Expedia: “Hotel, abbandonate il listino prezzi!”
11 Marzo 2011OTA-competitor o OTA-alleati? Ottenere più visibilità o abbattere le commissioni? Disintermediare o utilizzare i portali come strumento di marketing? Questi alcuni degli argomenti caldi trattati nell’intervista condotta di recente da Marco Beaqua a Stefano Perino, director market manager Central and Southern Italy di Expedia, sul portale Jobintourism.
Interessante è l’invito da parte del portale stesso agli albergatori di iniziare a fare Revenue. Non applicare tariffe flessibili è visto da Expedia come uno dei principali errori commessi dalle strutture nella gestione del pricing sui portali.
OTA e hotel: realtà complementari in uno stesso mercato
Perino esordisce nell’intervista ricordando che il rapporto tra intermediari e strutture alberghiere dovrebbe essere quello di completarsi, di collaborare in un’ottica win-win: come abbiamo spiegato già tante volte anche qui su Booking Blog, il portale dovrebbe diventare uno strumento di marketing da imparare a gestire al pari degli altri canali promozionali (vedi I 7 Vizi Capitali dell’Hotel 2.0).
A sostegno di questo il responsabile di Expedia ha ovviamente parlato del Billboard Effect, citando la ricerca realizzata dalla Cornell University già nel 2009: lo studio documentava infatti come gli hotel presi in esame, dopo l’affiliazione ad Expedia, avessero registrato un aumento delle prenotazioni dirette in percentuali che variavano dal 7,5% al 26%, unitamente ad un certo incremento dell’ADR.
Le alte commissioni? Perino sostiene che nessun servizio è gratuito e che quello che Expedia richiede non è che il costo del servizio offerto, che risulta sempre e comunque commisurato alle performance dell’hotel.
Il Revenue Management vale anche sui portali
Una volta interrogato rispetto al valore del Revenue Management per una corretta gestione del pricing, Perino dichiara che uno dei maggiori errori commessi dall’hotel è continuare ad affidarsi a tariffari fissi stagionali, senza prendere in considerazione la possibilità di iniziare ad applicare tariffe dinamiche di giorno in giorno.
Ribadisce con insistenza anche il pericolo dei lastminute stracciati, che poi spingono gli utenti che hanno prenotato mesi prima a prezzi molto più alti – soprattutto in corrispondenza delle offerte più vantaggiose dalle compagnie aeree – a cancellare la prenotazione, a lamentarsi, a diffondere una pessima immagine dell’hotel.
Non è un caso raro quello descritto da Perino: si tratta infatti di una eventualità dettata talvolta da un comprensibile errore di forecast da parte del revenue management, ma molto più spesso da una gestione errata dei prezzi (“I noticed that the rate is much lower now… Can you adjust my charges?”.)
Anche Expedia apre le porte alle tariffe opache
In sede di intervista, Perino non perde occasione per citare i nuovi prodotti e i nuovi servizi a breve resi disponibili da Expedia per gli albergatori: tra questi spicca in particolare la creazione di una categoria di offerte a Tariffe Opache, una modalità di acquisto già da anni disponibile sui alcuni portali, come ad esempio Priceline, e che ultimamente ha visto nascere adesioni anche in Italia.
Il primo a proporre in versione “nostrana” le Offerte Opache – ovvero la possibilità di prenotare un albergo a tariffe molto scontate conoscendone solo le caratteristiche ma non il nome – è stato Lastminute.com con i suoi “Hotel Top Secret”, ma a quanto pare tra poco anche Expedia inaugurerà i suoi “Hotel Expedia da Scoprire”.
Per leggere l’intervista completa ad Expedia: Jobintourism.it
Se vuoi saperne di più su come gestire la presenza del tuo hotel sui portali, leggi anche:
Commento da Filippo — 12 Marzo 2011, alle ore 08:27
Assolutamente d’accordo sul fatto che il listino prezzi ( almeno inteso nel senso classico del termine ) non esiste piu’.
Piu’ difficile farlo capire la Cliente ( ce ne sono ancora) che chiedono i prezzi nei vari mesi, riferendosi alle ovvie stagionalità.
Commento da Riccardo Cocco — 14 Marzo 2011, alle ore 19:17
@Filippo:
Purtroppo ciò che di ci è assoluta verità! Ma la difficoltà non è nel farlo capire ai clienti (che lo sanno e lo sanno molto bene che gli alberghi funzionano come le compagnie aeree, perchè a loro non fanno problemi accettando le loro fluttuazioni?) Chi realmente non è a conoscenza che non esistono più le stagionalità e quindi non esistono più i listini prezzi, sono molti albergatori che definirei (per eleganza): ALBERGATORI VINTAGE……
Buon lavoro e buon vintage a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da GabUd — 14 Marzo 2011, alle ore 19:22
Sera.
d’accordo quasi su tutto..tranne, manco a dirlo, su certi punti di vista delle Ota
che, anche a sentire il Sig Perino, vengono date un poco per scontato.
