Hospitality Girls’ Power: 20 top manager svelano il segreto della loro carriera in hotel
3 Luglio 2014È dedicato alle imprenditrici dell’Hospitality l’ultimo studio della Cornell University, realizzato per incentivare professioniste e leader di settore a riflettere sul ruolo femminile nell’ospitalità di oggi.
Che cosa serve alle figure femminili per raggiungere le posizioni al vertice in hotel? Una serie di interviste strutturate con 20 donne che sono arrivate a ricoprire ruoli di comando nel settore Hospitality rivelano il talento, le risorse e il supporto indispensabili per raggiungere certe posizioni.
In aprile abbiamo parlato di Come diventare albergatori oggi e si è accesa una lunga discussione sul nostro gruppo LinkedIn.
Oggi affrontiamo l’argomento da un punto di vista tutto femminile, prendendo spunto dall’interessante documento della Cornell “Female Executives in Hospitality: Reflections on Career Journeys and Reaching the Top”.
Perché, nonostante siano moltissime le donne che lavorano nell’Ospitalità, ancora sono solo una minoranza ad aver raggiunto il vertice.
In Italia solo lo 0,6% è manager
L’anno scorso, in occasione della festa della donna, affrontammo la questione nell’articolo “Il Turismo è Donna: in hotel Femminilità fa rima con Ospitalità”: in Italia le donne che ricoprono ruoli manageriali o di quadro sono pochissime (si parla dello 0,6%).
Ma anche in America non si scherza quanto a disparità tra uomini e donne in albergo: “Aziende come Carlson Rezidor, Denihan, Fairmont e Four Seasons hanno avuto o hanno ad oggi donne come CEO o presidentesse, ma queste sono eccezioni.”
Un rapporto del 2013 effettuato da Catalyst in Usa indica che, mentre le donne costituiscono il 52,4% della forza lavoro nei brand dell’Ospitalità classificati tra i Top 500 da Fortune, solo il 15,5% sono dirigenti o fanno parte del consiglio direttivo.
Eppure ci sono molti studi, a detta della Cornell, che dimostrano come “le aziende con donne nel consiglio direttivo, finanziariamente superino quelle senza donne alla direzione.” Segno che c’è ancora molto talento non coltivato.
Le 3 chiavi del successo in hotel
Le 20 professioniste identificate – che operano sia in hotel che in altre aziende legate all’ospitalità – hanno in maggioranza più di 40 anni e figli a carico. Ognuna ha risposto a una serie di domande e le risposte, una volta trascritte, sono state analizzate con l’aiuto di software per identificare i temi comuni.
Da qui sono emersi 3 fattori che hanno avuto un ruolo chiave nel successo delle imprenditrici:
1 – Essere disposte a rischiare (in modo intelligente)
Uscite dalla vostra “comfort zone” (l’area in cui vi sentite più sicure) e mettetevi alla prova con ruoli nuovi, mai ricoperti prima. È importante tenere in considerazione possibilità diverse da quelle contemplate nel proprio piano originale. Queste opportunità aiutano a far nascere competenze nuove, a differenziarsi dalla “concorrenza” e producono significative svolte di carriera. Imparate a considerare le “mosse laterali”, a riconoscere le opportunità, anche se diverse dalla strada che avete scelto, perché potrebbero portarvi in luoghi migliori di quelli dove siete.
Una nota importante: fate un’esperienza all’estero, perché “la realtà è che il tuo cliente è un cliente globale.”
2 – Fare networking e avere faccia tosta
Circondatevi di persone di valore, perché oggi o domani potranno essere vostre alleate nella vostra crescita professionale. Fin dai primi incarichi, create rapporti duraturi, specie con quegli individui che hanno talento e che sono sulla vostra lunghezza d’onda. Questo anche frequentando associazioni, gruppi ed eventi dove sia possibile ampliare il proprio network.
“Abbi l’intraprendenza, alzati e dici: “Io ti conosco”. Noi la chiamiamo faccia tosta. Beh, lasciatemi avere la faccia tosta di andare e presentarmi. Non sarà quella presentazione che vi darà il lavoro, ma vi fornirà quella conversazione che vi darà le credenziali per avere un lavoro.”
3 – Guadagnarsi degli sponsor, il supporto di chi conta
Trovate un superiore o un collega a cui dedicare tempo e impegno, che conosca tutte le vostre potenzialità e che creda in voi. Qualcuno che sia un giorno in grado di aprirvi le porte di una posizione migliore, di supportarvi e parlare in vostro favore.
“Gli sponsor sono indispensabili, perché quelle sono le persone che vi apriranno le porte e che potranno dire a quelli dall’altra parte: “È arrivato il momento che lei abbai questo lavoro. Che lei si assuma questa responsabilità.”
In ambienti molto competitivi questo non è un compito facile: molto spesso i superiori o i colleghi più anziani preferiscono che si tenga un basso profilo, per non perdere il professionista come collaboratore, o perché magari si sentono minacciati in prima persona.
“Queste considerazioni sono supportate dagli studi sugli sponsor, che mostrano che gli individui con uno sponsor sono più soddisfatti del loro avanzamento, sono più propensi a chiedere un prolungamento dell’incarico o un aumento e, non sorprende, è più difficile che lascino la loro organizzazione.”
Dunque un punto importante: lo sponsorship è qualcosa che fa bene alla donna lavoratrice, ma anche all’hotel stesso.
Di seguito, la piccola infografica che riassume i punti salienti dello studio:
Lo studio, come spiegano gli autori nell’introduzione, non era chiaramente rivolto soltanto alle giovani che stanno cercando di farsi strada nell’Ospitalità, ma anche agli hotel e alle aziende dell’Hospitality, che dovrebbero cercare di individuare e di investire nel talento delle figure femminili.
Donne all’ascolto, chi di voi ricopre ruoli manageriali? Quali sono state le chiavi del vostro successo o quali credete che siano le difficoltà maggiori da superare?
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