Cosa prevede il Piano Colao per rilanciare il turismo italiano
10 Giugno 2020“Ripartire in sicurezza” è il nome del rapporto redatto dal manager Vittorio Colao insieme alla sua task force. Incaricato dal governo Conte per gestire la ripartenza economica del paese dopo il periodo di lockdown, il “Piano Colao” individua nel turismo, nell’arte e nella cultura alcuni fra i centri nevralgici del rilancio.
Nell’attesa di capire come si muoverà il Governo rispetto a quanto riportato nel Piano, vediamo insieme, nel dettaglio, che cosa prevede per il settore del turismo italiano.
“Turismo, Arte e Cultura, brand del Paese”
Il piano si apre con alcune considerazioni critiche sulla gestione dei settori richiamati. Quest’ultimi infatti, si legge al suo interno, “contribuiscono in maniera estremamente significativa all’economia del nostro Paese, generando (indotto incluso) circa il 13% del Pil e occupando oltre 4 milioni di addetti.” Pur potendo contare su un patrimonio culturale unico al mondo, nel Piano Colao vengono indicate alcune criticità, per le quali questi settori “non sfruttano appieno le proprie potenzialità (ad esempio, la Sicilia, a fronte di un’estensione costiera e di condizioni climatiche comparabili alle Baleari ha un numero di pernottamenti dieci volte inferiore). Questa condizione ha comportato un’erosione significativa della quota di mercato: in Italia tra il 2010 e il 2019, il settore è cresciuto mediamente del 4,5% annuo a fronte del 6% dei principali concorrenti del Mediterraneo”.
Quattro obiettivi per rilanciare il turismo
In questa sezione trovano spazio le proposte del piano per un concreto rilancio del settore del turismo, articolato in quattro obiettivi:
- Difesa della stagione turistica 2020 e della percezione internazionale dell’Italia;
- Una nuova governance e strategia per il turismo, al fine di garantire una migliore gestione del settore rispetto a quanto fatto finora;
- Tutela, sviluppo e promozione dell’offerta del settore;
- Forte valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, identificato come “vero DNA del paese e fonte primaria di attrattività turistica dell’Italia”;
Quali sono le azioni concrete per raggiungere gli obiettivi individuati nel “Piano Colao”? La volontà espressa nel piano, in termini generali, è quella di agire “sia sul fronte delle risorse, tramite la creazione di un piano integrato di attrazione dei capitali privati per rafforzare la dotazione dedicata ad Arte e Cultura, sia della governance di gestione degli enti artistici e culturali, sia, infine, sul fronte delle competenze”. Per rafforzare quest’ultime, è esplicitamente prevista un’integrazione dell’offerta artistica e culturale esistente nell’ambito di percorsi universitari e di formazione specialistica.
Che succede nel breve periodo?
Per quanto riguarda la difesa della stagione corrente, il rapporto prevede diversi livelli e tempistiche di apertura per tutte le attività operanti nel mondo del turismo. Per quanto concernela protezione del settore e dell’occupazione, il piano considera l’opportunità di introdurre agevolazioni e defiscalizzazioni per il 2020 e il 2021, in modo tale da incentivare tanto la riapertura quanto la forza lavoro delle attività. A tutto questo, si aggiungerebbe una ripartizione del rischio d’impresa fra i locatori e gli esercenti, l’estensione delle concessioni in scadenza, l’istituzione di un fondo Covid per sostenere economicamente i musei, le attività culturali e dello spettacolo (oltre a parchi e aree protette), la creazione e implementazione di una campagna di comunicazione e promozione volta a potenziare l’immagine del brand Italia nel mondo. Le attività che decideranno di non riaprire, saranno beneficiarie di incentivi da investire nell’ambito del proprio lavoro.
