Bonus Vacanze – Prenotabile anche su Airbnb, Booking.com, Expedia e Trivago?
8 Ottobre 2020Sin dal suo concepimento, il bonus vacanze ha provocato reazioni contrastanti e destato diversi dubbi. Nel momento in cui l’intero comparto del turismo aveva bisogno di un’ immediata liquidità per far fronte alla crisi legata al COVID-19, è stato introdotto uno strumento ritenuto da molti esperti del settore assolutamente insufficiente per soddisfare questo bisogno.
Certo, può risultare comunque un incentivo in più per prenotare una vacanza, ma quanto la misura si è dimostrata – e si dimostrerà – efficace per rilanciare il turismo?
Ce lo chiediamo anche perché, proprio nel periodo in cui gli albergatori stanno puntando a questa agevolazione per stimolare la domanda dei soggiorni tra Ottobre e Dicembre, arriva la notizia della presentazione di un emendamento al decreto Agosto, che potrebbe portare le OTA e Airbnb a intermediare sull’ iniziativa…e tutto ciò non può che far aumentare le perplessità e le polemiche a riguardo.
Estensione di utilizzo
La proposta di modifica chiede infatti di cambiare la normativa in vigore, che prevede l’esclusione dei portali di intermediazione e prenotazione come Airbnb, Booking.com, Expedia e Trivago. Il nuovo testo dell’emendamento del Senatore Mirabelli invece stabilirebbe che:
Il pagamento del servizio può essere corrisposto con l’ausilio, l’intervento o l’intermediazione di soggetti che gestiscono piattaforme o portali telematici, nonché di agenzie di viaggio e tour operator.
Ma perché ci sarebbe una volontà del genere? Le richieste di spesa del bonus vacanze sono state molto inferiori alle aspettative. E’ noto infatti che – secondo i dati comunicati ad Agosto – a fronte di un milione di bonus erogati (se ne attendevano in realtà addirittura 5 milioni), solo circa 140.000 famiglie lo hanno poi effettivamente utilizzato. Quindi ci sarebbe un sostanzioso potenziale non sfruttato. A Settembre poi, si è arrivati persino all’emissione di oltre 1,5 milioni di bonus, per un totale di 660 milioni di euro.
E’ stata questa la leva che ha portato il governo a contemplare una variazione della riforma. Rendere i bonus vacanze usufruibili attraverso le OTA, potrebbe facilitare – in alcuni casi – a utilizzare quelli non ancora spesi.
La controproposta degli hotel
Come possiamo immaginare, la reazione di hotel, agriturismi e b&b non si è fatta attendere. Il fronte è compatto e pronto a sostenere e difendere i propri diritti ed interessi. In una fase così delicata, il provvedimento viene reputato davvero poco opportuno, perché seppure pensato con un buon fine, rischierebbe di cancellare quel minimo margine derivante dall’utilizzo dei buoni. Questo cambiamento, se approvato, agevolerebbe le OTA, aziende tra l’altro non italiane, che potrebbero approfittare di una parte dei fondi stanziati dal governo.
Le strutture ricettive, non solo si rigettano la proposta, ma chiedeno al governo di estendere semmai questo strumento ai prossimi anni fino all’esaurimento delle risorse stanziate, che altrimenti potrebbero risultare, con le attuali tempistiche, inutilizzate. E non solo. Con lo stesso obiettivo, suggeriscono di andare ad agire e snellire soprattutto la modalità di fruizione del bonus – che attualmente è piuttosto faraginosa – e di includere, per il suo utilizzo, tutte le tipologie di strutture.
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