Google e le OTA: Priceline fugge, Expedia ringrazia
6 Novembre 2014I legami molto stretti si sa, sono sempre rapporti di amore/odio. E vista la semi-dipendenza che lega le grandi agenzie di viaggi online a Google, che veicola da sempre il grosso del traffico a pagamento e non alle OTA, anche in questo caso non poteva essere diversamente.
A pochi giorni dalla pubblicazione dei risultati per il terzo trimestre 2014 delle due major del turismo online – Expedia e Priceline – emergono sentimenti contrastanti riguardo al loro legame con Google. C’è chi escogita nuovi sistemi per riguadagnare autonomia e chi invece pensa di aumentare gli investimenti nel nuovo metamotore di ricerca di Big G.
Priceline – Expedia: un vero testa a testa
Innanzi tutto è importante sottolineare che entrambi i colossi del travel online hanno registrato una forte crescita nel terzo trimestre 2014 rispetto allo scorso anno.
Priceline conta 540.000 proprietà e ha visto crescere le prenotazioni lorde del 29% (13.8 miliardi di dollari), le revenue totali del 25% (2.8 miliardi di dollari) e le room night vendute del 27% (95 milioni).
Expedia – che invece per adesso arriva a contare “solo” 365.000 strutture comprese quelle dislocate in Cina – ha registrato una crescita del 29% delle prenotazioni lorde (13.47 miliardi di dollari), del 22% per le revenue totali (1.7 miliardi) e del 24% per le room night vendute (54.5 milioni).
Non c’è bisogno di dire che il grosso delle revenue e delle vendite per entrambi viene dal settore alberghiero, sempre in crescita grazie ai margini notevoli e agli ingenti investimenti che entrambe le OTA sostengono in pubblicità.
Con l’unica differenza che Priceline si sta battendo per diversificare.
Priceline torna alla pubblicità tradizionale
Suona strano il fatto che un big player del turismo online abbia deciso di investire in pubblicità offline, eppure Priceline lo sta facendo e i risultati sono stati incoraggianti.
Come dichiara il CEO di Priceline Darren Huston ha confermato che il gruppo continuerà ad investire in pubblicità televisiva. Soprattutto per cercare di ridurre la pesante dipendenza da Google.
Priceline resta uno dei maggiori advertiser di Google, tanto che in questo ultimo trimestre gli investimenti in pubblicità online sono cresciuti del 31,2% raggiungendo i 700 milioni di dollari, e questo non sorprende se consideriamo i costi crescenti che gran parte dei portali turistici stanno sostenendo per mantenere alta la visibilità su Google.
Non è un caso quindi che il budget speso in TV advertising per pubblicizzare Booking.com, Kayak e Priceline sia stato aumentato del 79,5% in questo trimestre per un totale di 71,6 milioni di dollari.
“Questo per noi è stato un grande passo avanti” ha detto Huston, parlando proprio della capacità delle nuove campagne TV di portare traffico ai siti, “La nostra dipendenza da Google si è ridotta.”
Un’affermazione che può lasciar sottintendere molte cose, ma forse in primis che il modello pubblicitario lanciato da Google ha ormai raggiunto costi difficili da digerire. Priceline vuole invece portare forza e notorietà ai suoi brand senza dover passare obbligatoriamente dai motori di ricerca e da altri siti.
Expedia aperta ad aumentare gli investimenti su Google
Ad Expedia invece pare che gli investimenti sostenuti in pubblicità su Google non pesino più di tanto. Anzi.
Come abbiamo visto il terzo trimestre dell’anno si è chiuso positivamente, superando anche le più rosee aspettative, sia del portale che degli investirori.
Tra gli investimenti di Expedia, il CEO Dara Khosrowshahi conferma che quelli che hanno generato maggiori ritorni sono i nuovi metamotori di ricerca. Sia Trivago, acquistato da Expedia nel 2013, il quale ha fatto guadagnare alla OTA tanto traffico quanto ne genera TripAdvisor, ma soprattutto il Google Hotel Finder.
Secondo il CEO, il Finder di Google sta diventando per Expedia un crescente fonte di traffico e la società sta valutando soluzioni di re-targeting degli investimenti per creare situazioni “win-win” in quei canali dove “si spende di più e si guadagna di più.”
Nonostante la diversità di approccio dimostrata dai due portali in questa chiusura 2014, un fatto resta chiaro: per i portali le nuove piattaforme offerte da Google e i nuovi metamotori di ricerca stanno generando traffico in crescita a cui non possono voltare le spalle e se l’hotel vuole sperare di riguadagnare punti in termini di disintermediazione, c’è un’unica via da perseguire. Investire nel proprio canale di vendita online (sito, booking engine, SEO, web marketing) e investire su Google, sia PPC che HPA, perché questo è l’unico modo per non lasciare spazio a un’ulteriore crescita delle vendite intermediate.
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