Bye bye OTA: la storia del piccolo hotel inglese che ha disintermediato al 100%
16 Novembre 2012Che cosa potrebbe accadere se oggi, adesso, decideste di svincolarvi per sempre dai portali? Niente più portali: solo voi con il vostro sito ufficiale, il vostro booking engine e la vostra ospitalità.
Difficile essere nelle condizioni di poter disintermediare completetamente, eppure qualcuno l’ha fatto. Stiamo parlando dell’Hotel De Vie di Farnham in Inghilterra, a sud di Londra, una struttura che grazie alle sue dimensioni contenute, all’ottimo servizio e alla cura dei particolari, ha fatto la scelta di vendere solo in modo diretto. Lo abbiamo intervistato per voi in esclusiva.
L’Hotel de Vie abbandona i portali per pratiche scorrette
Il 26 marzo 2012 l’hotel ha postato sul blog del proprio sito un articolo sul perché ha scelto di non essere più disponibile sulle OTA.L’hotel spiega in dettaglio le ragioni che l’hanno spinto a fare questa scelta – come vedete qui si parla di Booking.com, ma le pratiche descritte riguardano tutte le OTA in generale:
- “I clienti possono postare le proprie recensioni sul loro soggiorno con noi, ma noi non possiamo rispondere online come possiamo fare altrove.”
- “Booking.com aveva un enorme spazio “Lowest price check dates” sulla nostra pagina su TripAdvisor, molto più invasivo dei contatti reali dell’hotel, nonostante l’Hotel de Vie paghi TripAdvisor centinaia di sterline all’anno solo per aggiungere i nostri contatti in un piccolo spazio in cima alla pagina (ndr: Business Listings).”
- “Ma la cosa più importante è che ha continuato a farsi pubblicità sfruttando il nostro brand e fingendo di essere noi solo per prendersi le commissioni. Questo è come stare in piedi di fronte alla porta del nostro hotel… fermando gli ospiti che stanno per entrare, richiedendo i loro dettagli, persino raccomandando altri hotel nelle vicinanze e poi chiedendoci le commissioni per averci procurato nuovi clienti.”
Qualche mese più tardi, esattamente il 4 giugno 2012, in un nuovo articolo del blog intitolato “Le nostre nuove tariffe – adesso un hotel del tutto indipendente”, l’hotel informa i clienti che ha deciso di abbandonare anche Laterooms, “così possiamo finalmente dichiarare di essere un hotel del tutto indipendente.”
Come non aver voglia, a qualche mese di distanza dall’operazione, di chiedere all’Hotel de Vie come vanno le cose ora che non può più contare sulla visibilità dei portali? Ed ecco che abbiamo contattato Jason Parlour, manager dell’hotel, per conoscere in dettaglio le conseguenze dell’operazione.
L’intervista all’Hotel de Vie
Prima di metterci in contatto con l’Hotel de Vie ci siamo documentati per capire un po’ il background dell’hotel: è importante evidenziare che si tratta di una struttura piccola di 8 camere, tutte curate e ognuna diversa dall’altra. Si trova a Farnham, un paesino a sud di Londra (circa 40.000 abitanti) dalle origini molto antiche, con castello e abitazioni risalenti a diversi periodi storici, per questo frequentato da turisti tutto l’anno.
Per quanto riguarda la brand reputation della struttura, è prima classificata su 13 b&b/pensioni nella location su TripAdvisor e a quanto dice lo stesso hotel, anche su Booking godeva di ottimi feedback.
Abbiamo chiesto a Jason di raccontarci in esclusiva l’impatto che la scelta presa ha avuto sulla vita dell’hotel e come abbia deciso di far fronte al prevedibile calo di visibilità offerto dai portali.
BB: Vi siete arrabbiati con Booking.com e Laterooms per aver adottato delle pratiche che sono comuni a molte OTA. Eravate presenti solo su questi?
L’unico portale di prenotazione che usiamo è Infotel, e ciò perché paghiamo loro un minimo prezzo l’anno per amministrare in modo sicuro le prenotazioni per conto nostro sul nostro sito web (il resto delle prenotazioni le riceviamo tramite telefono o direttamente nel nostro hotel).Senza dubbio siamo ancora presenti su altri portali di viaggio sparsi nel mondo, anche se abbiamo ripetutamente chiesto a Laterooms e Booking.com di garantirci che i nostri dettagli fossero completamente rimossi anche da tutti i loro affiliati (ma abbiamo trovato ancora qualche riferimento al nostro hotel su altri siti web, con link che mandavano a messaggi del tipo “non ci sono stanze disponibili per questo periodo, per favore controllate altri hotel”, il che è un problema importante che prova la difficoltà di sradicarsi da loro in modo completo).
