Cosa aspettarsi dalla Pasqua 2022

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Manca ormai poco più di un mese alla Pasqua 2022 e la situazione sul fronte turistico è tutt’altro che definita. Facciamo insieme il punto della situazione.

Il calo dei contagi di Covid-19 e l’annuncio dell’allentamento progressivo delle restrizioni stavano creando un clima generale di fiducia e ottimismo tra i viaggiatori tantoché, tra gennaio e febbraio, il settore turistico iniziava a registrare le prime prenotazioni in vista della Pasqua e della stagione estiva.

Lo scoppiare del conflitto tra Russia e Ucraina ha sicuramente modificato questo scenario, anche se non ha cancellato totalmente la volontà di molti travellers di spostarsi all’interno dei confini nazionali.

 

Italiani alla ricerca di destinazioni covid-free

 

Secondo una recente analisi di Repubblica, nelle regioni in cui il virus ha iniziato la sua ritirata stavano arrivando i primi segnali di ripresa. Monica Ciarapica, presidente Confesercenti Ravenna, a fine febbraio aveva affermato: “C’è una ripresa superiore allo scorso anno di richieste di informazioni, è un buon segnale. Sta accadendo soprattutto per le strutture della Costa sia per Pasqua che per l’estate. Un po’ di movimento è ricominciato anche per le città d’arte, ma in tono minore“.

A Sud la crescita si stava dimostrando più lenta, ma le mete più turistiche già attiravano l’interesse dei viaggiatori, tantoché in Sicilia si parlava addirittura di “un’estate sfavillante“.

Anche Napoli stava registrando un incremento di prenotazioni: per la Pasqua di quest’anno infatti ci si aspettava il 70% dell’occupazione degli hotel, solo il 20% in meno rispetto al pre-pandemia.

A questo punto occorrerà capire se e quanto il conflitto Russia-Ucraina inciderà su questi dati.

 

L’impatto della mancata presenza del turismo russo

 

Se da un lato si sono riscontrati segnali positivi rispetto al miglioramento della situazione sanitaria attuale, dall’altro però la mancanza dei viaggiatori russi altospendenti desta preoccupazione, soprattutto considerando che la Pasqua ortodossa di quest’anno è ormai da ritenersi un flop dal punto di vista turistico. Quest’ultima, prima della pandemia, era solita mettere in moto l’intero comparto travel italiano, facendo registrare milioni di presenze alla nostra penisola.

Al momento, le destinazioni che potrebbero essere più colpite sono la costa romagnola – dove nell’era pre-Covid si concentrava il 14,9% della spesa totale dei turisti russi in Italia – ma anche città d’arte come Roma, Venezia e Milano. A rischio poi la Costa Smeralda, meta privilegiata degli yacht russi, e alcune zone della Toscana.

Proprio quando sembrava che fosse arrivato il momento della ripresa, il conflitto in corso ha prodotto ancora una volta un clima di incertezza generale. Gli operatori del settore devono ancora capire come muoversi. A questo proposito, Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio, ha affermato: “Immaginiamo che la situazione possa avere un impatto anche sugli stranieri che provengono dai Paesi limitrofi alla crisi. […] Serve poi un monitoraggio del settore, che necessita ancora di sostegni per uscire definitivamente da questi due anni di crisi profonda”.