“Presidio Turismo Italia”
Nell’ottica di dare una nuova governance al turismo, ci penserà “Presidio Turismo Italia” a gestire, nel concreto, il piano di rilancio e recupero del settore per il prossimo triennio, coordinando tutti gli attori deputati a prenderne parte. Questo Presidio sarà affiancato da “Piano Turismo Italia” e “Piano comunicazione Turismo”, i quali daranno man forte all’attuazione di quanto stabilito dal “Piano Colao”. In particolare, si legge nelle schede collegate al rapporto, l’Italia “gode di un potenziale d’immagine straordinario, ma le attività di comunicazione e gestione dell’immagine non risultano efficaci rispetto ai principali competitor”. La comunicazione sarà quindi uno degli assi portanti degli investimenti per ridare nuova linfa al mondo del turismo.
Migliorare l’offerta turistica del paese
Dai fondi stanziati ad hoc per la ristrutturazione delle attività agli incentivi per sostenere e supportare la creazione di reti d’impresa, dalla promozione e commercializzazione dei prodotti turistici alla creazione e potenziamento delle infrastrutture, il “Piano Colao” presenta dei punti di notevole spessore ed interesse per tutto il settore, senza scendere però nei dettagli delle operazioni per raggiungere gli obiettivi preposti.
Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale
Insieme ad un piano di azione per attrarre capitali privati, il piano prevede una riforma dei modelli di gestione degli enti artistici e culturali in grado di “permettere un pieno sfruttamento del potenziale del paese e maggior libertà e creatività specifica nelle forme di fruizione”. Ancora secondo il Piano Colao serve “affrancare le strutture dai vincoli gestionali attuali (ad es. codice appalti, scadenze, concessioni) e favorire iniziative di sviluppo pubblico-privato” e “sviluppare nuovi sistemi di incentivi per le aziende titolari di concessioni al fine di premiare le gestioni virtuose”.
“Ripartire in sicurezza”, quali reazioni?
La maggioranza di Governo non ha accolto in modo uniforme le proposte di Colao e del suo team e lo stesso si è verificato per il compartimento dell’ospitalità italiano. Da una parte infatti, il mondo alberghiero ha applaudito alle proposte del “Piano Colao”, in virtù della volontà di “dare agevolazioni e defiscalizzazioni per il 2020-2021, incentivando gli operatori a aprire in modo da preservare sia l’avviamento sia l’occupazione, in particolare stagionale”. Anche Confindustria Alberghi ha accolto positivamente il Piano. Dall’altra parte però, ci sono state anche le persone che hanno sollevato più di una perplessità circa l’attuazione di tali propositi che, allo stato attuale, non sono corredati da un piano di azione che spieghi nel concreto come verranno raggiunti tali obiettivi. Se è vero che fra i punti del Piano sono previsti dei fondi per riqualificare le attività operanti in questo settore, è altrettanto vero che non è chiaro quale sia il confine che divide l’azione dello Stato da quello delle imprese: quali sono, in questa prospettiva, i compiti e i doveri del settore pubblico? E quali quelle delle attività interessate? In altre parole, si tratta di scegliere e di focalizzarsi su cosa può fare lo Stato e su cosa nessun altro tipo di organizzazione può fare meglio delle stesse imprese e delle comunità locali direttamente coinvolte nel processo di ripresa. Inoltre, in chiave di rilancio del turismo, non costituiscono di certo un aspetto secondario gli investimenti nelle infrastrutture. Per tornare all’esempio dei pernottamenti medi delle strutture che operano nelle Baleari rispetto a quelle che si trovano in Sicilia (esempio citato nel rapporto), uno dei motivi che probabilmente contribuisce alla fortuna dell’Arcipelago spagnolo è proprio una migliore rete infrastrutturale, la quale consente loro di avere molti collegamenti diretti con buona parte d’Europa, cosa che purtroppo non possiamo sempre dire per l’Italia, in particolar modo per alcune località del nostro Mezzogiorno. . Infine, le grandi assenti risultano essere le agenzie di viaggio, un settore non adeguatamente tutelato all’interno della filiera turistica.
Un programma che, adesso, è in mano al Governo, il quale dovrà decidere se e quali proposte adottare. Restate connessi sui nostri canali per non perdervi gli aggiornamenti.
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