BB: Quale percentuale di prenotazioni venivano da Booking e Laterooms rispetto alle prenotazioni dirette sul vostro sito ufficiale?
Al massimo, circa il 40% delle nostre prenotazioni avvenivano attraverso intermediari ma, come abbiamo scoperto parlando con i nostri clienti, spesso questi provavano a prenotare direttamente da noi (e ancora pensano di averlo fatto) dopo aver conosciuto il nostro hotel tramite raccomandazioni, aver letto nostre recensioni su TripAdvisor, averci cercato su Google, ecc. Ma le pratiche pubblicitarie aggressive dei portali in questione, e dei loro affiliati, facevano in modo che i clienti che volevano prenotare direttamente con noi, venissero di fatto reinidirizzati a intermediari.
Così ci siamo buttati e i fatti ci hanno dato ragione. Le loro azioni di marketing scorrette in realtà allontanavano i nostri ospiti dal prenotare con noi direttamente.
BB: Avete notato una diminuzione dell’occupazione o una diminuzione delle visite al sito ufficiale o altri trend in negativo?
Ad ogni modo, ora abbiamo scoperto che la nostra occupazione media è tornata circa allo stesso livello di primama, di sicuro, noi non stiamo più pagando consistenti cifre di commissioni!Ah, e le visite al nostro sito hanno anche avuto un incremento (ciò perché i nostri clienti possono ora vederci di nuovo in modo più semplice).
BB: Per mantenere un buon livello di occupazione e aumentare le visite al sito ufficiale, quali strategie avete utilizzato per ottenere più visibilità e fidelizzare i clienti?
Al fine di mantenere un buon tasso di visite sul nostro sito, l’abbiamo ottimizzato (con tecniche semplici, piuttosto che tramite metodi di ottimizzazione artificiosi o sperimentali), l’abbiamo costruito in modo che fosse facilmente usabile e navigabile, lo aggiorniamo regolarmente con informazioni rilevanti per i nostri ospiti.
Al fine di mantenere un buon tasso d’occupazione, facciamo tutto quello che possiamo per assicurarci che ogni singolo aspetto del soggiorno dei clienti con noi sia curato al meglio delle nostre possibilità, dalle 16 varietà di caffè fresco disponibili, alle 20 diverse tipologie di tè, alla nostra eccezionale colazione appena cucinata e con ingredienti locali, snack gratuiti, frutta, cioccolate e succhi di frutta, disponibili gratuitamente per I nostri ospiti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, lenzuola di cotone egiziano pregiato su ciascun letto, soffici asciugamani in tutte le camere, energiche docce calde, un servizio clienti eccellente con un reale interesse verso i nostri ospiti (cerchiamo di conoscere il loro nome, la loro professione e come intendono passare la giornata, ecc), altissimi standard di pulizia, ecc.
BB: Quali pensate che siano i benefici e/o gli eventuali problemi nati dalla vostra scelta?
Abbiamo notato che, cosa piuttosto insolita, i nostri ospiti ora soggiornano per più notti, piuttosto che solo una notte per volta… è come se il valore del soggiorno dei nostri ospiti fosse davvero aumentato da quando abbiamo abbandonato gli agenti di prenotazione (c’è più fedeltà da parte dei nostri clienti).
Ora che abbiamo un solo sito da aggiornare quando si riceve una nuova prenotazione (non tre, o più, come prima), non c’è più l’urgenza di chiuderla anche sugli altri canali e non rischiamo più l’overbooking.
