Come sfruttare la Social Search per posizionare l’hotel sui motori di ricerca
29 Marzo 2012Alla base delle continue evoluzioni dei motori di ricerca c’è l’ambizione di offrire ai visitatori la migliore user experience possibile, dunque siti dalle informazioni rilevanti che corrispondano al meglio alle ricerche effettuate. In questo post vi spiegheremo proprio come sfruttare i social media per il miglioramento del posizionamento sui motori, perciò tenetevi pronti: si parla di Social Search.
Quotidianamente abbiamo a che fare con il notevole impatto del social sulla SEO, per esempio basta pensare che nel caso di utenti loggati Bing sfrutta anche i likes di Facebook per determinare il ranking dei contenuti sulle SERP.
L’essenza dei social è la condivisione dei contenuti. Ciò che subentra ora è la possibilità di accompagnare la SEO ai social, proprio ottimizzando il potere dei contenuti.
Come funziona la Social Search
Negli ultimi incontri alla BIT di Milano e al più recente Be Wizard di Rimini, Giorgio Taverniti, uno dei più conosciuti esperti SEO in Italia, ha illustrato l’impatto e l’effetto della Social Search sul posizionamento sui motori.
Google Social Search nasce dall’esigenza dell’utente di vedere tra i risultati di ricerca anche i contenuti generati dai profili sociali dei propri amici, dunque dalla voglia di una search più rilevante, personale e personalizzata.
Tempo fa vi abbiamo spiegato perché e come usare Google Plus. Il principio è che creiamo una cerchia di contatti di persone più o meno conosciute e sicuramente attinenti ai nostri interessi o aventi qualcosa in comune con noi. Quando effettuiamo una ricerca su Google Plus, se un membro delle nostre cerchie ha condiviso un URL inerente a ciò che stiamo cercando, quest’ultimo apparirà nei risultati di ricerca.
Questo risultato ci viene restituito a prescindere dal posizionamento naturale delle pagine, semplicemente perché fa parte del nostro circle.
Grazie alla molteplicità di piattaforme che la Rete offre, gli utenti possono instaurare diversi legami tra loro, siano essi condivisioni, amicizie o scambi di opinioni. Se aggiungiamo che ogni profilo online è collegato a una pagina, allora si introduce il concetto di Social Graph, tipico delle dinamiche dei social network.
Con Social Graph si intende la rappresentazione dei legami tra gli utenti sui social: per fare un esempio, se abbiamo un account Facebook e uno Twitter e diversi amici su Facebook che a loro volta hanno un account su Twitter, è molto probabile che ci seguiremo sugli stessi social!
Tornando alla nostra ricerca su Google Plus, secondo questo principio possiamo vedere quali siti, blog, tweet o altri contributi sono stati linkati dagli utenti che fanno parte delle nostre cerchie. In questo modo la Social Search si comporta da vero e proprio motore di ricerca verticale, ma con nuove logiche di posizionamento, diverse dalla search classica.
I quattro paradigmi della nuova Social SEO
Alla base dell’algoritmo delle ricerche social vi è un’analisi dei contenuti migliori, valutati in base al numero di persone che vi linkano e in base alla qualità di tali link. I singoli contenuti si posizioneranno solo se c’è interazione, questa è la nuova regola SEO.
Giorgio Taverniti riassume in quattro nuovi parametri il funzionamento del posizionamento dei post delle pagine business di Google Plus:
- La coerenza tra argomento del post e tipologia di pagina
- L’autorevolezza delle persone che interagiscono con il post
- La qualità dei post in termini di capacità di favorire azioni quali condivisione, +1 o commenti
- La qualità media di post per pagina, il cui peso sarà maggiore quanto più i post avranno generato una forte interazione ovvero ricondivisioni
E’ possibile visualizzare la diffusione di un post mano a mano che viene condiviso su Google Plus mediante la funzione Eco o Ripples. Basta cercare nello stream un post che abbia avuto almeno una condivisione e cliccare sulla freccia accanto all’orario di pubblicazione. Si aprirà un menu dal quale è possibile scegliere “Visualizza Eco”. Qualche giorno fa lo stesso Taverniti ne ha pubblicato un esempio.
La sezione dei Temi caldi di Google Plus premia i post più popolari evidenziandoli con un banner all’interno dello stream e raccogliendoli nella sezione What’s hot. Si tratta di contenuti unici, che generano un numero di reazioni molto alto e soprattutto hanno incentivato le interazioni, perché ricordate che il numero di follower è ininfluente, ciò che conta sono le condivisioni.