Certe commissioni per un servizio di INTERMEDIAZIONE sono a mio avviso eccessive… 25-30% per “il costo del servizio offerto” mi sembrano fuori fase..
Provoco: perchè, visto che l’ottica preposta è WIN TO WIN, le OTA non propongono una “parity commission” a fronte della richiesta di “parity rate”?..lo so che non troverò molti d’accordo..ma a me sembrerebbe onesto.
per il resto mi trovo d’accordo con Sig Perino..si vede il buon sangue paterno da albergatore di successo 🙂
Buon lavoro a tutti!
Gabriele
Commento da Filippo — 15 Marzo 2011, alle ore 16:45
@Riccardo: esistono ancora parecchi Clienti che sono all’oscuro di certe tecniche di “pricing”, a qualcuno che telefonicamente stavo spiegando questo portando come esempio i prezzi delle Compagnie Aeree, mi sono sentito rispondere “mai preso un aereo in vita mia!”
Per gli albergatori concordo ( sic). Ma perche’ ci sono troppi albeghi o perche’ troppi non sono aggiornati commercialmente perlando??
Commento da Riccardo Cocco — 16 Marzo 2011, alle ore 10:07
@GabUd:
Tema annoso e solitamente irrisolvibile. Da un certo punto di vista concordo sul fatto che si potrebbe di certo negoziare (per categoria ovviamente non come singole strutture) un livello di commissioni più abbordabile. Dall’altro non convengo sulla “parity commission”. Le OTA hanno una potenza differente l’una dall’altra anche in termini di investimenti e di offerta (anche se son certo che stiamo man mano andando verso un calderone unico da dove tutti pescheranno). Uniformare le commissioni renderebbe come impatto negativo che le attuali OTA che spendono fior di milioni in comunicazione (in tutte le sue sfaccettature) ridurrebbero questo impegno.
@Filippo:
Un esempio non fa la massa ovviamente, ma certo è che esistono anche questo tipo di personaggi, allora è nostra capacità percepire il tipo di interlocutore e livellare il discorso. Se il premio Nobel Carlo Rubbia mi parlasse di astrofisica, non capirei nulla……
Per la seconda parte del tuo intervento occorre dire che a mio parere è una commistione di ambo i fattori. Ma personalmente credo più ad un elevato numero di strutture non gestite da albergatori ma da investitori, che dimenticano sempre che sono i clienti che fanno i numeri e non i numeri che fanno i clienti.
Buon lavoro e buona astrofisica a tutti!
Riccardo Cocco
Commento da Filippo — 16 Marzo 2011, alle ore 13:18
@Riccardo: albergatoriinvestitori. Son d’accordo, ma come pensano che il lavoro di albergatore ( come tutti le altre professioni) si possa inventare in quattro e quattrotto???? E’ proprio con questo tipo di approccio non professionale che poi si rovina un po’ l’immagine dell’intero settore.
Commento da Luca Meneghini — 17 Marzo 2011, alle ore 08:06
@ dott. Cocco @Riccardo
scrivo 2 righe veloci ….. mi piace il Vostro discorso di albergatori-investitori!
l’anno scorso sono stato 4 giorni sull’isola di malta per vedere alcune strutture per gestione diretta e per managment e li sono restato piu’ che stupito dalla NON conoscenza del lavoro di albergatore e non solo, in metà dei casi ho avuto proprietà di banche e altri istituti (SMOM e via dicendo). Qui si capiscono molte cose, ma io avvallo sempre il pensiero che posso essere si un investitore ma posso avere le persone giuste per il giusto hotelier … che dire…. non arrivero’ mai dove vorrei ma almeno ho nel cuore l’indole e quella non ha prezzo!
BUON 150° A TUTTI ANCHE AI TRENTINI E AGLI ALTOATESINI…. 😛
Commento da Riccardo Cocco — 18 Marzo 2011, alle ore 08:47
@Filippo & Luca:
il problema è proprio questo. Molti imprenditori, per differenziare gli investimenti hanno iniziato ad investire in ospitalità gestendo le strutture in modo diretto (i più illuminati almeno le hanno lasciate in regime di management). Fare l’albergatore non è un lavoro che si apprende con le dispense della Scuola Radio Elettra (con tutto il massimo rispetto), ma è dedizione innata. Non a caso alcuni tra i più bravi albergatori sono dinastie che ormai hanno consolidato nel proprio DNA l’albergo.
Buon Revenue Management e buoni DNA a tutti!!
Riccardo Cocco