Abbiamo anche notato che per quanto riguarda il numero di cancellazioni in relazione al numero di prenotazioni, le cancellazioni delle prenotazioni avvenute sui portali erano 4 volte superiori a quelle delle prenotazioni dirette. Le cancellazioni più comuni che ricevevamo da siti terzi, riguardavano chi prenotava per 5 o più notti, con qualche mese o più in anticipo… al punto che ogni qual volta che ricevevamo grosse prenotazioni da intermediari, lo segnavamo solo a lapis nella nostra agenda, perché eravamo quasi sicuri che non si sarebbero presentati. Ovviamente le cancellazioni ci costano tempo e denaro. Siamo solo un piccolo hotel di 8 camere quindi, quando una o più camere già chiuse vengono messe di nuovo a disposizione poco tempo prima della data d’ arrivo, ciò ha un impatto importante sulle nostre prenotazioni.
Quindi, in definitiva, da quando abbiamo abbandonato siti intermediari e agenti di viaggio:
- Abbiamo meno amministrazione da svolgere (e meno cancellazioni da processare)
- I nostri ospiti possono trovarci più facilmente (e non sono indirizzati in modo sbagliato altrove)
- Il nostro tasso di occupazione continua a crescere spontaneamente
- Abbiamo migliori profitti per lo stesso periodo
- Possiamo offrire un servizio migliore ai nostri ospiti nella scelta della camera
- Abbiamo una migliore fidelizzazione del cliente
Per concludere, l’Hotel De Vie è soddisfatto della sua scelta e a quanto pare occupazione e visite non hanno risentito dell’operazione.
A onor del vero però va sottolineato che le OTA contavano per lui il 40% delle prenotazioni – quindi già una buona base di partenza per disintermediare – e che l’hotel aveva già messo in atto una serie di strategie rivolte a fidelizzare la clientela, quindi in qualche modo si è sentito sicuro della propria scelta.
Da non dimenticare che in questo caso le dimensioni della struttura sono state determinanti: con solo 8 camere, rinunciare ai portali per l’hotel significava avere solo 3 stanze in più da vendere al giorno in modo diretto. Molto diverso sarebbe il caso di un hotel con un centinaio di camere, per il quale abbandonare del tutto la vendita intermediata significherebbe ritrovarsi con 40-50 camere al giorno in più da vendere da solo. Certamente la questione sarebbe molto più complessa.
C’è da riconoscere che l’hotel ha avuto coraggio e determinazione, ma questo non significa che la sua sia stata una scelta auspicabile per tutti i tipi di strutture. Per conto nostro – lo abbiamo ripetuto molte volte – disintermediare non significa abbandonare tutti gli intermediari all’unisono, ma imparare a sfruttare al massimo questi canali come strumenti di marketing senza lasciarsi sopraffare. E voi che cosa ne pensate?
Commento da Antonio Greci — 17 Novembre 2012, alle ore 07:29
Non conosco l’Hotel De Vie ma conosco Farnham dal 1973. L’articolo è interessante dato che potrebbe chiarire ad una fascia di “esercizi” (8 camere poco più di un B&B)medio piccoli che spesso non conoscono i mezzi per poter valorizzare le proprie potenzialità prescindendo dagli OTA. Farnham è nel Surrey, al confine con l’Hampshire, a un’ora da Winchester, nel pieno della storia dell’Inghilterra. Sarebbe come dire avere 8 camere a San Gimignano e chiedere a Booking di riempirle. Si tratta di turismo anglo sassone medio alto. Dagli USA, al Canada, all’Oceania, chiunque abbia studiato un poco la storia della GB è interessato a conoscere quei luoghi. Mi chiedo quanti “esercizi” siano nelle stesse condizioni in cui si trovava in precedenza l’Hotel de Vie in relazione agli OTA; Che competenze di marketing avranno tali “esercenti”. Per fortuna sul sito dell’hotel De Vie si legge: “You can’t find better deals anywhere else (because we don’t use agents), so our best prices are always here, and here alone. You can book with us through the Book Now links on each page, or by phone……..”. N.B. … “and here alone” …
Commento da marghe — 19 Novembre 2012, alle ore 10:28
Buongiorno Antonio,
grazie per le info su Farnham, in effetti delineano sicuramente un’altra carateristica importante dell’hoel per capire il background che ha permesso questa totale disintermediazione! Certo trovandosi in una destinazione poco attraente e magari con molte più camere, le cose sarebbero state diverse…
Commento da Martino — 19 Novembre 2012, alle ore 18:05
Buongiorno, unico determinante nella scelta discussa sopra é la destination e il comportamento dei tuoi competitor, la grandezza della struttura non c´entra assolutamente nulla. Chi ha una destinazione poco fortunata deve avere un “promotore”, anche se in realtà le OTA promuovano ben poco se hai una destination senza mercato. In practica ti danno l´ombrello quanto c´é il sole e non te lo danno quanto piove. Chi prenota un albergo ha già scelto la destination, (sono rari i casi dove l´albergo fa la destination) e va su google. E per catturare un cliente “google” non abbiamo bisogno di un OTA (ormai abbiamo imparato fare siti web, vero?) E grazie a social media il cliente ha anche la possibilità di farsi una valutazione relativamente oggettiva (essenziale) per il suo acquisto. Allora, per concludere: devo essere presente su un OTA esclusivamente perché tutti i mei competitor ci sono ed alimentano con le loro commissioni pagati il “partner” forte. Ma se invece tutti in maniera compatta rinunciassero a questo canale? Ecco: il cliente google ti trova lo stesso. Ma ormai tutti con sindrome di Stoccolma.