Considerate che Google rileva le attività della pagina business e le riporta sul motore di ricerca.
Il potere di posizionamento di Google Plus
Giorgio Taverniti parla del potere di Google Plus nelle SERP quando si riferisce alla sua forte capacità di posizionamento con parole chiave anche non generiche.
Sfruttando Google Plus è possibile riuscire facilmente a posizionare i contenuti per parole specifiche già con interventi SEO molto elementari, come:
- Coerenza nel tema del profilo: è importante prestare attenzione alla specificità del profilo nell’adozione di una tematica sempre coerente, per esempio la pagina del Mandarin Oriental Hotel Group rende perfettamente l’idea del lusso e dello charme dei suoi hotel;
- Tipologia di parole chiave usate nei post: il posizionamento per parole chiave specifiche e long tail è molto più semplice rispetto a quello con una comune pagina web;
- Interventi on/off site basilari della pagina su Google Plus: l’ottimizzazione differisce da quella tradizionale per il peso dei commenti e delle azioni nei confronti dei post. Gli interventi on-site sono diversi da quelli a cui siamo abituati. Un esempio è il title, che si compone ogni qual volta si inserisce testo nei post ed è costituito da 88 caratteri spazi esclusi, oppure il fatto che per quanto riguarda le immagini hanno peso rilevante quelle di Picasa. L’attività off-site consiste nell’inserimento sensato dei link ai post su altri siti. Il link al post sulla preparazione del gelato al limone andrà inserito su un blog di ricette di gelato artigianale piuttosto che su un sito di giardinaggio.
Social, SEO e contenuti
Nella nostra intervista alla BTO, Giorgio Taverniti ha spiegato che ovviamente i social network nascono e funzionano prima di tutto per fare engagement.
È vero, come abbiamo visto, gli ultimi studi dimostrano che si è registrato un miglioramento del posizionamento di un sito anche grazie ai social network (vedi ROI del Social Media Marketing), ma nondimeno quello che conta per Google, resta la capacità di creare legami con gli utenti.
Ciò che Google fa proprio con il suo personale concetto di rilevanza è la personalizzazione dei risultati di ricerca attraverso il sociale. La forza della Social Search la fanno i contenuti, sui quali diventa sempre più necessario costruire una solida strategia di promozione e ottimizzazione, all’insegna del connubio tra una corretta SEO e Copywriting.
Le nuove parole d’ordine sono Engage – Share –Post: coinvolgete cerchie profilate, condividete informazioni di qualità e postate con costanza. Alla base della Social Search c’è il fattore umano, perché il contenuto percepito come più credibile e affidabile è sempre quello generato dall’utente.
Fonti: Brafton, Socialblog.giorgiotave.it, Socialmediaexaminer
Post di: Valentina
Commento da Riccardo Esposito — 31 Marzo 2012, alle ore 23:29
Condivido ogni parola di questo post. La presenza sui social deve trasudare qualità, competenza e, soprattutto, partecipazione. Con gli utenti ci devi parlare, devi condividere informazioni valide, devi portare avanti conversazioni e rispondere a domande. Da qui una domanda:
Riusciremo a trovare il tempo necessario per gestire un altro social? A quale risorsa toglieremo il tempo necessario per curare Google Plus? Le risorse sono sempre limitate… tutto questo senza negare l’utilità di essere presenti e attivi su Google Plus.
Ancora complimenti a Valentina per come ha affrontato l’argomento!
Commento da iVale86 — 2 Aprile 2012, alle ore 13:24
Gentile Riccardo, le parole di un esperto come te non possono che essere gratificanti! Condivido il fatto che a Google Plus come agli altri social bisogna dedicare tempo e risorse. D’altra parte sfruttare il potere di Google Plus per il posizionamento richiede interventi SEO davvero elementari, dunque sta all’albergatore valutare se ne vale la pena o meno! Grazie mille!!
Pingback da 13 Strumenti per gestire l’hotel su Google Plus — 15 Luglio 2012, alle ore 22:01
[…] di forza di Google Plus è l’effetto sul posizionamento sui motori di ricerca (Vedi articolo Come sfruttare la Social Search per posizionare l’hotel sui motori di ricerca). Per questo pensiamo che sia utile gestire al meglio le pagine di Google Plus e per facilitarvi […]