delle ricerche più complesse digitate dagli utenti sul motore di ricerca.

Una novità destinata ad incidere fortemente sui risultati di ricerca di Google, tanto che a Mountain View hanno dichiarato che RankBrain è già “il terzo segnale più importante che contribuisce ai risultati di una ricerca”. Che cosa cambierà? Per l’hotel si profila una SEO fatta sempre più di buoni contenuti.

A scatenare la fantasia del web intorno a questo cervello computerizzato è stato un articolo pubblicato la scorsa settimana da Bloomberg, che riporta le dichiarazioni fatte durante un evento pubblico da Greg Corrado, un ricercatore senior di Google.

Ma andiamo con ordine: quando si parla di intelligenza artificiale non si sa mai dove si va a parare, perché l’argomento è complesso e i malintesi possono essere tanti. Specie per un albergatore che di mestiere non si occupa certo di SEO.

Per illuminarvi sulla questione ho pensato di riassumere il tutto in 4 semplici punti.

 

1 – RankBrain non è il nuovo algoritmo di Google

Chiariamo subito una cosa: RankBrain non è un nuovo algoritmo di Google. È solo una parte dell’attuale algoritmo in uso (Hummingbird). Si tratta di un sistema di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico utilizzato da Google per processare una parte delle sue query di ricerca.

Come spiega Search Engine Land l’apprendimento automatico consiste nel fatto che “il computer insegna a se stesso come fare qualcosa senza che gli venga insegnato dall’uomo.”

Se per adesso l’Intelligenza Artificiale vera e propria (un computer equiparabile all’uomo) esiste solo nei film di fantascienza, in senso lato quella di Google può essere definita tale proprio in virtù del fatto che è in grado di imparare e fare connessioni.

Basti dire che RB ha superato nei test persino gli ingegneri di Google. A un gruppo di ingegneri che si occupano proprio della creazione dell’algoritmo è stato chiesto di giudicare ad occhio alcune pagine e indovinare quali di queste il motore di ricerca di Google avrebbe collocato nelle prime posizioni delle SERP. Gli ingegneri hanno indovinato nel 70% dei casi. RankBrain nell’80% dei casi.

Altri esperimenti hanno dimostrato che spegnere il RB “sarebbe dannoso per gli utenti quanto dimenticare di mostrare nei risultati di ricerca la metà delle pagine di Wikipedia.”

2 – RankBrain è il prodotto di anni di studio

Per capire da dove viene RankBrain bisogna fare un passo indietro rispetto ad oggi. Intanto è importante sapere che Google è uno dei maggiori investitori al mondo in questo settore. Ma non l’unico: anche Facebook e Microsoft ad esempio sono tra questi.

Il rilascio del RankBrain è avvenuto nel corso di circa un anno ed è stato strettamente monitorato da un gruppo di 5 ingegneri per capire se la macchina fosse davvero in grado di ottenere dei risultati di ricerca corretti. All’inizio del 2015 Amid Singhal, search VP, ha dato l’approvazione per espandere il team a una dozzina di persone e per rilasciare universalmente questa tecnologia su tutte le ricerche di Google. Più passa il tempo, più il sistema migliora le performance, poiché viene arricchito con nuovi dati per permettergli di entrare in contatto con sempre nuovi concetti.

3 – RankBrain gestisce il 15% delle SERP di Google

Quello che a molti di noi sembra un processo automatico scontato, in realtà è il frutto del lavoro di molte persone. Come spiega dettagliatamente Search Engine Land “i metodi che Google già utilizza per raffinare le ricerche generalmente sono riconducibili a un gruppo di persone che svolgono un certo lavoro, sia che si tratti di creazione di liste di termini derivati, di sinonimi o di database di connessioni tra cose. Di sicuro c’è un certo grado di automazione. Ma, in larga parte, di tratta di lavoro umano. Il problema è che Google processa 3 miliardi di ricerche al giorno. Nel 2007 Google disse che il 20-25% delle query non era mai stata vista prima. Nel 2013 dichiarò che si trattava del 15%.”

A quanto pare RankBrain viene utilizzato per questo, per processare quel 15% di ricerche ambigue o mai fatte finora sul motore di ricerca.

4 – RankBrain è già uno dei segnali più importanti che determinano il posizionamento organico

Quello che fa più riflettere è che, a quanto dice Corrado, Google considera già il suo sistema di intelligenza artificiale come il 3° segnale più importante per determinare il posizionamento di un sito sulle SERP. Una dichiarazione già di per sé molto strana, visto che Google è solitamente molto restio a parlare del suo algoritmo e dei segnali che lo influenzano. Sono oltre 200 i “segnali” che Google tiene in considerazione per determinare i suoi risultati e sono tutti legati al contenuto della pagina o alle caratteristiche del sito più che esterni.

Nonostante Google non lo abbia confermato, Denny Sullivan di Search Engine Land, in base allo scambio di email con l’azienda, ha ipotizzato che esista una sorta di “RankBrain score”, ovvero che RankBrain aiuti in qualche modo Google a classificare in modo migliore le pagine basandosi sul loro contenuto. Potrebbe dunque aiutare Google a riassumere i contenuti di una pagina meglio di quanto siano riusciti a fare gli altri sistemi utilizzati finora.

 

A quanto pare dunque RankBrain è già diventato un fattore imprescindibile per il funzionamento di Google. L’evoluzione che RankBrain sta permettendo di fare a Google non è altro che il naturale proseguimento del lavoro iniziato con Hummingbird, che mira a superare la ricerca per parole chiave avvicinandosi alla ricerca semantica. A mostrare cioè risultati di ricerca non in base alle parole chiave trovate nel testo, ma al vero significato del testo e alla sua relazione con l’intenzione dell’utente.

Da un punto di vista SEO dunque per l’hotel si conferma quanto detto in passato. Il vostro sito web dovrà essere sempre più ricco dal punto di vista contenutistico e rispondere nel modo migliore ai reali quesiti degli ospiti.