Commento da Antonio Greci — 19 Novembre 2012, alle ore 19:33
Simpatica la metafora della sindrome di Stoccolma. Mi permetta che, rispettosamente e con sincera simpatia, le racconti un breve aneddoto. I miei figli sono la quarta generazione della mia famiglia che lavora negli alberghi e/o ristoranti. Di aneddoti ne abbiamo a iosa. Mio padre, il loro nonno, era un guru della metamorfosi. Un genio della creatività. Nel 1963 lavorava presso l’albergo “La Conca d’oro” del Lido degli Estensi (Prov. Ferrara). Una nebbiosa mattina d’autunno aprendo il bar dell’albergo, naturalmente vuoto, incontrò seduto nella distesa un giovane. Era il giornalista Luca Goldoni. Essendo ambedue gentlemans, mio padre conversando offrì la colazione al giovane. Dopo poco tempo, uscì un articolo sulla Gazzetta Padana intitolato “Il cafè delle cinque” firmato Luca Goldoni. Mio padre dovette assumere del personale per far fronte a tutti coloro che avevano scelto come destination (allora non si diceva così) l’albergo che iniziò a riempirsi anche d’inverno. Chi erano?: cacciatori, pescatori, amanti, artisti, nottambuli, ecc. ecc. .Lei sa cosa era l’inverno del Lido degli Estensi nel 1963?. Il nulla!! Lo ha scritto lei: …. (sono rari i casi dove l´albergo fa la destination)… . In agosto, si arrivava anche a 800 (400 al mattino e 400 alla sera) coperti al giorno. Altri tempi ? Certamente ma un operazione del genere l’ho ripetuta nel 2010, e mi è andata bene. Ovvio numeri infinitamente inferiori, non c’è paragone ma soddisfazione tantissima. A volte basta poco, magari un po di consapevolezza sui punti di forza e di criticità di un determinato contesto che fino a un momento prima si era presunto scontato e che possono cambiare un punto di vista da apodittico a trasformista dimensionando correttamente ciò che accade per trovare una alternativa. E’ anche questione di “vision”. Da quel che leggo, sono certo che Lei saprà distinguersi dai quei “competitors” che svendono l’albergo e “bruciano” il poco mercato che è rimasto. Non ci sono solo gli OTA a questo mondo. Tanti auguri a Lei e al suo lavoro.
Commento da brandopico — 19 Novembre 2012, alle ore 22:17
e non è tutto. Ho tre strutture ricettive nel riminese ed ecco il risultato della mia affiliazione a booking.com: oltre il brand rubato e un forte calo degli accessi da google con il brand “hotel elisir rimini” addirittura tra i pay x click compare edreams.it collegato a booking e cercando il mio brand “hotel elisir rimini” compare l’annuncio adwords “hotel elisir rimini migliore tariffa ecc…” con link alla homa page di edreams e non, quantomeno, alla scheda hotel della mia struttura.
Sono 2 anni che ho realizzato un miniportale per le mie strutture http://www.riminihotels.it e a breve cancellerò le mie affiliazioni ai portali booking, venere, expedia, ecc… un collega del riminese ha fatto questa scelta con un altro 4 stelle da più di un anno e ha già riscontrato, a suo dire, ottimi risultati con addirittura incremento del fatturato notevole. saluti a tutti
Commento da Booking Surfer — 19 Novembre 2012, alle ore 23:59
E’ facile uscire se si hanno solo 8 camere in un piccolo posto turistico e con poca concorrenza (13 bb/pensioni). Purtroppo diverso il discorso se si è ad esempio uno delle centinaia di hotel di Roma con 100 o più camere da riempire. E’ vero che il cliente Google ti trova, ma se cerca esattamente te. Se come nella maggior parte dei casi cerca semplicemente un hotel su Roma, va a cercare su Expedia o Booking per vedere il miglior prezzo o gli hotel in zona centro e non ti trova nelle loro liste addio possibile cliente. Purtroppo volenti o nolenti le OTA servono perlomeno a farci trovare poi dobbiamo essere bravi noi una volta che il cliente ha deciso di venire da noi e dà un occhiata sul nostro sito ad agganciarlo rubando la prenotazione alla OTA. Quindi non solo schiavi delle OTA ma sempre più utilizzatori delle stesse per vendere autonomamente.
Commento da marghe — 20 Novembre 2012, alle ore 09:16
Ciao Booking Surfer, mi sai che hai fatto centro. Su Roma abbiamo tanti clienti, io ne curo le campagne PPC e ti assicuro che il costo del brand name è salito di molto a causa della concorrenza dei portali, ciò non di meno vale la pena fare ppc sul brand del proprio hotel, di solito si ottengono ottimi risultati in termini di visibilità e di ROI… e anche questo è un piccolo passo per disintermediare e proteggere il proprio brand.
Commento da Antonio Greci — 21 Novembre 2012, alle ore 10:46
brandopico buon giorno.
Ho veduto le strutture. Belle. Sono contrario a tagliare i ponti con gli OTA per principio, soprattutto senza aver in anticipo elaborata una programmazione alternativa anteriore, il che si traduce in un intervallo di tempo adeguato. Per un pubblico anglosassone o scandinavo le sue strutture sarebbero ideali durante le stagioni intermedie. Pochi anni fa, dopo alcune lezioni sulla comunicazione organizzato da ECIPAR Ferrara per accompagnatori turistici, un mio allievo ha seguito il mio consiglio di trasferirsi a Londra investendo in totale 5000 sterline. ( Ispirandomi al paradosso socratico … Come si può voler saper ciò che ancora non si sa che cosa sia… gli ho suggerito “Confronta ciò che credi di sapere con ciò che non sai di non sapere”) Ora ha una sua organizzazione di suoi accompagnatori che viaggiano solo nel nei paesi del Commonwealth. Sono tanti paesi e hanno l’abitudine di pagare puntualmente. Quando è venuto a trovarmi per raccontarmi la sua nuova conoscenza per un vecchio sclerotico come lo scrivente è stata una soddisfazione incommensurabile. Morale: le alternative alle OTA sono molte, è necessario investire tempo e denaro andando alla ricerca dei propri segmenti di mercato ideali, quindi valigia in una mano e biglietto aereo nell’altra. Forse non sarebbe sbagliato visitare il sito: http://www.thecommonwealth.org/ per trarre qualche ispirazione.
Mi sono permesso la licenza di scriverle amichevolmente, suggerendole addirittura un sito, perché ho percepito dal suo intervento che ci accomuna la stessa passione per un “mestiere” sufficientemente complesso.
Commento da camerecastello — 27 Novembre 2012, alle ore 08:47
Un Ottima scelta, spesso si è in mano a questi grandi portali nel bene e nel male.
Diego
Commento da marghe — 27 Novembre 2012, alle ore 09:43
Sicuramente Diego, anche tu ci stai provando?
Commento da IsabellaB — 4 Dicembre 2012, alle ore 16:47
Articolo molto interessante.
Ho anch’io avuto una piccola esperienza con booking.com quando lavoravo in un albergo in Svizzera. Ora mi occupo di case vacanze e quindi la gestione è completamente diversa.
Prediligo soprattutto siti con canone annuale, senza commissione, ma che non attraggono la clientela mirando a proporre sconti vertiginosi, perché alla fine è la struttura a doversi svendere, e non il portale web.
Credo sia importante per una struttura ricettiva scegliere in quale segmento di mercato operare, che tipo di clientela attrarre. Magari fare qualche sconto in meno ma offrire qualche servizio in più. Questo è quello che cerco di fare con le case vacanze di cui mi occupo. Credo che la promozione online sia in ogni caso essenziale, bisogna però saper scegliere i giusti canali.
Commento da marghe — 4 Dicembre 2012, alle ore 17:12
Ciao Isabella,
le tue considerazioni mi sembrano giustissime, soprattutto quando dici di fare meno sconti e offrire servizi in più Questo infatti credo che serva a anche a distinguere la struttura, a valorizzarla e differenziarla rispetto alla concorrenza. E questo ovviamente va in linea con la scelta dei canali. Fare la selezione è essenziale: tu hai trovato portali di nicchia interessanti? Monitori quante visite e prenotazioni portano al tuo sito? Questi indici sono fondamentali per giudicare il valore di un canale.
Commento da IsabellaB — 4 Dicembre 2012, alle ore 18:16
Ciao Marghe,
Ti dirò che non ho creato un sito specifico per le mie strutture, le gestisco su diversi portali. Alcune strutture funzionano su certi portali, altre su altri. Dipende da un sacco di fattori. Non ho creato un portale specifico per le case vacanze di cui mi occupo perché al momento non mi serve, mi darebbe soltanto ulteriore lavoro e mi porterebbe via il tempo che ora dedico alla promozione che faccio e che funziona. Sono anche queste scelte, spesso dettate dal tempo, dal numero di persone che lavorano allo stesso progetto, e poi c’è da dire che non credo molto nell’indicizzazione di piccoli portali, sicuramente funziona ma bisogna dedicarci tanto tempo e dedizione, io preferisco usufruire della notorietà di portali più grandi ( ma senza dare provvigione o gestione esclusiva).
Questi sono i miei primi commenti, mi sono iscritta oggi. Voglio farvi i complimenti per il blog. Molto interessante 🙂
Commento da marghe — 5 Dicembre 2012, alle ore 09:23
Grazie Isabella!! Speriamo di esserti utili sempre in futuro!
E grazie anche per i commenti, per noi non c’è maggior soddisfazione che poter dialogare con i lettori.
Certo il tuo caso mi desta parecchia curiosità per cui ti faccio qualche domanda aggiuntiva. Dunque tu gestisci diverse strutture, ma nessuna di queste ha un sito ufficiale proprio?
Appoggiandoti a portali locali e dedicati (a quanto ho capito hai scartato quelli grossi) che percentuale in generale paghi di commissioni annue sul venduto? E riesci a tenere una buona occupazione? Fai anche campagne di marketing online?
Lo so sono molte domande, ma in effetti non capita spesso di trovare strutture che si propongono solo su intermediari! 🙂
Commento da Marco Med — 7 Dicembre 2012, alle ore 16:50
Salve a tutti,
leggevo i vostri commenti. Molto interessanti.
Allora è chiaro che gli OTA non sono simpatici a nessuno e che il loro marketing sia fastidioso sopratutto quello legato alla miriade di sotto-siti. Tuttavia devo spezzare una lancia a favore. Tra vari progetti gestisco un B&B nel sud ovest della Sardegna, una zona selvaggia e molto bella ma molto disorganizzata, poco conosciuta, poco accessibile e turisticamente agli inizi. Se durante i mesi caldissimi non abbiamo mai avuto alcun problema di richiesta, non posso dire lo stesso per i mesi di bassa stagione (Nov-Marz…un pò troppi) Devo dire che da quando ho accettato l’offerta Booking.com le prenotazioni fuori stagione sono aumentate parecchio, dandoci la possibilità di agganciare il cliente che, dietro nostro consiglio, la seconda volta prenoterà direttamente dal nostro sito.
@Isabella le OTA stanno aprendo anche alle case vacanza. Cosa ne pensi?
Saluti a tutti.
Commento da marghe — 10 Dicembre 2012, alle ore 09:41
Ciao Marco, grazie per l’intervento… in effetti mi hai fatto venire in mente che a BTO alcune OTA si lamentavano del fatto che gli albergatori non riconoscono il valore della loro efficacia nei periodi di bassa stagione, quando è più difficile vendere e ottenere visibilità!
Commento da Marco Med — 7 Dicembre 2012, alle ore 17:50
Scusate, dimenticavo, come considerate il portale Air Bnb? Io lo trovo molto interessante sopratutto per la tendenza ad essere owner focused!
Saluti!